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After Life: la vita (e la morte) secondo Ricky Gervais

Qualcosa di profondo può essere anche leggero?


Una serie divertente può essere anche profonda?


Ricky Gervais è un fottutissimo genio?


After Life è la classica serie che ti riconcilia con il mondo, ti diverte, ti strugge, ti induce a riflettere e lo fa senza costringerti a restare ore ed ore appiccicato allo schermo (vero Stranger Things?).

La mente dietro tutto questo è Ricky Gervais, comico che con i suoi spettacoli ha divertito mezzo mondo con uno stile dissacrante grazie al quale riusciva a pungere chiunque e su qualunque cosa. La religione e la fede bersagli spesso preferiti da lui che, agnostico di ferro, è sempre riuscito a svelare contraddizioni enormi nelle pieghe della Chiesa e degli uomini di fede.

La morte e la vita, il lutto ed il piacere, il nazismo, il fascismo, il consumismo, l'ambientalismo, e tanti "-ismi" coi quali conviviamo hanno da sempre popolato i suoi show e le serie tv da lui create o su cui ha lavorato in veste di attore.

Con After Life, Gervais ha condensato tutto nel personaggio protagonista, da lui stesso interpretato, uomo alla ricerca di una ragione vera per continuare a vivere dopo che la sua adorata moglie è venuta a mancare nel mezzo del cammin della loro vita insieme.

Tony, questo è il nome del suo personaggio, lavora al giornale del paesino in cui vivo, giornale diretto da suo cognato Matt, fratello di sua moglie Emma.

La morte prematura di Emma fa piombare Tony nello sconforto più totale. La depressione lo colpisce in maniera severa, costringendolo a pensare costantemente al suicidio.

Tony, prima della morte della moglie, era un tipo sveglio, affabile, divertente, di grande compagnia. L'evento traumatico che si abbatte su di lui lo rende solitario, burbero, pungente e acre come un limone verdissimo.

La cosa che più conta, però, è che Tony è genuinamente convinto che il suicidio sia la soluzione ai suoi mali. D'altronde, perchè ostinarsi a vivere quando di motivi per farlo non ve ne è oramai più nessuno?

E' una conclusione, se vogliamo, logica che cozza, però, con il nostro spirito primordiale, quello che ci rende potenti esseri irrazionali capaci di imprese mirabolanti e di assurdi comportamenti, esseri che credono all'amore e all'amicizia tanto quanto all'odio e alla paura.

Anche Tony, nonostante una conclusione per lui cosi concreta e certa, non riuscirà ad andare fino in fondo, temporeggiando quel tanto che basta per andare avanti e, senza accorgersene, recuperare qualche stimolo in più rispetto alla tabula rasa emotiva che aveva- ereditato dal momento in cui era divenuto vedovo.

E' un percorso quello che fa Tony in 3 stagioni e 18 episodi brevissimi molto leggiadro, molto naturale.

Un uomo che non voleva vivere finirà ben presto per vivere appieno i giorni che restano in una consapevolezza disarmante di quelli che sono i bisogni delle poche persone a cui riesce a dedicare un pensiero gentile, un sorriso, una battuta straniante.

Il series finale è bellissimo perchè dice tutto senza dirlo mai, lasciandoci senza fiato per lunghi minuti e attoniti quando i titoli di coda hanno lasciato spazio al nero di una tv spenta.

Tony era sfumato, insieme al suo fedelissimo cagnolone, tra gli alberi di una vita contraddistinta da amore e solitudine, da gioia e terrore, da divertimento e strazio e che, al suo tramonto è riuscita a spingerlo a lasciare un'impronta indelebile, nella sostanza e nella forma, rispetto alle vite degli altri.

Tony è morto?

Si è suicidato?

Ha lasciato agli altri la sua intera eredità prima di farla finita?

Non è stato mostrato quanto accaduto ma raccontato, per immagini e per deduzione, quello si.

Tony, prima della fine, raccoglie a sè tutti i suoi cari, e lo fa a modo suo.

Di ciascuno conserva i bisogni, i sogni, le necessità e per ognuno di loro sembra avere la chiave per aprire i cassetti più reconditi delle loro aspirazioni.

In fondo, veniamo a sapere, o meglio lo abbiamo sempre saputo, che Emma con la sua morte aveva lasciato un tesoretto economico cospicuo, grazie all'assicurazione sulla propria vita, tesoro che Tony non solo non ha dilapidato ma sembra non avere mai "toccato".

Cosa farne, dunque, di quella somma?

Tony è certo di non essere la persona giusta per gestire e spendere quel patrimonio. Per lui nulla è più rilevante, figuriamoci gli aspetti materiali della vita.

E allora, l'ultima stagione è funzionale al racconto di un uomo che, dopo aver annichilito se stesso per anni, è riuscito ad indulgere se stesso, a trovare una sorta di serenità.

Lo ha fatto nei momenti col padre morente.

Nei sorrisi di quella che sarebbe potuta diventare la sua nuova compagna di vita.

Nelle assurde vite dei colleghi.

Nella benevola codardia di Matt.

Nella disfunzionalità del suo postino.

Nelle chiacchierate su quella panchina al cimitero insieme ad un'amica insperata.

In quelle piccole cose, e nelle interviste grottesche rilasciate al giornale, Tony ha riassaporato il gusto di vivere.

La stagione finale ci restituisce il peso morale di un uomo che, proprio quando pensavamo fosse uscito dal tunnel della depressione nichilista, rinuncia a se per dare agli altri.

Tony, uomo distrutto, non credente, blasfemo, canonicamente maleducato, anticonformista, sboccato, irriverente (proprio come Ricky Gervais) riesce a mostrarci quanto le convenzioni, la fede, l'umana auto-regolamentazione, la morale e l'etica siano dei costrutti che ci impediscono di guardare nell'essenza delle cose.

Tony, presumibilmente avviato al tanto agognato suicidio, pianifica come risollevare le vite di quel manipolo di losers che, per motivi diversi, ha visto piegarsi, accartocciarsi la propria esistenza senza che ci fosse un rantolo di orgoglio in loro per poter riprendere in mano la propria vita.

Tony, questo lo sa e, riesce ad uscire di scena con il gesto più umano, altruista e generoso che possa esistere, spogliandosi di tutti i propri averi, e quelli di Emma e donandoli a quelle persone a lui, in qualche modo, care.

Non è un lascito puramente economico ma profondamente morale, amichevole, amorevole. Ognuno di loro, infatti, sarà indirizzato al meglio verso una vita nuova, verso il riscatto personale, professionale e sociale. Il tutto grazie a quel burbero amico, a quell'uomo incapace di vivere ma profondamente capace di essere in contatto con la natura più profonda dell'uomo.

Se ne va, così, una delle migliori serie tv mai prodotte da Netflix. Una serie a bassissimo budget, divertente e granitica come poche altre, vera figlia di Gervais dalla quale ha ereditato tutto.

Avevo già scritto di After Life, lo avevo fatto in questo post.

Non l'ho riletto prima di cimentarmi nella scrittura del post che state leggendo in questo momento ma non mi sorprenderei se quell'articolo fosse abbastanza simile a questo.

In fondo, After Life ha lasciato sempre quelle sensazioni bellissime, quelle che descrivevo con semplicità all'inizio.

Sin dal principio, la serie britannica, è stata diversa ma facile da gestire, da fruire. Ci ha fatto ridere tanto e ci ha fatto tanto riflettere, lo ha fatto attraverso personaggi bizzarri e storie stravaganti.

Si chiude il cerchio, della serie come della vita, con lo stesso piglio, tra un sorriso ed uno sguardo pensieroso, una battuta ed un momento di imbarazzo.

Se ne va After Life, se ne va con la sua eleganza irriverente, voltandoci le spalle mentre le stagioni passano, gli alberi perdono le foglie e l'essere umano, ciclicamente, nasce, vive, muore, sperando di essere ricordato, proprio come Tony ricordava Emma e proprio come i suoi amici ricorderanno Tony.

Nel nostro piccolo anche noi parteciperemo al grande gioco della vita, rimembrando a lungo After Life, consigliandola a destra e a manca, per anni fino a che Netflix ci permetterà di sfogliare le pagine scritte da Ricky Gervais nel grande libro della serialità.

Sviluppo Personaggi: 9

Complessità: 9

Originalità: 7

Autorialità: 8

Cast: 7,5

Intensità: 7,5

Trama: 6

Coerenza: 6

Profondità: 10

Impatto sulla serialità contemporanea: 7

Componente Drama: 8

Componente Comedy: 8

Contenuti Violenti: 0

Contenuti Sessuali: 0

Comparto tecnico: 5

Regia: 5

Intrattenimento: 7

Coinvolgimento emotivo: 9

Opening: 1

Soundtrack: 3

Produzione: Netflix

Anno di uscita: 2022

Stagione di riferimento: 3


Voto serie: 8,5

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