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Better Call Saul - Hit & Run: le conseguenze sono nelle piccole cose

Non c'è mai pace nell'universo costruito da Vince Gilligan e Peter Gould.

L'apparente calma che ogni immagine fa trasparire è, appunto, solo apparente.

Hit & Run è l'episodio numero quarto di questa stagione conclusiva, ed è l'ennesima testimonianza di quanto ogni autore, ogni macchinista, ogni persona coinvolta nel carrozzone costruito dai 2 superbi burattinai, sia oramai permeato da quella attenzione ai dettagli che non può lasciare indifferenti.

Questo episodio, ad esempio, sancisce l'esordio alla regia di Rhea Seehorn, attrice protagonista dello show che, nei panni di Kim Wexler, ha dimostrato di essere un'interprete fenomenale, regalandoci un personaggio che mai più dimenticheremo.

E' incredibile come constatare quanto, anche una debuttante dietro la macchina da presa, sia capace di offrire un episodio che sia incastonato perfettamente, in termini tecnici e di pura regia, all'interno della cornice cesellata da Gilligan sin dal primo episodio di Breaking Bad.

Il consueto cold open e la cura maniacale per i dettagli, fanno di questo episodio l'ennesimo tassello di un puzzle perfetto.

Hit & Run segue gli eventi tragici accaduti nell'episodio precedente, non menzionandoli mai, non mostrandoli mai, distaccandosi emotivamente dalla ferocia di quella sequenza finale che è già negli annali della serialità.

Quella brutalità lascia spazio all'ordinarietà ma è proprio tornando nella vita dei 2 avvocati protagonisti che scorgiamo gli effetti devastanti che le scelte fatte di recente dai 2 hanno portato.

Jimmy McGill abbraccia fatalmente Saul Goodman e lo fa quasi inconsapevolmente, quasi senza mai scegliere di diventarlo.

Il suo ingresso in tribunale è il momento in cui quella transizione avviene ma sembra che tutto stia accadendo senza che il nostro amato protagonista possa esercitare il più marginale libero arbitrio.

La notizia che l'uomo che Saul stava rappresentando non fosse De Guzman ma lo spietato Lalo Salamanca, si sparge. Un'onta si diffonde sul nome di Saul, una macchia indelebile che lo caratterizzerà per sempre. Nessuno, dalla guardia all'ingresso, all'amministrativa amica, all'avvocato squinternato compagno di mille gag, gli perdona, e mai gli perdonerà, questa scelta.

Ma ogni moneta ha 2 facce e cosi, quella stessa notizia, si diffonde nel mondo criminale come una notizia estremamente positiva. Il Saul alla costante ricerca di clienti, diventa un avvocato con cosi tanti clienti da doverli "cacciare fuori" dal proprio studio improvvisato. Criminali da strapazzo et similia si mettono pazientemente in fila pur di avere un colloquio con "l'uomo dei Salamanca".

La carriera svolta ma sarà la carriera che abbiamo conosciuto in Breaking Bad. L'avvocatucolo truffaldino e di bassa lega che si arricchisce rappresentando i poco di buono.

Kim, dal canto suo, continua a provare l'ebrezza della rivalsa e del riuscire a farla franca insieme al suo compagno nell'avventura calunniosa che li lancia contro Howard Hamlin.

Anche qui, seguendo un percorso di pura predestinazione, Kim si troverà una moneta con 2 facce. Da un lato vi sarà la truffa, dall'altro la possibilità di incidere all'interno del sistema legale.

Un bivio al cui interno sarà posteggiata una macchina, intenta a pedinarla.

Non è la polizia.

Non è l'FBI.

Non è la legge.

Sono gli uomini di Mike che vigilano su Kim e Saul nel tentativo di preservarli da un ritorno eventuale di Lalo.

Meraviglioso l'incontro fra Kim e Mike al bancone di El Camino (che torna ancora a fare capolino). La sensazione è che quell'incontro possa dire tanto su quello che sarà il futuro di Kim.

Il futuro di Rhea Seehorn, invece, sembra essere già scritto.

Un futuro di successi e soddisfazioni strameritate.

Dietro e davanti la macchina da presa.


Voto episodio: 8


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