16 Agosto 2022.
Per molti serialfiller, come me, questo giorno sarà sempre ricordato come il giorno in cui la più deliziosa creatura seriale ha condiviso una sigaretta con noi, incantati spettatori di una delle meraviglie più grandiose che questo mondo possa offrire.
Better Call Saul ha detto addio.
Lo ha fatto ricordandoci quanto sia stato concepito, dall'inizio alla fine, come un'opera monumentale incastonata, come un diamante in una striscia di metallo dorato, all'interno dell'universo di Breaking Bad, nato da un Big Bang di cui conosciamo l'origine (20 Gennaio 2008) ed il Dio che lo ha generato (Vince Gilligan).
Il series finale ci ricorda, attraverso 3 flashback pazzeschi, quanto sangue "breakingbadiano" scorra nelle vene di Better Call Saul e, al tempo stesso, quanto Better Call Saul sia riuscito ad offrirci una rilettura della serie madre, raccontandoci la genesi, le conseguenze e gli sviluppi di vicende a noi arci-note ma che qui, in questo assoluto capolavoro derivato da quell'opera immensa, affondano radici assai robuste e risvolti assai complessi.
Se Breaking Bad era stato un terremoto nel panorama seriale, Better Call Saul è stato un suo diretto tsunami, capace di travolgere tutto e tutti e spazzare via il concetto generale di capolavoro, di opera d'arte, di raffinatezza.

Per il gran finale, Vince Gilligan si fa da parte lasciando il timone, sia della scrittura dell'episodio, sia della regia, al suo fidato compagno di viaggio Peter Gould. Gould come Saul, gregario di lusso senza il quale nulla sarebbe stato possibile. Se Gilligan è stato il Walter White di questo magnifico universo, Gould è stato Saul Goodman ovvero l'uomo indispensabile, l'uomo dietro le quinte, l'uomo che ha contribuito a costruire un impero che non sarebbe stato tale senza di lui. Ogni riferimento all'arringa finale di Saul Goodman è puramente ed esclusivamente voluto.
Sin dal titolo di questo magnifico series finale, il duo di autori ha giocato con noi, strizzando l'occhio alla mitologia dello show e riprendendo per assonanza il leggendario "It's All Good Man" che, per contrazione, ci raccontò dell'origine dell'alias che James McGill iniziò ad utilizzare per distaccarsi, definitivamente, da suo fratello Chuck e dal cognome McGill Cosi nacque il nome ed il cognome del personaggio che da il titolo a questa serie e che sin da Breaking Bad ci accompagna in un tour esistenziale e criminale senza precedenti.
Da una contrazione ad un'altra, quella finale, quella che preannuncia che "Saul Gone", Saul è andato, è finito, o peggio ancora è morto.
Metaforicamente è quel che accade nel finale, metaforicamente, e non solo, è un pugno nello stomaco che trafigge ogni singolo spettatore e, virtualmente, molti personaggi coinvolti nell'epopea Goodmaniana.
Cosi come Kim aveva ucciso Jimmy, abbandonandolo alla sua sorte, cosi Gene, tornato Saul per qualche giorno, si trasforma nuovamente, dopo molti anni, in Jimmy, anzi in James, sparando in pieno volto a quel che restava di Saul Goodman.
L'atto finale è un percorso di accettazione che il personaggio interpretato dall'immenso Bob Odenkirk compie.
Le sue scelte lo riportano a casa, lo riportano, o meglio lo conducono, ad una pace quasi totale, sebbene non dolce, non libera dalle catene, non spoglia delle conseguenze dei propri atti criminali.
E' un viaggio nel tempo per noi e per J.McGill, un viaggio che ci guiderà all'ultima stazione di una via crucis sofferta, intensa, tribolata e, per certi versi, meravigliosa.

Nel corso dell'episodio avremo a che fare per ben 3 volte con un esperimento mentale relativo al viaggio nel tempo o, come per dirla alla Walter White, con i rimpianti.
L'ultimo cold open di questa incommensurabile serie è affidato alla coppia Mike - Saul. E'un flashback che ci riporta indietro alla quinta stagione. Siamo in zona "Bagman", probabilmente il migliore episodio di quell'annata. E' un episodio, se ricordate, girato e vissuto quasi totalmente nel deserto con Mike e Jimmy intenti a scappare e salvare la propria pelle con in spalla zaini contenenti ben 6 milioni di dollari.
Il sole era cocente, il caldo torrido, la sete devastante, la fatica enorme, la sopravvivenza a rischio.
Saul, dopo tanto peregrinare, avvis