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Boris 4 è una festa per tutti ma guardiamoci negli occhi (del cuore) provando ad essere onesti

Il ritorno di Boris era la cosa che più aspettavate nel 2022?


Gli occhi del cuore sacro di Gesù vi hanno ipnotizzato?


A prescindere avreste amato qualsiasi cosa vi avessero proposto con Renè Ferretti al timone? Anche Machiavelli?


Io, amici miei, a volte fatico a capirvi.

E' dura.

Il lavoro (che lavoro non è) del blogger seriale a volte viene messo a dura prova proprio da coloro che alimentano la mia passione per la scrittura.

Si, dico a voi, a voi lettori talvolta spensierati, altre eruditi, altre ancora ossessionati, altre volte navigati, alcune acerbi.

Siete voi il sale di ogni articolo che, una volta scritto, esisterà solo attraverso chi lo legge.

Non avete sbagliato post, siete sul secondo post a commento della quarta stagione di Boris.

Perchè ho deciso di aprirlo con questo "j'accuse"?

Avrete modo di scoprirlo nel corso della recensione.

E adesso: "ciak"!

Subito dopo aver visto i primi 2 episodi dello show ho sentito l'urgenza di catapultarmi al pc e scrivere questa recensione che potremmo chiamare di "first impressions".

Apriti cielo.

Non lo avessi mai fatto.

Sui social è successo il finimondo.


"Non capisci un caxxo di Boris".

"Non sai nulla di questa serie".

"Meriti Machiavelli".

"Toglietegli il vino".

"Ma che serie hai visto?!!".

"Smettila col clickbait!".


Questi sono solo alcuni dei commenti più garbati che ho ricevuto, commenti che tendenzialmente provo ad ignorare ma a cui voglio dare comunque un'ulteriore spiegazione prima di andare avanti.

Come detto, la recensione era riferita a 2 episodi, solo 2 e non a tutta la serie.

E' un aspetto molto importante perchè credo che, al netto del mio giudizio complessivo che fra poco scoprirete, i primi 2 episodi non abbiano funzionato un granchè bene.

Introduttivi e capaci di riportarci dentro il cuore di una serie stra-amata, stra-conosciuta, stra-memizzata ma, onestamente, poco riusciti e molto poco divertenti (almeno per gli standard elevatissimi di Boris).

Si, lo so, al termine del primo episodio c'è un bellissimo omaggio al compianto Mattia Torre con un elegante e intelligente "L'inferno è pieno di quarte stagioni". Bravi gli sceneggiatori rimasti a ricordarlo (cosa che faranno spesso e sempre benissimo nel corso della stagione) e bravi voi spettatori a cogliere il tributo.

Bravi tutti, e quindi?

Restiamo qui a dirci bravi senza analizzare tutto il resto?

La critica principale che avevo mosso ai 2 episodi era quella di aver assistito ad una spudorata copia concettuale di quello che era il nocciolo del racconto di un film italiano di qualche anno fa. Il titolo è "E noi come stronzi rimanemmo a guardare" con Fabio De Luigi e Paola Cortellesi. Andatelo a guardare e ditemi se non trovate delle analogie che sfociano quasi nel plagio in riferimento al tema della piattaforma e dell'algoritmo.

Può sembrare cosa da poco.

Per me non lo è.

Proprio perchè parliamo di una serie immensamente conosciuta, riuscita, ben scritta, divertente, analitica, contemporanea e sagace, non posso immaginare che nessuno all'interno del team dei creatori avesse visto quel film di cui vi parlavo. Da qui la mia delusione e soprattutto il mio dubbio amletico riguardo al fatto che forse gli sceneggiatori, orfani di quel genio di Mattia Torre, avessero perso qualcosa, avessero perso quel tocco che solo Torre sarebbe stato in grado di dare.

Ma le critiche (ripeto: a quei 2 episodi) non finivano lì e le trovate nel post.

Chiudo questa prima parte con un paio di osservazioni/domande/dichiarazioni sparse.

Quante risate fragorose avete fatto nei primi episodi?

Quante ne facevate in ogni singolo episodio di Boris?

Ecco.

Se siete personcine oneste avrete dato a voi stessi la stessa risposta che io ho dato a me stesso.

Infine, io potrei definirmi un cultore di Boris. Non riesco a contare quante siano le persone, nel corso degli ultimi 13 anni, che sono riuscito a convincere a guardare Boris nonostante la consueta riluttanza di amici, conoscenti, parenti a guardare "roba italiana". Io stesso credo di aver visto ogni puntata più di 3-4 volte, probabilmente decine se contiamo gli spezzoni ingurgitati con gusto durante le pause giornaliere sparse qua e là nel corso degli anni.

Quindi, cari miei, prima di giudicare, riflettete bene su se la vostra cieca lealtà a Boris possa farvi sparare mizzicate sul prossimo.

Ed ora, andiamo avanti.

Terminati i 2 episodi, Boris è andata avanti, regalandoci una parte centrale che, complice anche l'ingresso di guest star che speravamo tornassero, su tutti Corrado Guzzanti e Giorgio Tirabassi ma anche i nostri Martellone e Karin, senza dimenticare la new entry "Tatti Barletta" impersonata dall'ottimo Edoardo Pesce, ha fatto più ridere ed ha affondato il coltello nella carne viva della serialità contemporanea.

Mariano Giusti è tornato ed è stato un piacere. Il suo nevrotico personaggio, a sua volta calatosi nei panni di Giovanni Battista, ha regalato quelli che possiamo considerare i momenti migliori, o almeno tra i momenti migliori. L'analisi goffa sul regno delle armi negli Stati Uniti ed il suo "Pepperoni" rimarranno negli annali come la maggior parte delle cose che dice o fa il maestro della comicità italiana.

Tirabassi, col suo Glauco, ha dato una spinta decisiva allo show per portarlo a quel bel finale molto poco comico e molto più nostalgico.

Karin e Martellone, nel bene e nel male, sono stati se stessi, vittime, forse, dei loro personaggi che, una volta invecchiati di qualche anno, sono sembrati più caricature che altro ma, probabilmente, anche questo era voluto per sottolineare quanto possa essere difficile sopravvivere al me too o ad un personaggio eccessivo per costruire la propria carriera.

Edoardo Pesce, dal canto suo, ha spezzato in 2 la serie con il suo Giuda divenendo la new entry che mancava e che ha dato un respiro tutto nuovo ad uno show che aveva preso una direzione lecita, importante ma forse piatta.

Restando sui personaggi, ed anticipandovi che sto preparando un post con i voti a tutti i personaggi di questa stagione, ho avuto modo di riflettere, soprattutto dopo i commentacci di alcuni di voi, su ogni singolo ritorno.

E la riflessione non era quella che mi sarei aspettato.

Stanis, Renè, Lopez, Duccio sono stati i veri mattatori, uguali a se stessi ma efficaci nel nuovo racconto. Nessuno di loro è sembrato un pesce fuor d'acqua. Neppure per un minuto. Renè è tornato ad essere un pendolo fra la monnezza e la qualità. Stanis un mitomane perennemente a rischio macchietta. Duccio un santone dei nostri strani tempi. Lopez un intrallazzatore di prima categoria, camaleontico come pochi nel destreggiarsi fra il vecchio ed il nuovo mondo.

Accanto a loro un'ottima Corinna, un trio di sceneggiatori (con all'interno un fantasma) sempre in formissima, un'Arianna fedele al suo personaggio e poi qualche vecchio amico invecchiato male, rimasto uguale e tornato da noi un po' spento.

E' il caso di Biascica, molto sottotono, o quello di Lorenzo, completamente avulso dal racconto, o ancora quello di Alessandro, molto forzato nel nuovo ruolo.

Tornare dopo tanti anni provando a lasciare tutto inalterato è stato celebrato come qualcosa di magistrale. Premettendo che prendere una serie di successo, lasciarla identica, cambiando la propria nemesi che allora era la tv italiana (o meglio il "fare" italiano tutto) ed oggi è la tv contemporanea, fatta di streaming, algoritmi, inclusività e diversità, non è a mio avviso qualcosa di difficilissimo da realizzare, specie se hai personaggi che funzionano, resto tra quelli che non si sono sentiti esaltati da ogni battuta di ogni personaggio solo perchè quel personaggio è sempre stato eccezionale e quindi, con una sorta di riverenza, dobbiamo sentirci costretti ad idolatrarlo ad ogni battuta ed ogni sequenza.

No. Non dovrebbe funzionare cosi.

E premesso ancora che, da fan di Boris, e da fan sfegatato di ogni singola battuta di ogni singolo personaggio di quelle meravigliose prime 3 stagioni, non vedevo l'ora di riabbracciarli tutti, ho trovato la storia debolissima e piena di buchi come una groviera.

Il tributo a Mattia Torre e l'effetto nostalgia mi sono sembrati un pretesto furbissimo (e apprezzatissimo) per nascondere l'inefficacia del racconto.

Volete qualche esempio?

Prendetevi qualche esempio cosi potrete scatenarvi ancora dandomi dell'ignorante in materia.

Quale è stata l'utilità di Lalla?

E di un personaggio come la nuova assistente di Renè?

E dei calabresi?

Sono stati dei comic relief che hanno suscitato momenti di ilarità ("è finit o vin") senza mai avere impatto sullo show.

Perchè mostrarci la sequenza di Alessandro a letto con Lalla se poi non si da seguito a quella storyline. Cosi, de botto.

E, venendo allo show ed alla sua accelerata finale mi spiegate come sia possibile che la piattaforma di turno non si accorga del furto di Renè?

E nel momento in cui si accorge di questo enorme furto davvero basta un Renè in calzamaglia sulle note di Dirty Dancing (divertentissimo per carità, ho riso di gusto) per far cambiare loro idea?

Ed è plausibile che Renè riesca a fare la "qualità" con dei ritagli di scene rubate da un set di una serie "de merda" come la vita di Gesù?

La storia, diciamocela tutta, ha pochissimo senso e se questo era capitato anche nelle prime 3 stagioni, a suo modo, era per dare senso all'insensatezza di certe fiction italiane e di un modo di fare "a cazzo di cane" di tante produzioni italiane.