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Dopesick, The Dropout e Dr. Death: la salute come spietata fonte di guadagno e successo

Guardo The Dropout e penso a te.

Penso a The Dropout e penso a te.

Ricordo The Dropout e penso a te.

Nessun pensiero romantico, tranquilli.

La serie tv con Amanda Seyfreid ha avuto un effetto LucioBattistiano tutt'altro che sentimentale.

Ammirare la debacle amministrativa di Elizabeth Holmes e della sua Theranos mi ha riportato alle tante serie che in questi ultimi anni stanno emergendo sul filone "start up" e Silicon Valley.

Dalla sfiziosa e divertente Silicon Valley di HBO a WeCrashed con Anne Hattaway e Jared Leto fino a Super Pumped con Joseph Gordon Levitt, tanto per citare alcuni esempi.

Storie vere o verosimili di giovani aspiranti geni che con le loro invenzioni e visioni hanno provato a cambiare il mondo finendo spesso vittime del proprio egocentrismo e della propria maniacalità.

Non è di quel ramo seriale, però, che oggi voglio parlarvi.

Uno dei meriti di The Dropout, infatti, è stato quello di generare un gigantesco campanello di allarme rispetto ai fenomeni farmaceutici e medicali su cui poniamo spesso la nostra totale fiducia ma che poi, altrettanto frequentemente, finiscono per rivelarsi degli enormi fiaschi, fiaschi che mettono a rischio la salute di centinaia, migliaia, milioni di persone.

Ed ecco allora che, la visione di The Dropout (qui la recensione completa), mi ha fatto riflettere su come negli ultimi 12 mesi siano state prodotte ben 3 serie, tratte da altrettante storie vere, incentrate su eventi drammatici e fraudolenti riguardanti un medico (Christopher Duntsch), un colosso di Big Pharma (Purdue Pharma) ed una startupper (Elizabeth Holmes).

Viste dall'alto di un satellite, queste 3 storie convergono impietosamente fino a collidere in un punto di intersezione chiamato avidità, quella dei magnati, delle aziende che governano il mondo, degli enti regolatori, dei singoli individui.

Senza l'avidità dell'essere umano e dei grandi potentati, Christopher Duntsch non avrebbe potuto emergere fino a diventare uno dei medici più apprezzati degli Stati Uniti, Elizabeth Holmes non sarebbe diventata una delle donne più ricche al mondo e la sua azienda una delle più finanziate di sempre ed infine, Purdue Pharma non avrebbe potuto manipolare dati ed etichette del suo pseudo miracoloso psuedo farmaco nel modo in cui è riuscito a manipolarlo.

Non è un caso se queste 3 vicende siano tutte avvenute negli Stati Uniti d'America, il paese delle opportunità e dei sogni realizzati, la terra dell'impossibile in cui è possibile divenire un'azienda potentissima anche senza avere mai mostrato a nessuno il prodotto miracoloso alla base di quella azienda reputata visionaria.

E' il caso di Theranos, azienda fondata da una donna, una donna giovanissima, una donna coraggiosissima che, come Steve Jobs ed altri, ha avuto il fiuto di mollare l'università per cimentarsi nel suo progetto.

Le persone intorno a lei, i grandi investitori e gli enti regolatori, hanno scelto di vedere ciò che in quel momento faceva comodo a tutti vedere.

La Holmes era una giovane donna imprenditrice con un'idea di base dirompente, ovvero permettere a tutti di poter accedere rapidamente ad analisi del sangue ad ampio spettro.

Una donna che avrebbe cambiato il mondo. Rupert Murdoch, Robert Schultz ed i più importanti investitori d'America avevano scelto di vedere questo. Stop.

La gallina dalle uova d'oro che avrebbe portato enormi dividendi e avrebbe permesso a tutti loro, uomini bianchi ricchissimi di servirsi di un graditissimo pink washing.

E cosi Theranos si è gonfiata a dismisura fino a diventare un'azienda top.

Fino a che, qualche anno dopo, vicende tragiche legate alla psicopatia della leader che tutti bramavano hanno fatto emergere tutta la fuffa di quella inconsistente azienda.

Nel frattempo alcune vite sono state spezzate, altre compromesse, altre fuorviate. Milioni di persone sono state abbandonate alla speranza di poter usufruire di quello strumento tanto millantato ma mai veramente esistito.