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Epicamente verso la fine della stagione

Tante cose sono state dette sin qui ed io ho contribuito al "bla, bla, bla" Mandaloriano con ben 2 articoli sulla terza stagione.

Il primo era un saluto al ritorno di Din Djarin e Grogu mentre il secondo era un soccorso non richiesto ai nostri 2 amici dopo molte polemiche che erano seguite all'avvio della terza stagione.

Oggi, a pochissimi giorni dall'ultimo episodio della terza stagione, ritorno a farmi sentire, un po' per supportare ed incitare i nostri beniamini ed un po' per tirare le orecchie a tutti coloro i quali hanno dubitato, o stanno dubitando, dell'operazione nata con la terza stagione.

Che la terza stagione sia, in un certo senso (ma non troppo), anomala è abbastanza possibile, cosi come mi sembra incontrovertibile ammettere che essa sia stata capace di ampliare enormemente il discorso su l'universo popolato dai Mandaloriani e, come le news più recenti testimoniano, su tutto il discorso relativo a quell'enorme galassia, lontana, lontana che George Lucas immaginò quasi mezzo secolo fa.

Questa apparente increspatura nel viaggio di Din Djarin non sta impedendo alla serie di scalare la classifica seriale più importante dell'anno.

Non ci credete?

Date un'occhiata qui sotto:

Una cosa è certa.

Nessuno di noi si aspettava che la storia andasse a parare proprio dove essa sta andando a parare.

La storia di The Mandalorian non è più "solo" la storia del personaggio interpretato da Pedro Pascal (The Last of Us) e del suo pupazzoso e tenero amico. Da questa stagione in poi essa è diventata la storia di ogni mandaloriano.

Per far si che questa storia fosse abbastanza ampia e abbastanza forte, bisognava aggregare al gruppo qualcuno capace di andare oltre il coraggio di Din Djarin e che riuscisse ad essere un leader, o meglio una leader, più forte, credibile e capace del suo "collega".

Per nostra fortuna Jon Favreau e Dave Filoni, come dei moderni Pollicino, avevano disseminato lungo i campi delle prime 2 stagione tante briciole di pane a forma di personaggi. Uno di questi era Bo Katan, interpretato da Katee Sachoff (Battlestar Galactica) e vera grande protagonista di questa fase.

Il suo personaggio, per fare un parallelo, mi è sembrato assumere una rilevanza gigantesca, quasi biblica e seconda solo a quella che Jon Snow aveva assunto nella grande guerra fra vivi e morti nell'appropinquarsi del leggendario "Winter" di "gameofthronsiana" memoria.

Bo Katan sembra essere l'Azor Ahai mandaloriana, una figura quasi profetica, unificatrice, il cui compito è quello di guidare i giusti (i mandaloriani) alla (ri)conquista di potere, terre e dignità in passato deprivate dall'usurpatore in questo caso rappresentato dall'infame Impero.


In questo senso trovo la terza stagione di The Mandalorian semplicemente epica e straordinariamente ricca di spunti gratificanti per i fan della vecchia guardia ed elettrizzanti per tutti i nuovi.

Non è assolutamente un caso se fra i 3 film recentemente annunciati dalla Disney per il prossimo futuro di Star Wars compare anche un film che si congiungerà direttamente a The Mandalorian, a Mandalore ed i Mandaloriani tutti. Dave Filoni sarà chiamato a tesserne la trama e chiudere (per quanto in Star Wars possa esistere mai il concetto di chiusura vera e definitiva) il discorso aperto qualche anno fa con quella che resta, senza paura di essere smentito, la migliore serie tv incastrata nell'universo che fu inaugurato da Lucas e, molto probabilmente, la migliore serie a catalogo Disney Plus.

La Dark Saber ritornata a Bo Katan è stata sicuramente una delle trovate più semplicistiche di tutte le 3 stagioni. Un modo facile, furbo e privo di complessità per piegare le esigenze di trama alla propria convenienza narrativa ma resta, a mio modo di vedere, una spiegazione plausibile e non forzata. Poco originale, poco emozionante, poco interessante e, appunto, furbissima, ma comunque non forzata. Bo Katan ha innumerevoli volte salvato la vita di Din Djarin in questa stagione ed in una di queste occasioni lo ha fatto sconfiggendo un nemico che, nel frattempo, aveva battuto Din sottraendogli la potente spada. Battere colui che ha battuto Din equivale, a livello logico, ad avere diritto a possedere la agognata Dark Saber.

Il fatto che questo passaggio di consegne avvenga senza spargimento di sangue, con Din Djarin che offre la spada al servizio della nuova leader e con Bo Katan che rifugge vecchi metodi e si trasforma in un'eroina più saggia, avveduta, meno sconsiderata e avventata, ci da l'idea di quanto sia evoluta la storia e con essa i suoi personaggi.

Il ritorno dell'impero, la ricomparsa di Moff Gideon, l'assedio di Mandalore, le crepe nella Repubblica e quelle nella Forza, ci restituiscono uno show che, ad un passo dalla fine, riesce ad essere efficace ed incisivo ma anche molto molto più gigantesco a livello narrativo di quanto ci si potesse attendere all'inizio.

Godiamoci il finale e mettiamo via i blazer. Contro The Mandalorian c'è poco da combattere. Vincerà sempre lui.

Con, o senza, Dark Saber.



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