Se la polemica rispetto all'esordio di The Rings of Power impazza, un motivo ci sarà.
Se House of The Dragon (qui la recensione del più recente episodio) che parallelamente viaggia su binari più avventurosi, adrenalinici e scoppiettanti sembra essere maggiormente gradito dal pubblico, un motivo ci sarà.
Se con circa 50/60 milioni di dollari elargiti per confezionare ogni episodio, il pubblico si aspettava qualcosa di più, un motivo ci sarà.
Se i lettori del libro incalzano, un motivo ci sarà.
Se i non lettori del libro denotano problemi diffusi, un motivo ci sarà.
Se dopo 3 episodi fatichiamo a riconoscere un singolo personaggio, un motivo ci sarà.
Ci sarà un motivo se, a quasi metà corsa, The Rings of Power fatica cosi tanto a farsi largo nel cuore degli spettatori.
Alcuni problemi erano emersi già in occasione del pilot (qui trovata la recensione completa dei primi 2 episodi) ma avevo, personalmente, provato a smorzarli in favore di una lettura "costruttrice" degli eventi narrati.
Che la scelta degli autori sia quella di prendersi il tempo necessario per introdurre storyline e personaggi mi sembra abbastanza chiaro. Scelta che reputo, tendenzialmente saggia, purchè, prima o poi, si inizi a spingere sull'acceleratore.

Il terzo episodio, dal titolo Adar, non sembra risolvere i problemi, i dubbi, che erano emersi in occasione della visione dei primi 2 episodi. Per dirla in maniera più semplice ed estesa, anche Adar si mostra con gli stessi pregi e gli stessi difetti (ammesso che siano pregi e difetti quelli denotati) delle prime 2 puntate.
I personaggi faticano ad "arrivare" al cuore dello spettatore, gli effetti visivi stupiscono molto (specie nella bellissima sequenza di approdo al porto di Numenor), tutte le storyline avanzano di qualche passo, il finale offre un cliffanger che promette grandi cose, c'è pochissimo spazio per il furore effimero o concreto della battaglia, la mappa aiuta nella comprensione del dove siamo, le interconnessioni tra i personaggi iniziano a palesarsi, il ritmo non agevola la visione, la sensazione che con quel budget si potesse fare molto meglio è lì, resta con noi fortissima.
Tutto molto simile, quasi identico, in termini di esperienza visiva ed emozionale, a quanto avevamo assistito all'esordio.
Non è detto che sia un male ma, di certo, non è detto che sia un bene.
In molti parlano di fan fiction, altre persone, anche molto attente e competenti, parlano di grande flop. Si sbagliano? Esagerano?
Non credo si sbaglino ma credo, al tempo stesso, che esagerino.
Altri, al contrario, apprezzano la lunga fase di costruzione e ammirano i fasti digital-visivi che questo kolossal riesce ad offrire. Si sbagliano? Esagerano?
Ancora una volta, non credo si sbaglino ma credo, al tempo stesso, che esagerino.
Non mi interessa molto entrare nel merito del cosa è successo. Non ci tengo molto a sviscerare l'incontro fra l'elfa Galadriel ed il popolo di Numenor, cosi come non credo sia importante oggi elucubrare sull'identità misteriosa del re di Southland che finge di essere qualcun altro, cosi come non credo conti a qualcosa parlare degli orchi e dell'avvento di Aldar o delle finora abbastanza inutili stori dei Pelopiedi.
Non mi interessa quasi mai, a parte rari casi (vedi Better Call Saul o L'amica Geniale e pochi altri) parlare nel dettaglio di cosa sia accaduto nel singolo episodio, e men che meno voglio farlo qui al cospetto di un'opera maestosa su cui dobbiamo e vogliamo ancora capire molto in termini generali.
E' molto più importante, a mio avviso, andare a fondo di quello che questi primi episodi ci lasciano, sia in termini relativi che assoluti.

Ci sono 2 aspetti cruciali sui quali possono basarsi, rispetto a The Rings of Power, le nostre sensazioni rispetto a questo mastodontico show.
Il primo è legato al budget mostruoso che autori e showrunner hanno avuto a disposizione.