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Partings è il miglior episodio di The Rings of Power sin qui (e questo dovrebbe dirci qualcosa...)

Non nascondiamolo.

Finora, The Rings of Power ci ha deluso moltissimo.

Qualcuno è speranzoso.

Qualcun altro guarda il bicchiere mezzo pieno.

Altri si fanno accecare da una spettacolare CGI.

Molti, moltissimi, però, stanno lamentando una scarsa efficacia della serie tv più attesa degli ultimi anni, una serie per cui un miliardo di dollari è stato già stanziato ed altre decine di milioni di dollari potrebbero essere messe a budget per permettere allo show di essere all'altezza delle aspettative.

Come i primi episodi ci hanno dimostrato, però, non basta avere un budget elevato ed un materiale di partenza pazzesco per garantire qualità e successo. Nella maggior parte dei casi, infatti, sono gli autori, gli sceneggiatori, gli showrunner e gli attori a fare la differenza ed in questo momento, The Rings of Power, sembra essere sprovvisto di autori, sceneggiatori, showrunner ed attori di livello.

Il ritmo latita, la scrittura non è efficace, la storia non decolla, i personaggi non lasciano il segno.

Partings, quinto episodio dello show, sarà riuscito a limare qualche dettaglio e recuperare il gap accumulato negli scorsi episodi?

La risposta è si, ma frenate gli entusiasmi, i difetti son tutti ancora lì ma vengono acuiti da un ritmo leggermente più veloce, molte svolte narrative, la netta sensazione che ci si stia preparando per il gran finale, un'epicità più concreta ed uno svolgersi degli eventi molto più organico.

Se analizzate questo episodio, infatti, tutti i protagonisti principali hanno un discreto spazio, da Galadriel ad Isildur, passando per Durin ed Elrond, per finire ad Arondir, Nori e Adar.

Ci sono tutti e questo consente alla storia di non sfilacciarsi.

Avvertiamo, come dicevo, un concreto passo avanti rispetto agli eventi.

Adar raduna il suo esercito.

Arondir compie il suo destino accanto agli uomini.

L'alto re rivela ad Elrond la verità.

Elrond e Durin sugellano la loro amicizia con un nuovo patto.

Nori e l'uomo misterioso hanno un incontro-scontro che li porta ad uno step successivo del loro rapporto.

A Numenor si è pronti a salpare.

Halbrand abbraccia il suo vecchio/nuovo ruolo.

Galadriel conquista la fiducia di molti.

E' un episodio che, pur non brillando, racconta qualcosa e va avanti e questo è, in ogni caso, un buon segno.

L'altra cosa che ho molto apprezzato in questo episodio sono gli scambi, i dialoghi fra i vari personaggi. Non sempre eccezionali ma, finalmente, efficaci nel tratteggiare rapporti, tensioni, bugie e sinergie fra i vari pedoni sulla scacchiera.

Prendete la rivelazione che l'Alto Re fa ad Elrond. E' una rivelazione fondamentale, e sebbene pecchi (ancora una volta) di essere didascalica, molto didascalica, che sposta gli equilibri e crea una tensione fortissima fra i 2 elfi ed un tormento interiore non da poco per Elrond. Un tormento che lo porterà a rivelarsi a Durin piuttosto che giocare e tramare alle sue spalle come, invece, l'Alto Re aveva fatto con lui. E' un momento importante per il personaggio poichè lo guida verso un percorso di cui questa buona azione, questa onorevole scelta, potrebbe essere il primo tassello verso un eroismo epico di cui tutti crediamo si possa sentire un gran bisogno prima o poi rispetto a questo personaggio.

Ce ne sono tanti di momenti di questo tipo.

Halbrand e Galadriel, Nori e l'uomo delle stelle, Arondir e Bronwyn, tutti vivono un qualche momento catartico rispetto ai rapporti che li dominano.

La pecca, come detto, è che spesso tutto è molto raccontato, rimarcato, sottolineato, quasi come se lo spettatore dovesse essere costantemente imboccato e questo, ovviamente, non è un bene.

Se tra i personaggi c'è una costante e crescente evoluzione, lo stesso si può dire per la trama, per la grande battaglia che tutti aspettiamo.

I 5 episodi l'hanno costruita abbastanza bene ma forse troppo lentamente.

In questo episodio, per la prima volta, abbiamo la netta sensazione che qualcosa stia, realmente, per accadere.

Adar è pronto.

Numenor si è schierata.

Gli uomini si dividono ma la metà di loro lasceranno proteggersi da Arondir.

La verità sul Mithril è stata svelata.

Tutti hanno qualcosa in più che li spinga a mettersi in gioco.

Su questo aspetto, la vera rivelazione della puntata è Galadriel, personaggio che ho spesso criticato in passato.

L'elfa dimostra tutto il suo talento in un duello con uno, due, tre, quattro, cinque aspiranti guardie del mare, lasciando a bocca aperti gli istanti ed ispirando, più di qualsiasi discorso motivatore, i giovani guerrieri di Numenor.

Galadriel riesce, non solo grazie a quel gesto, a convincere Halbrand ad abbracciare il suo destino.

Se, come e quando si compirà lo vedremo.

Southland aspetta.

Partings è stato, dunque, un episodio veramente rilevante dal punto di vista narrativo.

Tante svolte che attendevamo si sono palesate a noi.

Molti personaggi hanno mostrato un lato più accattivante, altri uno più tragico e solenne. In qualche modo, ci sentiamo più connessi a loro rispetto ad un paio di episodi fa.

Resta, però, fortissima, la sensazione di essere al cospetto di una serie pensata malissimo, canonica, classica e poco originale, una serie mastodontica in cui nessuno ha voluto prendersi rischi narrativi importanti. Tutto fila lentamente verso naturalissime evoluzioni da tutti noi attese, senza grosse sorprese, senza grossi drammi.

Ci aspettavamo molto di più.

Forse si può ancora fare qualcosa per rimediare.

Forse non è ancora troppo tardi.

Forse Partings è quell'episodio che sancirà un cambio di passo definitivo.

O almeno è quello che tutti, lettori e non, fan e non, speriamo.


Qui trovate le recensioni degli episodi precedenti:




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