Ricordate qualcosa che abbia generato un hype maggiore?
I libri di Tolkien sono la vostra Bibbia?
Attendevate questo momento da 2 anni?
Il 2 settembre 2022, oltre ad essere una data con molti "2", ha segnato la partenza di quella che possiamo definire come la serie più attesa della storia della tv (o sto esagerando?).
The Rings of Power (in Italia edito come Gli Anelli Del Potere) rappresenta l'adattamento seriale del romanzo celeberrimo (e delle sue appendici) di Tolkien.
Ambientato anni prima delle vicende narrate, cinematograficamente parlando, ne Lo Hobbit e ne Il Signore degli Anelli, The Rings of Power arriva su Amazon Prime Video con un carico di aspettative che pesa più di un camion di Osmio (ancor più di quanto avvenne lo scorso anno per Foundation).
Gli autori avevano, ed avranno, il compito di non deludere nessuno.
Dovranno vedersela, infatti, con i microscopi dei fan della saga cinematografica, con i lettori del libro e con i puristi della serialità, tutti pronti a passare al setaccio questo e quel personaggio, questa e quella location, questa o quella smorfia, questa o quella parola e cosi via.
Le polemiche divampano, e spesso sono risibili.
C'è chi parla già di capolavoro e chi parla di flop.
Chi avrà ragione?
Premesso che se state aspettando la mia opinione allora avrete anche voi colto un senso di disorientamento nel leggere le opinioni in giro per il web.
Ho letto, in molti blog e quotidiani, blogger e critici parlare di capolavoro.
Addentrandomi sui siti specializzati e rovistando nei commenti sui social media ho anche percepito un certo disappunto rispetto alla serie, considerata, almeno nei suoi primi 2 episodi, un discreto insuccesso.
Smettetela.
Smettetela subito di gridare al capolavoro.
Smettetela immediatamente di dire che è una ciofeca.
Son trascorsi solo 2 episodi e polarizzare cosi tanto i pareri, specie rispetto ad uno show di questo calibro, è un approccio molto immaturo.
La verità non sta nel mezzo e non sta negli estremi, non in questo caso.
E' tempo di godersi il viaggio e attendere l'evoluzione di una storia che, nei suoi 2 episodi, viene introdotta, e bene, e viene introdotta mostrando quanto questa produzione possa essere monumentale in termini visivi, scenografici e digitali.
Il giudizio sulla direzione che lo show vorrà prendere è, dunque, sospeso.
Better Call Saul ha impiegato anni a conquistare il titolo di capolavoro.
Le vere delusioni, d'altro canto, hanno impiegato pochi minuti per manifestarsi in tutta la loro pochezza.
Gli Anelli del Potere non è nè l'una, nè l'altra e, probabilmente, non sarà mai ne l'una o nell'altra, almeno questa è la sensazione che mi lasciano i primi 2 episodi.
Che l'hype fosse elefantiaco era prevedibile e, forse, doveroso.
Aldilà dell'eredità che la serie doveva rispettare, legittimare e glorificare, c'era un tema meramente produttivo ed economico che lasciava di stucco e con ottime speranze.
Circa un miliardo di dollari sono stati spesi per acquisire i diritti letterari e per mettere in cantiere la serie.
Uno sforzo senza precedenti che testimoniava la volontà di Amazon di rendere onore ad una delle saghe più amate di tutti i tempi.
I primi 2 episodi ci dicono che quegli sforzi hanno dato, almeno dal punto di vista grafico e visivo, i propri frutti. La pulizia degli effetti digitali, la verosimiglianza dei luoghi mistici e fantastici che popolano un universo come quello delle Terre di Mezzo e di tutti gli altri territori immaginari, è sbalorditiva. I personaggi di fantasia più poderosi, dal troll delle nevi al verme, passando per orchi ed il temutissimo Sauron, sono resi benissimo. Ottima, anche, la breve ma evocativa sequenza di battaglia che ci viene mostrata nei primi minuti dello show.
Da questo punto di vista, insomma, le premesse sono eccellenti.
Qualcuno, forse, si sarebbe aspettato di più ma è pur vero che una serie del genere non può, e non deve, permettersi di sparare tutte le cartucce all'inizio per poi, eventualmente, trascinarsi stancamente.
Bene, dunque, in termini tecnici.
Ed in termini narrativi?
Come saprete, se siete assidui lettori del blog (confessatevi subito se non lo siete!), non amo fare raffronti fra romanzi e serie, fra film e serie, quando essi sono correlati da un rapporto di paternità/fratellanza cross-mediale.
Per me, in soldoni, una serie va valutata a prescindere da se sia tratta dal libro più figo del bigoncio o dal film più premiato di tutti i tempi. La serie, in questo caso Gli Anelli del Potere, va valutata per quello che essa sa offrire, per come riesce a costruire il proprio castello narrativo, per quello che è l'impatto complessivo rispetto alla storia recente della serialità.
E' solo sganciandomi da queste relazioni che potrò riuscire ad esprimere al meglio un giudizio serio, e non condizionato sul materiale seriale.
Ecco che, dunque, il giudizio sui primi 2 episodi dello show di Amazon Prime Video si fa leggermente più tiepido.
Partiamo da una considerazione banale.
Il casting.
Al termine dei primi 2 episodi non mi è rimasto sotto pelle neppure un personaggio.
Galadriel (Morfyd Clark), che è forse il personaggio con il maggior minutaggio nel dittico iniziale, non mi è per nulla piaciuta. Poco espressiva, poco intensa, poco incisiva rispetto a quello che il suo ruolo imporrebbe.
Molto meglio Elrond (Robert Aramayo) che ha impersonato molto più naturalmente quanto veniva richiesto, idealmente, dal proprio personaggio.
Nori e Arondir degni di una menzione ma per il resto nulla da segnalare.
E' una considerazione che, ripeto, rischia di essere opinabile e banale ma credo che dopo 132 minuti in compagnia di vari personaggi, il fatto di non aver "legato" ancora con nessuno non rappresenti un segnale molto incoraggiante.
Rispetto alla trama sospendo, invece, totalmente il giudizio. L'ho trovata ampiamente introduttiva e questo, a dirla tutta, mi allieta. Trovo questa scelta molto saggia e foriera di una volontà manifesta di costruire bene l'impalcatura sulla quale si reggerà un racconto cosi ampio e cosi ricco di incastri, rimandi e avventure. Ho apprezzato molto la voglia di non velocizzare il tutto, rischiando, poi, di essere frettolosi.
Come vedete, ho evitato spoiler.
Non credo servisse addentrarci nella trama, nota a molti e ancora molto acerba.
Era importante, secondo me, offrirvi un punto di vista immediato e istintivo su quello che una serie cosi rilevante e attesa mi avesse lasciato.
Voglio terminare, però, con qualche considerazione "di pancia", ancor meno ragionata di quelle fatte in precedenza.
In queste settimane vi è stato l'esordio di un'altra serie fantasy attesissima e che nasceva con premesse molto meno fauste.
Si tratta, ovviamente, di House of The Dragon, prologo di Game of Thrones, in onda, in questi giorni su HBOMax.
Ho avuto la fortuna di assistere ai primi 2 episodi de Gli Anelli del Potere all'interno di una settimana in cui ho avuto modo di visionare e commentare i primi 2 episodi dello spinoff de Il Trono di Spade (qui trovate le recensioni di dettaglio).
Devo ammettere che il brivido che mi ha provocato House of The Dragon è stato molto più piacevole e profondo di quello che, invece, mi ha provocato l'adattamento seriale di The Lord of The Rings. Il confronto, ad oggi, vede House of The Dragon abbondantemente avanti nel giudizio e questo, gioco forza, rappresenta un primo warning per i fan dello show di Amazon Prime Video.
Se dovessi, sempre per parallelizzare, accostare le sensazioni lasciate da The Ring of Power a quelle generate da altri eventi televisivi recenti, vi direi che siamo molto più vicini a quelle lasciate da The Witcher e The Wheel of Time, non esattamente le serie che ho preferito negli ultimi anni ma che, comunque, ho guardato con piacere.
The Rings of Power è ampiamente avanti alle 2 serie sopracitate per il momento ma, ancora una volta, questo accostamento è atto a darvi la percezione di come lo show abbia lasciato tante sensazioni positive ma anche alcune sensazioni negative.
Il giudizio, pertanto, resta, come detto già un paio di volte, sospeso.
Ci riaggiorneremo di certo. Molto presto.
Voto Pilot: 7,5
Voto 1x02: 7
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