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Good Omens: Sheen + Tennant verso l'apocalisse

Sta arrivando l'apocalisse?


Meglio leggere un fumetto?


Meglio guardare una serie tv?


Con Good Omens potrete disporre di tutto ciò, grazie al tema (l'apocalisse), alla genesi fumettistica e alla trasposizione seriale.

E poi potrete godere di una delle coppie di attori più in forma del momento.

Amici per la pelle (come ha dimostrato Staged di cui vi ho parlato in questa recensione).

Attori con la A maiuscola.

Personaggi che all'interno dell'universo delle serie tv hanno fatto la storia.

Non saranno i soli grandi attori presenti nello show di Amazon Prime Video ma la loro alchimia basterà per garantirvi qualche ora di spensierato intrattenimento.

Son passati circa 3 anni dall'uscita di Good Omens ed oggi voglio (perchè mi va) riproporvi qualche considerazione sparsa sulla serie prodotta da Jeff Bezos e compagnia cantante.

La primavera del 2019 stava oramai scemando quando in tutto il mondo si stava registrando una spasmodica attesa per l'adattamento seriale di "Good Omens", serie tv tratta dall'omonima, e famosissima, graphic novel scritta e disegnata da quel geniaccio prolifico di Neil Gaiman, e che in Italia era, ed è, nota con il titolo bonaccione di "Buona Apocalisse a tutti".

L'enorme attesa era giustificata sia a causa della sorgente da cui la serie si abbeverava ma anche per la composizione del cast, in particolar modo quello che faceva riferimento ai 2 personaggi principali ed ai 2 straordinari interpreti che si accingevano a calarsi nella parte.

I 2 angeli caduti in volo (Battisti e Mogol siete sempre stati troppo oltre) e non, protagonisti dello show di Amazon Prime Video sarebbero state 2 vecchie e lietissime conoscenze del variegatissimo popolo seriale, vale a dire i 2 amiconi per la pelle Michael Sheen & David Tennant.

I nostalgici di Masters of Sex ed i fan di Doctor Who (nonchè del recente e ottimo Criminal) avevano drizzato le antenne su questo titolo e, ad alimentare ulteriormente la curiosità era stata la notizia bomba per cui avremmo visto in azione anche Jon Hamm, l'indimenticabile Don Draper di Mad Men, il quale era stato scelto come specialissima e graditissima guest star nei panni del famigerato arcangelo Gabriele.

I 6 episodi che avrebbero composto la prima stagione della serie confermavano come l'ottimo, e celebre, materiale di partenza ed i nomi coinvolti a vario titolo nello show avrebbero potuto poi effettivamente essere il valore aggiunto di un prodotto che avrebbe tuttavia faticato a far emergere appieno le grandissime potenzialità che essa era chiamata ad esaltare.

Una serie da 7 in pagella, non da 10 come in molti si sarebbero attesi, forse anche un pò ingenuamente.

Promossa a pieni voti ma senza far urlare al miracolo, anzi a ben vedere sono molti i motivi che inducono a pensare che questa sia stata una grande occasione sprecata.

Eppure di miracoli ne è zeppa questa serie che mette al centro l'imminente apocalisse ed il rapporto millenario fra un angelo ed un demone. Rapporto che permetterà di provare ad evitare la fine del mondo in un gioco delle parti intelligente e divertentissimo.

Proprio l'alchimia fra i 2 protagonisti è la carta vincente della serie.

Si viaggia nel tempo, si lanciano riferimenti variegatissimi, si gioca sui grandi eventi della storia ed è ogni volta un piacere ed una sorpresa vedere Crowley ed Azraphael interagire.

2 facce della stessa medaglia, 2 opposti che tuttavia convergono nel desiderare di essere umani o almeno parte di quella razza umana tanto stupida e masochista quanto splendida ed unica proprio grazie alle sue imperfezioni.

Il personaggio di Jon Hamm appare poco ma ogni volta buca lo schermo con il suo magnetismo demenziale ed irriverente. Dopo The Good Place e Miracle Workers la serialità punta ancora una volta in alto, ambientando un prodotto importante nelle sale del paradiso e dell'inferno, come se questo fosse un nuovo filone da percorrere per l'industria dell'entertainment.

La serie è dunque molto godibile e riuscitissima in alcuni elementi.

Lo è meno quando prova a mettere sul piatto nuovi temi e nuovi personaggi che nonostante un minutaggio non risicatissimo non sempre riescono a splendere. Inoltre la risoluzione del tema principale e della storyline relativa all'apocalisse appare affrettata e, soprattutto, sembrano vanificate tutte le premesse succose relative ai 4 cavalieri dell'apocalisse, di cui praticamente si sarebbe anche potuto fare a meno in funzione del plot.

La serie dunque è consigliata, è da vedere ma senza grossissime aspettative. Appare in un'annata strana come quella del 2019, non eccezionale nella prima parte ma che tuttavia ha sfornato veri e propri capolavori nella sua seconda metà, da Fleabag a Barry, da Too Old too die Young a Chernobyl.

Annata divenuta straordinaria proprio quando un adattamento, quello più atteso, di una graphic novel, ha fatto capolino sulla HBO, scardinando quanto avevamo conosciuto finora, dominando gli Emmy 2020, spazzando via la concorrenza. Watchmen depotenzia ancor di più Good Omens, in un parallelo impietoso su come andrebbe riadattata una storia e come invece non andrebbe fatto.

Sarà per la prossima, per la prossima apocalisse.

 

Sviluppo Personaggi: 9

Complessità: 7,5

Originalità: 7,5

Autorialità: 4

Cast: 10

Intensità: 4

Trama: 6

Coerenza: 6

Profondità: 6,5

Impatto sulla serialità contemporanea: 3

Componente Drama: 6

Componente Comedy: 6

Contenuti Violenti: 4

Contenuti Sessuali: 2

Comparto tecnico: 6

Regia: 5

Intrattenimento: 9

Coinvolgimento emotivo: 6,5

Soundtrack: 5

Stagione di riferimento: 1

Produzione: Amazon Prime Video

Anno di uscita: 2019

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