A mia memoria, soprattutto in riferimento ad alcune delle serie più longeve, ricche di stagioni, e dunque di seasons finale, sono stati tantissimi i season finale nei quali succedeva pochissimo di veramente scoppiettante poichè gli autori prediligevano costruire l'attesa per l'anno successivo confezionando episodi, ciò non di meno, bellissimi e densi, conditi da cliffhanger succosissimi o da minuti conclusivi carichi di tensione che però sarebbe esplosa mesi o anni dopo all'interno della stagione successiva.
Dal We Have To Go Back di lostiana memoria o dalla scioccante scoperta di Debra sul finale della sesta stagione di Dexter, passando per il campanello della porta di Gale che suona su uno dei più bei finali di stagione della storia della tv a cura di Vince Gilligan nella terza stagione di Breaking Bad e poi ancora Mad Men, The Wire e tanto ancora.
Non necessariamente, in questi episodi venivano mostrate svolte di rilievo, teste mozzate, sparatorie o, in linea generale, un'azione vorticosa messa in moto dagli eventi. Non ricordo di rivolte popolari in quei casi ne di un furibondo puntare il dito nei confronti degli autori di quegli episodi. In questi giorni sta accadendo l'esatto contrario per The Queen Who ever Was, episodio conclusivo dell'ottima seconda stagione di House of The Dragon, stagione che sembra essere diventata una delusione per molti, un fallimento per altri proprio a causa di questo episodio.
Il motivo?
Non succede nulla e tutto è rimandato alla terza stagione, almeno a detta dei tantissimi detrattori.
A loro mi rivolgo con un sorpreso "e quindi?".
Venivamo da un settimo episodio scoppiettante, gagliardo, importante che sembrava, come io stesso avevo avuto modo di commentare in questo post, aver messo sulla scacchiera i vari pedoni al fine di prepararci ad una guerra imminente.
A quanto pare per la maggior parte di critici e spettatori, imminente equivaleva al "prossimo episodio" viste le bordate fioccate da tutte le parti, anche da testate insospettabili con le quali sono solito andare daccordissimo in termini di analisi seriale.
Nel season finale non scoppia la guerra ma la si prepara. Non esplode la tensione ma la si costruisce in maniera potentissima. Non si vedono draghi sputare fiamme ma minacciare un conflitto che già sappiamo essere inevitabile.
Le palle di cannone sono nel cannone ma nessuno ha visto cannoni sparare. I centometristi sono in pedana ma lo starter non ha ancora dato il via alla gara con il suo consueto colpo di pistola. Lo farà dopo la pubblicità. E quindi?
Dove sarebbe il problema?
Il season finale di House of The Dragon affronta innumerevoli storyline nel tentativo di farle convergere e preparare il terreno più fertile possibile per quella che sarà una sorta di Guerra Mondiale a Westeros dove ad aerei di combattimento e grosse navi verranno sostituiti draghi e cavalieri a cavallo. Riuscire a chiudere una stagione, tra l'altro più breve del solito (ed ora ne capiamo il motivo), con tutti e due gli eserciti schierati ed un paio di variabili impazzite di cui tenere conto (Tyland ad Essos, Baela nelle Riverland) e con un paio di snodi cruciali che nessuno di noi avrebbe mai immaginato di vedere sciolti in questo modo.
Daemon, dopo essere finito in purgatorio ad Harrenhal per quasi tutta la stagione (e questa, se vogliamo, è una delle note dolenti vere di questa annata), getta la maschera e dichiara fedeltà eterna a Rhaenyra in una scena molto potente e molto inattesa. Le visioni avute in questo episodio da Daemon, oltre a riconnetterlo a Rhaenyra, riescono a dare un senso di grande unità al grande racconto iniziato con Game of Thrones, riportando alla nostra memoria (e attenzione) l'inverno che sta arrivando, Daenarys, il corvo a tre occhi ed Azor Ahai, tra le altre cose.
Altro snodo cruciale è stato il bellissimo confronto fra Alicent e Rhaenyra, stavolta a Dragonstone e con prospettive e ruoli ribaltati rispetto all'incontro avvenuto qualche episodio fa ad Approdo del Re. Stavolta è la regina Madre a soccombere, a invocare la pace, ad esortare Rhaenyra di trovare una strada più mite per ottenere lo stesso fine. "A Son for A Son" sarà il prezzo che Rhaenyra chiederà ad Alicent di pagare, rimando straordinario al primo episodio di questa stagione.
Nel mezzo i semi di drago che cavalcano e assaporano la loro nuova situazione.
I simpatici siparietti ad Essos.
Un Aegon in fuga (e questo sarà un grosso punto di rottura nella terza stagione vista la promessa fatta da Alicent).
Un Aemond impaurito e soprattutto una Haelena grandissima e inattesa protagonista grazie al suo misterioso potere visionario che la renderà un collante determinante fra le due fazioni proprio come suo zio Daemon con il quale incrocerà corpo e sguardo in quella fatidica visione che Daemon avrà prima di inginocchiarsi a Rhaenyra.
Succede questo e molto altro in questo episodio "noioso", "di attesa", "privo di azione" con il quale House of The Dragon saluta i suoi fan dando loro appuntamento fra più o meno due anni.
Prima di concludere, faccio notare come nella stessa Game of Thrones quasi tutti i season finale erano calmi, di costruzione, di chiusura del cerchio mentre i penultimi episodi (i famosi episodi numero 9 di GOT) erano ricchi di colpi di scena, immagini cruente, azione.
Le nozze rosse furono mandate in onda all'interno di un nono episodio, cosi come la battaglia di Blackwater o la leggendaria Battaglia dei bastardi. A voler fare un accostamento, The Red Sowing ha avuto il compito di caricarci emotivamente con un episodio formidabile mentre questo The Queen Who Ever Was ha avuto l'onere di mettere ordine nel grande campo minato di Westeros (ed Essos) preparando il terreno ad una guerra che verrà, e come se verrà, e per la quale, da buoni serialfiller (dovremmo essere abituati alle attese, ai cliffhanger, ai salti temporali tra una stagione e l'altra) non dovremmo avere fretta visto che, come la storia seriale recente spesso ci ha insegnato (cosi come un famoso spot pubblicitario), l'attesa del piacere, a volte, è essa stessa il piacere.
Non credete?
Voto 2x08: 8
Voto Stagione 2: 8++
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