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House of The Dragon: The Green Council è il ribaltone che aspettavamo

Che potenza narrativa che sta dimostrando House of The Dragon.

Se devo schierarmi nelle fila di qualche casata mi schiero, senza dubbio, fra quella degli entusiasti.

La serie di HBOMax ha saputo farci respirare, nuovamente, le atmosfere di Game of Thrones senza mai perdere di vista il racconto che stava sviluppando.

Quella dei Targaryen è una storia tragica per tante ragioni.

Questo episodio, ed il precedente bellissimo episodio (qui la recensione), ci mostrano come quella casata fosse nel suo pieno splendore e praticamente imbattibile nell'epoca raccontata nello show eppure il fattore umano ha scatenato una serie di situazioni che l'avrebbero portata inevitabilmente alla rovina come noi ben sappiamo avendo visto Game of Thrones.

La cosa ancor più sconvolgente è che il seme della discordia ed il germe della catastrofe si annidano in una generazione di Targaryen che vedeva al potere il suo uomo più saggio e forse lungimirante, non a caso passato alla storia come Re Viserys "The Peaceful". Il re ha vissuto una vita segnata dalla ricerca della pace, interna e globale, anche a costo di scelte poco gloriose e destinate a non essere tramandate di generazione in generazione.

Eppure, o forse non a caso, la sua morte ha segnato la fine di quella pace tanto agognata e faticosamente raggiunta, aprendo la strada ad una lotte di potere che viene magistralmente raccontata nel nono episodio, dal titolo The Green Council.

Come si chiude l'episodio è oramai storia, con Rhaenis (altro personaggio secondario dalla dignità ed il coraggio impeccabilmente delineati) che, in sella al suo gigantesco drago, mostra tutto il suo disappunto per l'incoronazione truffaldina, non meritoria e non "legale" di Aegon, primogenito di Alicent e Viserys ed erede al trono mai designato.

La costruzione di quel finale e di quella controversa incoronazione, però, vale il prezzo del biglietto.

Si parte da una menzogna, quella di Alicent che altro non fa che accelerare quel piano segreto che tutto il concilio ristretto, guidato dallo spregiudicato Otto Hightower, stava escogitando da tempo.

Alla morte di Viserys tutto avrebbe preso forma.

Rhaenira e Daemon sarebbero stati uccisi, i lord dei 7 regni sarebbero stati messi di fronte al fatto compiuto, col sangue e la violenza si sarebbero messi a tacere i contrari al golpe e chiunque avesse una linea diretta con la figlia del re.

Alicent, pur guidata da intenti diversi, libera il concilio dalla riservatezza e concede a tutti di muoversi con rapidità e tempestività.

Tutti tranne uno.

Lord Lyman, infatti, si ribella e cerca di impedire al concilio di avviare quel folle piano.

La sua fine, di fronte agli occhi della regina, intanto seduta al posto per anni preso dal defunto marito, è tragica e cruenta ed avviene per mano di un Ser Criston Cole sempre più fuori controllo.

Sono lontani i tempi in cui il cavaliere aveva occhi dolci e sguardi da bambolotto. La scelta di Rhaenira, molti anni addietro, lo hanno spinto ben lontano dalla retta via, guidato dalla manipolazione di una Alicent grande protagonista di questo episodio.

La sua lucidità nel rivelare una fake news come quella che avrebbe visto suo marito sussurrarle, in punto di morte, di aver cambiato idea sulla successione al trono, la dice lunga sullo status della regina, grande burattinaia degli eventi a palazzo.

Un barlume di umanità, certo, si annida in lei ma non è sufficiente.

Impedire a Rhaenira di ascendere al trono, resta un fatto imperdonabile, reso solo meno crudo dalla volontà di vedere la sua ex amica di infanzia via e sottomessa piuttosto che morta violentemente.

C'è spazio ancora per una ribellione, questa volta non punita con la morte e questa volta ancora più solenne e vissuta a testa altissima.

E' quella del comandante della guardia reale che si rifiuta di rispondere ad Otto e di mettere in atto il suo piano.

Il piano, dunque, va avanti spedito.

La notizia della morte di Viserys resta a palazzo. Rhaenira non verrà a saperlo.

Nessuno oltre al concilio lo sa.

Il primo atto è, dunque, quello di informare i Lord delle varie casate e portarli a sè, tenerli stretti in vista del golpe. Tutti, o quasi, si inchinano alla nuova gerarchia. Qualcuno si rifiuta.

Finirà impiccato.

La tensione cresce.

Cosi come la paura.

Ed Aegon?

Intanto Aegon è smarrito in città, chissà in preda a quale depravazione.

Aemond e Criston Cole da una parte, ser Erryk e suo fratello dall'altra, si dirigono tra le pulci ed i poveracci di Approdo del re in cerca del futuro re.

I primi per mandato di Alicent, gli altri per conto di Otto.

E' una corsa contro il tempo che ci permette di vivere uno spaccato della vita del futuro sovrano, fatta di eccessi, figli bastardi, depravazioni di ogni tipo, lotte fra bambini, prostitute e chi più ne ha più ne metta.

E questo instilla in noi (ed in un Aemond) il grande dubbio. Aegon può essere un buon sovrano?

La domanda è retorica ed impone una risposta netta ed ovvia.

Aegon è quanto di più lontano possa esserci dall'idea di un sovrano saggio, avveduto ed equilibrato.

Con lui il regno è destinato ad implodere.

Aemond questo lo sa cosi come tanti altri.

La ruota, però, ha iniziato a girare e nessuno potrà fermarla.

L'incoronazione arriva ed il popolo di pecoroni, dapprima silenzioso e spaesato, applaude ed inneggia ad un re incerto, illegittimo e senza alcuna qualità a cui affidarsi.

Tutto è fatto in fretta e in furia ma senza rinunciare ad un momento di solenne tripudio per un nuovo re.

La morte di Viserys non viene mai accennata, il suo corpo mai mostrato. Arriva un re nuovo e tutti dimenticano, in fretta, colui che per decenni è stato seduto su quel trono.

La nota stonata di questo episodio, forse, è proprio nel rinunciare a mostrare Viserys davanti alla folla, in un corteo, una celebrazione, un saluto unitario.

Ma forse è giusto cosi perchè tutto è fatto in gran segreto ed il re non poteva essere mostrato, non poteva essere presente ad alcuna celebrazione funerea.

Aegon è adesso il nuovo re.

La folla lo ha acclamato.

Il concilio lo ha legittimato.

Le cappe dorate, o quel che ne resta, lo hanno accettato.

Rhaenira e Daemon, tenuti all'oscuro, reagiranno con tutta la potenza che il loro lignaggio (ed i loro draghi) impongono?

C'è da aspettarselo.

C'è da augurarselo.

L'antipasto ce lo offre l'indomita Rhaenis.

Chi non ha sperato che la regina di Driftmark urlasse "Dracarys" polverizzando Otto, Alicent, Cole, Aegon, Aemond e chiunque fosse su quel palco?

Rhaenis li risparmia, soffocando la voglia di vendetta ma mostrando tutta la sua forza interiore ed esteriore.

Un episodio manca al termine di questa stagione eccellente che ha segnato il ritorno della saga di Game of Thrones.

Tutti contenti?

Io si e tantissimo.

Chiudo con una nota su Alicent.

La donna ha sfruttato il suo potere e la sua femminilità per contare qualcosa, per poter amministrare il potere senza averlo tra le mani nominalmente.

La scena con Larys è molto provocatoria e disturbante e restituisce l'immagine di una donna che a volte appare tenera e calma ma che sa bene quali armi usare e quando. Il feticismo di Larys le permette di averlo in pugno cosi come per anni aveva avuto in pugno Viserys e da anni tiene in pugno Cole.

Avrà in pugno anche Aegon?

E soprattutto, perchè una donna che usa cosi bene le armi a disposizione per plasmare uomini e il potere stesso ha fatto di tutto per proteggere il patriarcato e uccidere la possibilità di vedere per la prima volta una donna sul trono di spade?

Può sembrare un paradosso ma non lo è.

Alicent è talmente immersa in quel gioco da non capire che le sue azioni lo stiano alimentando, preservandone gli equilibri, le forme e la sostanza.

Anche quella di genere.


Voto Episodio: 8,5


Vi lascio alle recensione degli altri episodi dello show:


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