La settimana scorsa su HBOMax, ed in contemporanea in Italia su Sky, aveva debuttato l'attesissimo (e temutissimo) spinoff di Game of Thrones (qui un articolo sull'eredità lasciata da GOT a 10 anni dal suo debutto) dal titolo House of The Dragon.
Le ansie e paure della vigilia erano state spazzate via dall'ottimo lavoro fatto dagli autori e dal regista Miguel Sapochnick, i quali erano riusciti ad estrarre il succo dell'epica di Game of Thrones e condensarlo benissimo nel pilot del suo spinoff, rilanciando una saga che aveva visto crollare il livello della propria sceneggiatura proprio in occasione della stagione finale della serie madre.
Il secondo episodio era chiamato a confermare le impressioni iniziali e darci qualche indizio in più su quale potesse essere la direzione che lo show avrebbe premesso dopo l'ottimo avvio.
Seguiranno spoiler, per chi volesse tornare indietro al primo episodio qui trovate la recensione completa pubblicata qualche giorno fa.
Cragas Drahar, denominato il mangiatore di granchi, è un nome che sentiremo spesso pronunciare in House of The Dragon, o almeno questa è la sensazione che mi lascia il cold open del secondo episodio, intitolato The Rogue Prince.
La puntata si apre, infatti, con una bellissima sequenza che ci mostra gli effetti della battaglia che gli uomini ed i pirati delle Free Cities stanno mettendo in atto contro Westeros e contro le armate e le navi del re, guidate da Lord Corlys Velarion, figura assai centrale in questo episodio.
La preoccupazione per quanto sta accadendo è forte e Lord Corlys, come era già avvenuto nel pilot, la manifesta a Re Viserys ancora una volta ed a più riprese. Servirebbe una reazione, una prova di forza contro quella che diventa una minaccia sempre più potente ed incombente.
Il concilio ristretto non seguirà le indicazioni del Masters of Ship, preferendo un profilo più conservativo, sposando in pieno la linea del re che vede nelle città libere un enclave da preservare e non attaccare. Si chiamano città libere per un motivo, dopo tutto.
Ma quale è il confine fra la preservazione della pace ed il mantenimento del proprio potere?
Le città libere sono da considerarsi ancora tali se mettono in pericolo King's Landing?
Nel concilio ristretto, unanimemente appiattito sulla linea del re, si erge una voce discorde.
E' quella di Rhaenira, erede al trono designata, la quale avanza una proposta strategica che potrebbe mettere daccordo tutti.
Perchè non usare i draghi come deterrenti? Perchè non posare l'ombra dei draghi sui campi di battaglia di cui parlava Lord Corlys? Nessuno spargimento di sangue ma solo una minaccia, tutt'altro che velata a chi, a sua volta, sta minacciando gli equilibri del reame.
Lord Corlys annuisce e vede, finalmente, qualcuno al suo fianco.
Non avranno la stessa reazione gli altri che liquideranno la principessa invitandola ad uscire dal concilio ristretto per recarsi in un altro luogo dove l'attenderà la scelta di un nuovo cavaliere da aggiungere alla guardia del re, privata di uno dei suoi 7 membri da poco venuto a mancare.
E' un modo elegante per evitare l'interferenza di una figura tanto intelligente quanto ingombrante.
Il seme della discordia è stato appena piantato.
Avrà tempo di germogliare.
Nel frattempo, c'è un'altra incombenza che piomba ad Approdo del Re e nelle stanze di Viserys.
Sono trascorsi 6 mesi dalla tragica morte della regina Aemma ed il re è vedovo e non sembra avere voglia di prender moglie molto presto.
Le logiche e le liturgie di Westeros, però, impongono altro.
Oltre il dolore, oltre l'amore, c'è la corona (e qui sembra di sentire parole già udite in The Crown) e la corona impone stabilità e scelte ,che esulano, molto spesso, dai sentimenti.
Il re dovrà risposarsi e dovrà farlo presto.
Sarà un matrimonio combinato o un matrimonio per amore, o quantomeno guidato da qualche tipo di sentimento vagamente riconducibile all'amore?
Lord Corlys, con il pretesto di un chiarimento dovuto al re dopo la sua accesa protesta contro la decisione del concilio ristretto di non prendere provvedimenti verso le città libere, si presenterà al cospetto del re insieme a sua moglie Rhaenis, La Regina Che Non Fu, cugina di Viserys e sposa, appunto di Lord Corlys Velarion, membro di una delle casate più potenti e longeve di tutto il reame.
Il pretesto serve per proporre al re di prendere in sposa la figlia della coppia, Laena, in modo da sancire, una volta per tutte, il legame fra Targaryen e Velarion, rendendo pressochè indistruttibile la loro alleanza e non scalfibile il loro dominio su Westeros.
C'è, però, un ulteriore e invalicabile problema, almeno per noi contemporanei. Laena ha solo 12 anni e sarebbe difficile giustificare un matrimonio fra un uomo attempato come Viserys ed una bambina.
Non a Westeros.
Quello che per noi sarebbe un reato, a Westeros verrebbe visto come un prodigioso atto diplomatico e politico, partorito da un avveduto stratega.
Il dissidio interiore di Viserys si inasprisce, lui che una moglie non vorrebbe più averla, legato come è al ricordo di Aemma e non pronto a "regalare" a Rhaenira una nuova madre.
Confesserà queste cose alla sua fidata Alicent Hightower prima, ed a sua figlia Rhaenira poi.
Ma poi, si convincerà. Si piegherà alle logiche del potere che da secoli imperversano, incrollabili, a Westeros.
Il reame prima di ogni altra cosa.
Arriva però una notizia, direttamente da Dragonstone, direttamente dall'esiliato Daemon, una notizia bomba che scuoterà Viserys e tutto il concilio ristretto.
Daemon, contrariamente a quanto ordinato nella puntata precedente, e 6 mesi prima, da suo fratello, non è tornato nella sua Valle ma ha occupato, coadiuvato dalle sue leali cappe dorate, Dragonstone, trasferendosi con il suo drago e con Missarya (Sonya Mizuno), senza portar con sè la propria moglie.
In un atto di ribellione totale, Daemon travalica il confine fra la ribellione e l'attacco frontale alla corona.
Daemon fa sapere, tramite un messaggio, di essere pronto a sposare Missarya, di aver rubato un uovo di drago, quello di Baelon, quello che Rhaenira aveva simbolicamente dedicato al suo fratellino morto durante il parto di Aemma, e di essere in attesa di un figlio, di un drago, da Missarya.
E' una dichiarazione, nemmeno troppo velata, di guerra.
Daemon è pronto ad abbattere la propria fura vendicatrice contro Approdo del Re e ad usurpare il trono occupato da suo fratello Viserys. Un esercito è con lui, un secondo drago sta per rispondere ai suoi comandi.
Daemon potrebbe diventare la minaccia più grande del reame.
Altro che città libere.
Il concilio ristretto è in subbuglio.
Il re vuole partire alla volta di Dragonstone.
Otto Hightower lo convince a non andare.
E' troppo rischioso.
Andrà lui in sua vece.
Ritorniamo, a distanza di un paio d'anni da quando ci recammo, televisivamente parlando, in quel affascinante e tetro luogo, quella volta in compagnia di Daenarys e Jon Snow.
Dragonstone è li, e le immagini che ci accompagnano sono spettacolari.
Daemon è agguerrito. Ha in mano l'uovo di drago. Al suo fianco la sua futura sposa. Dietro di sè un manipolo di cappe dorate. Sul castello un drago adulto a vegliare su di lui.
Otto è visibilmente preoccupato, forse addirittura spaventato, come tutti gli astanti.
Daemon non indietreggia di un passo e conferma tutto quello che aveva scritto nella lettera.
L'uovo è suo. Missarya sarà sua sposa. Dragonstone è la sua nuova casa. Il reame è in pericolo.
La diplomazia e le minacce di Otto non serviranno.
Lo scontro è in atto.
Si sfoderano le spade.
Tutto sta andando a rotoli fino a che qualcosa di imponente si erge da sotto le nuvole.
Impetuosa arriva Rhaenira in sella al suo drago.
L'erede al trono affronta suo zio. Un dialogo in valiriano si frappone fra noi e loro.
La schermaglia di prima sembra un lontano ricordo.
Il loro duello verbale è molto più intrigante e teso.
Rhaenira risponde alle minacce concrete dello zio con minacce ancora più solide.
Riesce a dissuaderlo. Riesce a renderlo, momentaneamente, innocuo.
Salverà la pelle, vendendola carissima.
L'uovo di drago torna nelle sue mani. Lei tornerà ad Approdo del Re dove ad aspettarla ci sarà suo padre ed una sorpresa sconcertante.
Viserys avrà parole dure per Rhaenira ma apprezzerà il coraggio della sua iniziativa.
Il re, approfittando del momento di inferiorità emotiva e psicologica della figlia, le comunicherà di aver deciso. Una nuova regina siederà al suo fianco.
Lascia intendere che quella scelta sarà dettata solo ed esclusivamente dalla volontà di dare a Westeros quel che Westeros chiede ovvero stabilità ed un reame forte.
Laena sta per diventare regina, a soli 12 anni ed in futuro potrebbe regalare al re un erede, un figlio maschio che spazzerà via i sogni di gloria di Rhaenira, cosi come, anni prima, furono spazzati via i sogni di gloria della madre di Laena, Rhaenis, sconfitta da un mondo di uomini che mai avrebbero permesso ad una donna di diventare padrona dei sette regni.
Resta solo da comunicarlo al Concilio Ristretto.
Velarion e Targaryen saranno legati in eterno dopo questa "combine".
Non tutto, però, è come sembra.
Non a Westeros, non lo era in Game of Thrones, non sembra esserlo in House of The Dragon.
Viserys comunica a tutti che entro la primavera un matrimonio sarà celebrato.
Il suo.
Lord Corlys sorride sicuro. Il futuro è anche il suo e della sua casata.
Ma Viserys sorprende tutti.
Sposerà una giovane donna ma non sarà Laena.
La sua mano intreccerà quella di Alicent Hightower.
La sorpresa è generale.
Per Rhaenira e Corlys la sorpresa si fa sgomento.
L'episodio si chiude con questo colpo di scena teatrale ma ben preparato sin dalla morte di Aemma.
C'è, però, tempo di un ultimo colpo di coda, quello che, come ci aveva ben abituato Game of Thrones, potrebbe prepararci ad un'imminente guerra.
Lord Corlys è seduto accanto al fuoco di un camino.
Confessa le sue preoccupazioni ed accenna una strategia, strategia che interseca l'intolleranza verso i sette regni e la rabbia per la decisioni di Viserys.
Di fronte a lui c'è Daemon.
Una nuova alleanza sta nascendo?
Una battaglia fratricida infiammerà King's Landing?
E' qui che sta nascendo l'autodistruzione che sappiamo annienterà i potentissimi Targaryen?
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