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Inventing Anna è una cortina di fumo enorme?

Chi è Anna Delvey?


No, ma davvero, who is Anna Delvey?


Avete mai sentito nominare "Anna Delvey"?


Questo nome sta diventando molto, molto, molto famoso e sapete a causa/per colpa di chi?

Della nostra/vostra amica Shonda Rhymes.

Shondaland e Netflix continuano la loro collaborazione, sviluppando una serie tratta fondamentalmente da un articolo di giornale.

Il titolo è "Inventing Anna" e, come accadde per Bridgerton (qui la mia recensione sul primo show della mamma di Grey's Anatomy sulla piattaforma streaming più famosa al mondo), anche questo show è divenuto un instant success.

La storia è quella della famigerata Anna Delvey, mai sentita nominare prima d'ora ma che pare fosse stata protagonista di una storia vera che valeva la pena raccontare.

Che questa sia stata, poi, una buona serie o solo una gigantesca fuffa è tutt'altro paio di maniche ma se volete saperne qualcosa in più, oltre a guardare lo show, ci sono io a rendervi partecipi di questo ennesimo successo targato Netflix/Shondaland.

La cosa curiosa di Inventing Anna è soprattutto la sua genesi.

La serie trae spunto da un articolo di giornale nel quale veniva raccontata, appunto, la storia di questa ragazza, unica nel suo genere.

Quell'articolo fece scalpore ed ebbe una certa risonanza negli Stati Uniti, ma il fatto di averci costruito su un'intera serie rappresenta, a mio avviso, un caso più unico che raro.

Dopo le centinaia di serie tratte da libri, film, fumetti, podcast, credo che questa sia la prima volta in cui mi imbatto in una serie tratta da un pezzo pubblicato su una rivista.

Il perchè questa storia fosse cosi particolare è presto detto.

Anna Delvey è una ragazza che per anni ha millantato di essere la persona che non era.

Le sue bugie, lo sdoppiamento di personalità di Anna ha dell'incredibile.

La Delvey, è riuscita ad introdursi negli ambienti più chic e lussuosi di New York, spacciandosi per una ricca ereditiera europea quando in realtà ella altri non era che una ragazza comunissima e squattrinata che era riuscita ad inventarsi un'identità tutta nuova e completamente falsa.

Questo non le ha impedito di farsi strada in maniera inesorabile, fino a diventare una sorta di punto di riferimento della vita mondana newyorchese e non solo.

Una manipolazione talmente vasta da consentirle di attraversare porte e portoni di tutta New York, farsi notare da filantropi e stilisti, banchieri e personaggi famosi, vivere nel lusso e viaggiare per il mondo senza mai davvero tirar fuori un quattrino.

Tutti le hanno creduto.

Come sia stato possibile è un mistero che la serie prova a svelare.

La bolla era talmente enorme che prima o poi sarebbe dovuta esplodere.

L'esplosione arriva quando Anna, forse accecata dall'essere riuscita fin lì ad ingannare tutti, decide di compiere l'ultimo passo verso la definitiva consacrazione.

Il suo sogno, la sua grande idea, era quella di creare la ADF (Anna Delvey Foundation), fondazione che avrebbe dovuto raccogliere artisti di tutto il mondo all'interno di uno spazio, in pieno centro a New York, dove ogni artista avrebbe potuto sentirsi a casa ed esprimersi in tutta libertà.

Parliamo di un sogno che avrebbe necessitato di investimenti di varie decine di milioni di euro.

L'assurdità di tutto questo è che Anna a quegli investimenti era, tutto sommato, riuscita ad accedervi, quello che l'ha ostacolata è stata la piega disastrosa che taluni rapporti personali avevano preso nel frattempo.

Troppe le bugie, troppe le situazioni inspiegabili che ruotavano intorno a lei.

Ad un certo punto, ed inesorabilmente, il sogno viene spezzato e con esso l'identità fake della ragazza.

E' una storia che ha veramente dell'incredibile se pensiamo che questa finta ereditiera sia riuscita per anni ad ingannare persone e personaggi di altissimo profilo e a tutti i livelli, riuscendo a preservare, grazie alla sua padronanza di determinati comportamenti di "livello", un'apparenza che sembrava impossibile da taroccare.

A rendere la Anna della serie ancora più vera, duplice e scioccante c'è stata l'attrice che l'ha impersonata, quella Julia Garner che già abbiamo apprezzato in serie di spessore come Ozark e The Americans e che qui raggiunge, finalmente il grande pubblico.

L'attrice (che adoro dai tempi di The Americans) si conferma essere una delle più intriganti stelle nascenti della tv, grazie anche ad una poliedricità che le consente di recitare con accenti diversi, caratteri variegati ed un'espressività ampissima.

Venendo allo show, in generale, Inventing Anna è sembrata, anch'essa un'enorme bolla.

La storia è sicuramente stuzzicante ma troppe volte, durante la visione, è sembrato di essere di fronte a qualcosa di zoppicante che poteva essere strutturata diversamente. Episodi troppo lunghi, serie troppo lunga ed un epilogo che non ne ha giustificato, forse, tutto il racconto pregresso.

E' una serie che si inserisce a pieno titolo nei prodotti di Shondaland.

Leggera ed intrigante ma comunque non d'autore, comunque non una serie da ricordare nei secoli, comunque una serie di cui, a livello soprattutto di qualità, potremmo anche fare a meno.

Inventing Anna rappresenta uno show capace di offrirci qualcosina di buono, questo è certo, ma che raggiunge un successo troppo marcato rispetto al suo effettivo merito.

Finirà nella top 5 delle serie più sopravvalutate del 2022 (qui trovate la lista 2021)?

Presto per dirlo ma, ad oggi, la sua candidatura è tutt'altro che peregrina.


Sviluppo Personaggi: 7

Complessità: 5

Originalità: 7

Autorialità: 3

Cast: 7,5

Intensità: 4

Trama: 6

Coerenza: 6

Profondità: 3

Impatto sulla serialità contemporanea: 3

Componente Drama: 5

Componente Comedy: 3

Contenuti Violenti: 0

Contenuti Sessuali: 1

Comparto tecnico: 5

Regia: 5

Intrattenimento: 9

Coinvolgimento emotivo: 7

Soundtrack: 3

Stagione di riferimento: 1

Produzione: Netflix

Anno di uscita: 2022

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