In questo periodo sto scrivendo pochissimo.
I perchè ed i per come ve li risparmio anche perchè non credo vi interessi molto.
Anche per questioni di tempo avevo deciso di rimandare ogni commento alla quarta e ultima stagione de L'Amica Geniale solo al termine della serie.
E' capitato, poi, che ho guardato il quarto episodio, dal titolo "The Earthquake" per innamorarmi dell'idea che qualcosa, anche solo qualche riga, avrei dovuto scriverla.
Sono quegli impulsi che, da quando scrivo, non riesco a frenare.
Accadono di rado e solo in occasione di specifici momenti o puntate o frammenti di esse che mi travolgono proprio come un terremoto che parte da dentro.
L'Amica Geniale non è nuova a scatenare in me questi sussulti, motivo per cui ho sempre scritto qualcosa in merito ai singoli episodi, come testimonia questo post in cui vi riassumevo ogni singola puntata della stagione scorsa.
Il momento che mi ha suscitato questa reazione cosi emotiva, carica e intensa è molto specifico.
Uno dei migliori momenti di televisione del 2024.
Quale?
Indovinate o continuate a leggere dopo l'immagine di Irene Maiorino seduta e soddisfatta a ripensare alla sua performance da brividi che ha costretto il vostro serialfiller a prendersi una mezzoretta libera dal resto e scrivere qualcosa anche solo per omaggiarne la bravura.
E' lei la colpevole.
Sempre lei.
Lila Cerullo.
Uno dei personaggi meglio scritti su carta e meglio trasposti su piccolo schermo che io ricordi nella mia vita.
Siamo passati dalla piccola Ludovica Nasti alla giovane Gaia Girace per finire ad Irene Maiorino, chiamata ad interpretare la versione adulta di Lila in questo ultimo atto.
Mai scelta fu più felice.
Ancora una volta il casting è stato superbo (cara Disney, care Netflix, care Apple, la prossima volta che dovete creare un cast da zero, magari con versioni diverse dello stesso personaggio, telefonate al direttore del casting de L'Amica Geniale, mi raccomando!).
Irene Maiorino non è solo l'ideale prosecuzione estetica, mimica e fisica della Lila interpretata divinamente da Gaia Girace ma riesce ad essere, a diventare Lila Cerullo. Nel guardarla in questa quarta annata sembra quasi di essere di fronte ad una Gaia Girace del futuro che fra 20 anni interpreterà Lila nel quarto capitolo dello show.
Impressionante.
Nel quarto episodio, prevalentemente incentrato su uno degli avvenimenti più catastrofici del secondo dopo guerra italiano (il terremoto in Irpinia del 1980), Lila si abbandona al caos e la convulsione delle scosse ripetute di terremoto che terrorizzano il rione ed i suoi abitanti e crolla mostrando tutte le crepe della propria identità.
Una identità smarginata, i cui contorni sono tesi e fragili come quelli di un filo di cotone.
Lila, una volta messa al riparo dalla amica Lenù all'interno di un abitacolo, si lascia andare ad una confessione verso l'amica e se stessa, che non accetta alibi, non ammette repliche e lascia di stucco.
Un monologo di un paio di minuti durante i quali Lila riassume Lila riepilogando a tutti noi le puntate precedenti, in fatti, parole, lettere e omissioni.
E' una Lila nuda quella che si mostra davanti alla commossa Lenù. Una ragazza che si è sempre dovuta difendere dagli attacchi degli uomini del quartiere a cui ha risposto con scudi sempre più grandi, sempre più forti che piano piano hanno fatto crollare, come palazzi increspati durante una scossa di terremoto.
Il monologo si regge sulla bravura feroce di una Maiorino in stato di grazia.
Un monologo che rende giustizia ed onore ad un personaggio incredibilmente complesso senza mai sbordare dai contorni del personaggio stesso. La complessità non richiede giustificazioni o parole semplice e Lila Cerullo non ci regala uno sfogo di semplice lettura, di facile comprensione. Solo noi, privilegiati spettatori con un privilegiato punto di vista, cosi come quello unico e solo di Lenù all'interno dell'universo narrativo della Ferrante, possiamo "acchiapparlo", acciuffando ogni parola e tenendola stretta nei nostri pugni come fosse la cosa più preziosa, autentica e vera al mondo. Noi, come Lenù, possiamo dire di conoscere la vera Lila.
Noi, come Lenù, possiamo apprezzarne il valore.
Noi, come Lenù, possiamo perdonarne la "cattiveria".
Noi, come Lenù, possiamo esaltarne la qualità.
Basterebbe solo questo monologo per piazzare L'Amica Geniale in vetta alla classifica 2024.
I primi 4 episodi, per fortuna, mostrano, dicono e suscitano tanto altro.
Si sta per concludere una delle serie migliori della storia della tv.
E' italiana.
Scritta e diretta da autori italiani.
Tratta da un libro che il New York Times ha eletto come il migliore degli ultimi 25 anni.
Anch'esso è scritto da un'autrice italiana.
Una serie ambientata nella povera Napoli dei quartieri. Quella del dopoguerra, fatta di gente semplice e di lavoratori, fatta di sognatori e delinquenti.
Una Napoli vera.
Un'Italia vera.
Soprattutto, una storia intima, complicata, mai banale e autentica di due amiche, due donne e del loro complesso universo di affetti, ambizioni, concretezza e sentimenti.
Un capolavoro che vi invito a vedere e rivedere, consigliare e ri-consigliare.
Senza sosta.
Come avrete fatto, in passato, per Better Call Saul o Breaking Bad, per Mad Men o Succession, per The Wire o The Sopranos.
Siatene orgogliosi.
Nun v'mettit scuorn.
Be Proud.
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