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L'amica Geniale: il "terrore" di "diventare"

Terrore e Diventare, sono stati i migliori episodi dell'anno de L'Amica Geniale.

Voglio iniziare cosi, senza indugi, questa brevissima recensione sulla serie tv Rai/HBO che come sapete sto seguendo molto da vicino con recensioni e commenti su tutti gli episodi dello show.

Qui troverete gli altri 2 momenti di riflessione serialfillerosa sullo show:




Ho subito messo in chiaro che quelli di cui oggi vi parlerò rappresentano a mio avviso i migliori episodi della terza stagione e forse 2 fra i più importanti episodi di sempre per lo show tratto dai racconti di Elena Ferrante.

Credo che come mai prima il mondo fuori dalla vita di Lenù e Lila sia entrato dentro la storia mostrata da Luchetti. Al tempo stesso, però, non c'era mai stata, forse, una tale convergenza fra personaggi e storie che tanto conosciamo.

Diegetica ed extradiegetica che diventano un tutt'uno, in una simbiosi da brividi che permette all'una di amplificare bene la seconda e alla seconda di amplificare bene la prima.

Un equilibrio perfetto che esalta tutto.

Nel dipingervi la bellezza di questo doppio episodio voglio rifarmi ad alcuni frammenti importantissimi sparsi lungo le 2 puntate.

Partiamo dall'approdo di Nadia e Pasquale a casa Ariota.

Un'improvvisata dirompente che ha messo di fronte l'anima passionaria e calda della classe operaia, del partito comunista con quella che l'intelligentia di sinistra rappresentata da Pietro e, è il caso di dirlo, anche da Lenù.

La posizione di Pasquale è netta ed urlata e nell'episodio ci viene detto esplicitamente quel che pensa Pasquale. Senza gli operai, senza i lavoratori nulla sarebbe possibile. Le auto, le case, le sedie sulle quali professori ed intellettuali posano il proprio deretano non esisterebbero senza qualcuno che le lavori, le produca, le fabbrichi. E' un'affermazione banale e potentissima che è sempre attuale e sempre fortissima. Quella che manca è la reazione di Pietro e di Lenù ma la serie riesce a farli parlare attraverso i silenzi e, di contrappasso, attraverso i gesti di Nadia e Pasquale.

E' vero che senza i lavoratori e le mani rugose degli operai tutto si fermerebbe, ma che piega prenderebbe un mondo privo di cultura, di orientamento, di approfondimento, di letterati, di professori?

La risposta viene lasciata a noi e ancor di più ai nostri tempi, pieni di blogger, influencer, automi e sempre più avari di professori, visionari, letterati, uomini di cultura.

E allora la risposta è sotto i nostri occhi. Un mondo senza scienziati e professori è un mondo che si avvicina sempre più alla rovina, sempre più a quell'umanità smarrita e distratta rappresentata favolosamente da Don't Look Up di Adam McKay.

E dunque per chi parteggiare? A chi sentirsi più vicini?

L'avvento di Gennarino riprende quel contrasto fra uomini di lettere e uomini di azione. Un contrasto sempre netto e sempre foriero di grandi contrasti. Dedè è destinata a "macchiarsi" delle impronte di Gennarino? O viceversa?

Quell'incontro serve anche a mostrarci l'anima buona dei "non letterati", incarnata da Enzo, il quale privo di istruzione e cultura riesce a fare breccia nel cuore di Pietro attraverso le buone maniere, le parole intrise di rispetto, la volontà di non disturbare ed i tanti ringraziamenti.

E' lui il ponte fra un mondo e l'altro?

La mezzora finale ed il ritorno di Lenù del rione ci dicono il resto, ci mostrano tutto quello che L'Amica Geniale è capace di essere ovvero una serie che riesce ad evidenziare le forti ipocrisie di tutte le parti, le enormi distanze fra la ragione e l'opportunità, fra la visione e la corruzione.

Quest'ultima non è quasi mai rappresentata da una valigetta piena di soldi poichè si nasconde nei meandri delle nostre scelte quotidiane.

A quella lunga tavolata sono presenti uomini, donne e bambini e corrotti nella maniere più disparate.

Da Gigliola che ha accettato una vita infelice ed un marito fedifrago pur di essere la moglie di qualcuno, di qualcuno di importante nella vita del rione, a Pietro che predica bene e razzola male non parteggiando mai davvero per la sua sposa.

Coloro che, però, ne escono più a pezzi sono i Greco, quegli stessi Greco che erano quasi disposti a mandare all'aria l'unione fra Pietro e Lenù per un vizio di forma legato al matrimonio civile e non religioso, e che adesso accettano di buon grado e col sorriso un'unione, una convivenza fuori da ogni vincolo matrimoniale fra la loro secondogenita Elisa ed il rampollo dei Solara, quel Marcello che, volente o nolente, rappresenta una famiglia di aguzzini, usurai, omicidi.

I Greco che tante cose avevano da ridire su un unione civile apparentemente fondata su un solido e puro amore, oggi non battono ciglio di fronte ad una convivenza che nessuno potrebbe accettare nel rione ma che viene digerita da tutti proprio perchè ad essere protagonista è l'uomo più temuto del rione, l'uomo forse più ricco del rione.z

Sono gli stessi Greco che non esitavano a chiamare Lila una zoccola che oggi chiudono un occhio di fronte ad una giovane figlia data in pasto, fuori dal matrimonio, ad un uomo che rappresenta, di fatto, la camorra.

L'ipocrisia regna sovrana ed a Lenù questo non sfugge, cosi come a Pietro non sfugge la cattiveria innata di Lila, variabile impazzita in questo schema folle che governa la vita del rione.

Lila che non ha mai accettato di essere la donna di qualcuno.

Lila che ha frantumato (giustamente) l'impresa di Soccavo.

Lila che ha respinto e distrutto molto spesso l'emancipazione di Lenù con delle frecciate che ne hanno devastato l'animo.

Quella stessa Lila che oggi accetta i soldi dei Solara pur di emanciparsi professionalmente ed ergersi a donna di potere, donna di prestigio, nonostante la mancata istruzione, nonostante per tutti fosse una zoccola, nonostante si fosse permessa il lusso di rifiutare prima Marcello Solara e poi Stefano Carracci (qui ritratto nel suo più totale fallimento).

Sarà proprio Lila ad aprire gli occhi a Lenù, e metterla al cospetto di come davanti ai soldi e al potere tutti siano in grado di cambiare opinione.

Lenù capirà. Lenù soffrirà. Lenù imparerà.

Lenù costringerà se stessa, in preda al terrore, a "diventare".


Voto 3x05: 8

Voto 3x06: 9,5

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