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Ladies & Gentleman: The Marvelous Mrs Maisel!!!

Nel grande marasma seriale che ha contraddistinto gli ultimi anni, capita che, serie che un giorno celebreremo come game changer, come assolute pietre miliari della tv, abbiano visto tramontare la propria stella ingiustamente di stagione in stagione, spingendo il pubblico altrove o, comunque, non attirando a se più spettatori di quanti non ce ne fossero all'inizio o più consensi da parte della critica di quanti non ce ne fossero all'alba della propria mattinata seriale.

The Marvelous Mrs Maisel, fino alla quarta stagione, ha vissuto un simile destino. Io stesso, ad esempio, dopo aver considerato la prima stagione un gioiello assoluto, la seconda una buona conferma avevo lasciato affogare la terza e la quarta stagione nel mare dei riempitivi di alto livello, ovvero quelle serie che adoravo ma che non rappresentavano più il cuore dei miei interessi seriali.

Ci voleva la stagione finale, la quinta, per ricordarmi di quanto La Fantastica Mrs Maisel fosse fantastica e di quanto, in questi anni, la sua presenza sul palco fosse un incredibile opportunità per noi tutti di assistere a momenti della più alta televisione degli ultimi anni.

La quinta annata è stata un condensato di tutti i pregi che nelle precedenti stagioni i coniugi Paladino avevano fatto emergere.

Una conclusione degnissima per uno show che, negli anni, era stato troppe volte eclissato da altre produzioni se vogliamo più roboanti, muscolari, acclamate ma non sempre migliori di una delle serie di punta di Amazon Prime Video.

Il fatto che il finale arrivasse praticamente nelle stesse settimane in cui si chiudeva uno dei migliori drama di tutti i tempi come Succession (qui la recensione dello splendido finale), una delle migliori comedy all time come Ted Lasso, ed uno dei migliori dramedy di sempre come Barry, non ha fatto che amplificare la portata dell'addio, magnificando la qualità indiscusso della serie con protagonista una perfetta, elegante e spumeggiante Rachel Brosnahan.

Midge ed il suo monologo finale

Se le 2 stagioni precedenti erano passate leggermente inosservate era, fondamentalmente, perchè l'evoluzione di storie e personaggi sembrava offuscata dal ritmo, dai brillanti dialoghi e dalle consuete dinamiche fra tutti gli ingranaggi che componevano l'affresco Palladiniano.

La quinta stagione funziona perchè non lascia indietro niente e nessuno, aumenta la qualità delle scenografie, tratteggia certosinamente gli epiloghi dei propri protagonisti, disegna i destini di questi ultimi in maniera magistrale e riesce a ravvivare il racconto con degli abili espedienti mai sperimentati prima nella serie.

La scelta di utilizzare più piani temporali, infatti, è stata quanto mai indovinata. Il presente della storia che per 4 anni avevamo seguito, ha iniziato ad oscillare tra un futuro più o meno lontano ed un passato molte volte solo accennato permettendoci di fare una capatina all'indietro ed una fuga in avanti, di tanto in tanto, consentendoci di capire meglio da dove saltassero fuori determinati caratteri e personalità e, al tempo stesso, permettendoci di curiosare nelle vite che, di lì a pochi anni, avrebbero vissuto i nostri beniamini.

Una scelta che si è palesata sin da subito, con i primi episodi che ci hanno immediatamente regalato la certezza che Midge avesse coronato il suo sogno, riuscendo a diventare famosa, apprezzata e ricchissima.

Gli episodi centrali hanno avuto il merito di accompagnare a quella attesa verità una serie di sconvolgimenti che mai avremmo immaginato poter esistere, in nessun universo.

Perchè Joel fosse in galera, come mai i figli di Midge fossero cosi distanti dalla madre e, soprattutto, perchè un rapporto solido e pieno come quello fra Miriam e Susie si fosse misteriosamente arenato.

L'espediente narrativo ha funzionato a tal punto da renderci schiavi di un finale attesissimo nel quale aspettavamo di conoscere le risposte a tutte queste domande unitamente alla immensa curiosità di capire se e come Midge avrebbe davvero coronato il suo sogno.

Nonostante non sempre tutte le domande abbiano trovato risposte lineari, complete e soddisfacenti, la semantica di quelle risposte è stata perfetta e appagante.

Susie e Midge prima del grande momento

Joel era in prigione, fondamentalmente, per amore, per amore della donna che nel pilot egli aveva tradito. L'uomo, tra mille difetti, è stato protagonista di un percorso di accettazione del talento e la testardaggine della moglie che lo ha portato, in degli anni in cui ciò oltre a non essere scontato era assolutamente raro, ad appoggiare la madre dei suoi figli in tutto e per tutto, ridendo delle battute che ella stessa faceva su di lui e la loro famiglia davanti al mondo intero e rischiando il collo, e la propria libertà per proteggerla da loschi ceffi della mafia italoamericana. Siamo partiti con Miriam a vestire i panni della moglie di Joel, in pieno stile e cultura made in 60', e abbiamo concluso la corsa con Joel divenuto il marito di Midge, oramai divenuta una star internazionale. Un percorso chiaro, netto, lineare e naturale che ben chiude il capitolo Joel, dando grande dignità ad un personaggio che nella prima stagione avremmo potuto identificare quasi come il villain di una storia che, in fondo, di veri villain non ha mai avuto bisogno.

Era forse un villain papà Abe quando negava a se stesso, prima che a sua figlia, l'evenienza di un futuro da stand up comedian e non da brava madre e brava mogliettina?

Si era forse dimostrata una villain mamma Rose nel censurare a priori quella nuova vita lontana da tradizioni, stereotipi e sicurezze che sua figlia stava intraprendendo?

Aveva forse vestito il mantello della villain l'aspirante agente Susie Meyerson quando, nel tentativo di aprire porte per la sua prima e preferita assistita aveva stretto amicizie e rapporti con persone poco raccomandabili?

Ed era forse sembrata una villain la stessa Midge quando aveva deciso di prendere in mano il proprio destino ed aggrapparsi al sogno di diventare una pioniera nel campo della stand up comedy, in barba ai suoi doveri di madre, moglie ed, in generale, di donna?

Se villain sono mai esistiti, in questo show a colori accesi, dalla vitalità prorompente e foriero di mille auguri, sogni e speranze, sono stati forse proprio gli uomini che in quegli anni accaparravano a se ogni cosa, escludendo le donne dai ruoli più ambiti, tradendo le proprie mogli, rubando ogni potenziale spazio professionale alle loro controparti e vivendo una vita troppe volte agiata e discriminatoria nei confronti del gentil sesso.

In questa accezione, Midge Maisel è stata una originale eroina che, sgomitando con la sua lingua tagliente e una innata eleganza, è riuscita a farsi strada in un mondo di uomini, utilizzando, una volta nella vita, armi che nessun uomo avrebbe lesinato ad usare, quando, supplicando una Susie travolta da emozioni contrastanti, le chiese di fare da tramite per una spintarella professionale che le avrebbe permesso, finalmente, di avere un'opportunità reale e concreta di diventare The Marvelous Mrs Maisel.

Gordon Ford e Midge sullo sgabello

Nelle battute finali prima del definitivo e ultimo salto temporale agli anni 2000, assistiamo, con un colpo geniale ai 4 minuti di celebrità per Midge che danno il titolo a questo incantevole series finale.

Four minutes è un episodio che chiude ogni cerchio senza lasciare indietro nessuno e che, soprattutto, regala a Midge un meritato ultimo monologo, serratissimo, avvincente, pungente, divertente, semplicemente memorabile.

Il come si arrivi a quei 4 minuti arricchisce ulteriormente in 4 minuti stessi, impreziosendoli, caricandoli d'attesa.

E' buffo come, nonostante sapessimo, grazie ai flash forward mostrati in questa stagione, che Midge ce l'avrebbe fatta a sfondare, siamo rimasti tutti sulle spine quando, scena dopo scena il sogno di Midge, di debuttare al Gordon Ford Show sembrava tramontare definitivamente. Un beffardo scherzo del destino che fino all'ultimo momento ci ha tenuti tutti col fiato sospeso.

Una bellissima e scintillante Mrs. Maisel era pronta a violare la prima ed insindacabile regola dei Gordon, quella che vedeva gli autori dello show banditi dal palco. Nessuno mai si sarebbe potuto esibire o presentarsi come ospite. Una regola che Gordon, suo malgrado, aveva accettato di violare proprio per Midge o meglio per sua moglie che, in un triangolo pazzesco, si era trovata a restituire a Susie un grosso favore di cui le era debitrice. Quel favore si chiama Miriam e Gordon, da buon maschio alfa quale è, accetta ma con l'inganno. Midge sarà ospite dello show ma solo in veste di autrice. Per lei nessun debutto. Nessuna esibizione. Solo uno sgabello sul quale sedersi e da brava dipendente, moglie, madre e donna, rispondere alle denigranti domande del conduttore.

Ha spezzato il cuore vedere come tutto l'ardore con cui Susie aveva lottato stesse per essere vanificato.

Ha spezzato il cuore leggere negli occhi la delusione e la rabbia di Joel, Abe, Rose e tutti gli altri membri della famiglia accorsi in massa nello studio, di fronte alla notizia che Miriam non si sarebbe esibita.

Ha spezzato il cuore, ovviamente, guardare il volto di Midge mentre quel sogno perdeva, via via di consistenza.

Ma poi arriva la pubblicità, un intervallo imposto da Gordon per affossare ulteriormente la sua ospite.

Mai intervallo fu più salvifico.

Rivelatore.

Prezioso.

E' come se in quei pochi minuti di spacco si fossero addensati tutti i pensieri, i sacrifici, gli episodi che noi abbiamo assistito e che Midge, virtualmente, ha vissuto nelle ultime 5 annate. Il desiderio di farcela, di esporsi, di mostrarsi al mondo, di ottenere una risata, un applauso, di condividere la propria visione del mondo, di sorprendere i propri cari e conquistare milioni di sconosciuti.

Tutto sembrava confluire in quel momento di sospensione fra la beffa e la realizzazione del proprio destino.

Tits up!

Tits up Midge Maisel

Il monologo di Midge è da incorniciare.

Quel microfono, quel sacro microfono è finalmente suo. Non ci sono più solo una manciata di persone sbronze, in fuga dai propri matrimoni, coppiette rintanatesi in un bar ad ascoltare la signora Maisel. L'America tutta, gli spettatori del Late Show più seguito del paese, è lì ad ascoltarla.

Quattro minuti per cambiare il proprio fato.

Four minutes to shine.

Miriam non si lascerà, di certo, sfuggire l'occasione.

In quei 4 minuti riavvolgiamo il nastro a tutto quello che è stata The Marvelous Mrs Maisel. Nel suo monologo Midge ricorda gli inizi, accenna a tutti i sacrifici che ha fatto, tira in ballo il marito fedifrago, i problemi della famiglia tutta ad accettare questa sua pazza avventura. Più di ogni altra cosa, Midge, finge di dimenticare i nomi dei propri figli. Uno stratagemma che le consente di spezzare, con una battuta, anche le riflessioni più profonde, specie quelle sul ruolo della donna nella cultura americana prettamente maschilista, e che le permette, contestualmente, di andare a fondo in quella che è forse è la sua più grande mancanza, la sua più forte divisione interna. I figli sono stati forse i membri della famiglia che più hanno sofferto della scalata professionale della propria madre. I flash forward sono lì a confermarcelo. Quell'insistere su quella dimenticanza poco credibile ma efficace è una sorta di monito che Midge fa a se stessa nello stringere il primo vero patto con quella che diverrà la sua base fan. Il monologo è incisivo, folgorante e mette daccordo tutti, persino il riluttante Gordon.

4 minuti sono un lasso di tempo brevissimo eppure i Paladino riescono a condensare l'intera storia di The Marvelous Mrs Maisel in quei 240 secondi di televisione al livello più alto. Come una matrioska di genialità, anche questo stratagemma funziona. Midge Maisel ce l'ha fatta, ce l'ha fatta a scendere da quello scomodo sgabello per accomodarsi, finalmente, alla poltrona che le spetta, quella il cui posto è riservato solo ai grandi, ai grandi dello spettacolo, ai grandi del cinema, ai grandi della politica e, da quel momento, alla più brillante comedian sulla faccia della terra.

Un brivido avvolge tutti noi quando, proprio a quel tavolo, Miriam verrà introdotta "properly" dal padrone di casa come The Marvelous Mrs Maisel, richiamo perfetto al titolo di questa straordinaria serie.

Lenny Bruce e Midge Maisel in Four Minutes

Avremmo potuto chiuderla lì, salutarla in quell'istante perfetto, senza sbavature, dove l'apice dell'emozione e del trasporto è venuto a farci capolino.

E invece no.

C'è tempo per una coda finale.

Per un nuovo flash forward.

Per l'ultimo flash forward.

Midge è visibilmente invecchiata e, dall'alto del suo appartamento in pieno centro a Manhattan, laddove ogni uomo ricorda John Lennon e la sua amata Yoko (non a caso citata all'interno della scena stessa), schedula la sua settimana ricca di impegni e serate. La vediamo vagare sicura, come una principessa di altri tempi, lungo stanze immense, piene di orpelli, preziosità, foto ricordo, lampadari e poltrone imponenti. E' il culmine della certificazione, per noi spettatori, che la nostra eroina ce l'ha fatta. A circa 40 anni da quella notte in cui al Gordon Ford tutto iniziò, la nostra amata Midge è ancora sulla cresta del mondo e sembra non mancarle nulla.

Lenny Bruce aveva fatto bene a credere in lei in quello che è stato un flashback/flashforward che quest'ultimo episodio ci ha presentato per spezzarci il cuore di fronte all'affetto che legava Midge a Lenny ed alla vortice di autodistruzione in cui quest'ultimo era caduto (ricordiamo che Lenny Bruce è un personaggio realmente esistito che morì a 40 anni proprio a causa della sua spirale autodistruttiva). Miriam Maisel ha vissuto davvero una vita fantastica ed ora ha tutto quello che aveva desiderato e forse anche più.

La camminata trionfale continua e porta Midge in una stanzetta molto piccolina, più spartana, poco in sintonia con il resto della casa.

Ad attenderla c'è una foto in bianco e nero del suo amato Joel ed un lettore vhs agganciato ad una tv come tante tv presenti sugli scaffali dei negozi in quegli anni. Una stanza semplice all'interno della quale Midge si rintanava per coltivare la più semplice delle cose che un'esistenza possa regalare eppure la più importante: l'Amicizia.

Un telefono e migliaia di km a separarle eppure, dopo circa 20 anni di silenzio e separazione, Midge e Susie si ritrovano, al telefono, ogni sera, per guardare, a distanza, il più normale dei programmi, un programma a quiz come mille altri. Premeranno play insieme, dando vita a 45 minuti di risate, domande, risposte, elucubrazioni e semplicissime chiacchierate a cui non saprebbero rinunciare.

L'una è diventata la comedian più famosa al mondo, l'altra l'agente più ricercato dalle star come il bellissimo The Testi Rostial ci aveva dimostrato. Ricchissime. Amatissime. Piene di oggetti e attenzioni a fare loro compagnia eppure il vero tesoro che custodiscono gelosamente è la loro amicizia, il loro ridere insieme, più prezioso di qualsiasi audience, di qualsiasi villa, di qualsiasi uccello raro. Loro 2 che, da sole, contro il mondo intero, partendo dal nulla, sono riuscite a legittimarsi e diventare quel che sono ora. Una risata ci aveva conquistato 5 annate fa. Una risata ci saluta. Anzi 2 risate, quelle di 2 amiche per la pelle, unite, dopo decenni dalla più bella, solida e profonda amicizia.

Ed è forte il richiamo ad un altro gran finale, ad un'altra grande serie, quella Mad Men, guarda caso ambientata anche essa negli anni '60 ed anch'essa a Manhattan, ci lasciò con un semplice ma grande insegnamento.

The Best Things in Life are free

Proprio come l'amicizia, proprio come quelle sonore e fragorose risate di 2 donne nate libere e che un giorno se ne andranno, presumibilmente, accompagnate dal suono delle mille risate che hanno udito nel corso della loro pienissima e bellissima vita.

Susie Meyerson nella scena finale di Four Minutes The Marvelous Mrs Maisel

Sceneggiatura: 8

Regia: 7

Cast: 9,5

Genere: Comedy

Complessità: 7

Originalità: 9,5

Autorialità: 9

Intensità/coinvolgimento emotivo: 9,5

Profondità: 8

Contenuti Violenti/Sessuali:1

Intrattenimento: 10

Opening: 3

Soundtrack: 5

Produzione: Amazon Prime Video

Anno di uscita: 2023

Stagione di riferimento: 5

Voto complessivo: 9,5


Voto Serie: 8,5





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