Chissà quante volte avrò già detto quello che sto per ripetere.
Il vostro amico SerialFiller millanta da almeno 15 anni (erano i tempi in cui Lost era considerata l'unica serie possibile e Dexter albeggiava sul mondo seriale) che, presto o tardi (più presto che tardi), la serialità, in termini di rilevanza ed impatto, avrebbe raggiunto, e forse superato, il cinema per prestigio, originalità e qualità dei contenuti.
Oggi sembra un'affermazione quasi scontata questa, tanto è vero che sempre più addetti ai lavori affermano che i grandi cineasti, resisi conto di questo dato di fatto, stiano cercando nella durata e nell'epica del racconto l'arma per sconfiggere una serialità sempre più preponderante rispetto ai desideri ed il gradimento del pubblico.
Con True Detective ed House of Cards, poi, venne meno anche il solito ritornello secondo cui le serie tv erano un vero e proprio cimitero per attori non più influenti al botteghino o un luogo dove lanciare e rilanciare attorucoli che mai avrebbero sfondato al cinema. Matthew McCounaghey e Kevin Spacey, scardinarono questo assioma.
Doveva cadere solo un'altra assunzione, ed era quella legata al fatto che nessun grande autore, nessun grande regista avrebbe mai osato sporcarsi con la serialità.
Ed ecco che arrivarono sul piccolo schermo David Fincher, Woody Allen, Spike Lee, Damien Chazelle, Paolo Sorrentino e quest'anno anche 2 pezzi da novanta del calibro di Guillermo Del Toro e Tim Burton.
Tutto questo preambolo per dirvi che oggi, in continuità con lo scorso anno, citerò, all'interno del lungo speciale 2022, alcune serie che non avrebbero sfigurato sul grande schermo, vuoi per qualità degli effetti visivi, vuoi per impatto scenografico, vuoi per l'intersezione ed il paragone con determinati universi cinematografici, vuoi per la tecnica o il formato molto cinematografico, qualunque cosa questo possa significare.
Detto ciò, proprio in ottemperanza del lungo pippone iniziale, mi chiedo se abbia senso parlare di serie tv più cinematografiche, proprio oggi che la serialità sembra aver sorpassato, abbondantemente, la cinematografia, per volumi e qualità dei suoi articoli migliori.
Per farla breve, se vedessimo la serialità e la cinematografia come 2 cataloghi separati, è molto probabile che acquisteremmo più articoli dal catalogo "A" che dal catalogo "B", mentre 15 anni fa avremmo acquistato 99 articoli dal catalogo cinematografico e forse uno dal catalogo seriale.
Prima di ritornare ai titoli, correte immediatamente a votare quale sarà, a vostro avviso, la migliore serie dell'anno per i lettori di Nella Mente di Un SerialFiller.
Correte!
The Gilded Age
Non mi era ancora capitato di citarla. Quasi alla fine di questo viaggio lungo il sentiero del 2022, ecco che torna a fare capolino una serie tv che sembrava potesse sconquassare tutto e che, invece, è rimasta un po' ai margini, segno evidente dell'abbondanza e della qualità estrema che alberga nel panorama seriale odierno.
The Gilded Age nasce dagli autori di Downtown Abbey, vero fenomeno "reale" che per anni ha riscosso premi, applausi e un grande seguito. Non che Downtown Abbey (qui la recensione) sia la mia serie ideale (tutt'altro!) ma era indubbio che da Fellowes ci si aspettasse molto e lui, francamente, non ha deluso allestendo una Downtown Abbey "americana" e più vicina alla contemporaneità dove personaggi e scenografie appaiono curatissimi e la descrizione di quel tempo cosi lontano alla mente ma cosi temporalmente vicino determina una vicinanza a tanti film storici che ricordiamo caramente e che tra l'800 ed il '900 traggono spunto per la loro narrazione.
Obi Wan Kenobi
Forse la più cinematografica di tutto il 2022 è stata Obi Wan Kenobi ed in un certo senso anche questa potrebbe essere un'affermazione scontata.
Molto vicina, narrativamente, all'universo Star Wars per sua stessa natura, essendone una diramazione diretta che, attraverso il noto ed amatissimo personaggio di Kenobi, riprende il filo di un discorso lasciato in sospeso tanti anni fa. L'accumulo di personaggi arcinoti ai fan la rende ancora più vicina alla saga cinematografica.
Per una volta, però, la qualità latita e non a caso il nostro McGregor finisce dritto nel post delle serie tv più deludenti dell'anno.
The Crown
Stento a credere che a qualcuno possa non piacere The Crown.
Fatico, persino, a concepire critiche verso questa meravigliosa serie.
Il motivo per cui The Crown è in questa categoria sta tutto in un paragone che voglio portare alla vostra attenzione.
Peter Morgan, oltre ad essere il creatore ed autore di The Crown, lo era anche di The Queen, film apprezzatissimo sulla Regina Elisabetta che valse un Oscar alla bravissima Helen Mirren.
Bene. Provate a guardare quel film e guardare una qualsiasi puntata di The Crown.
Il paragone sarà impietoso,
Una qualsiasi puntata di The Crown fa impallidire quel film per cura, regia, fotografia, montaggio e tutto ciò che potrebbe venirvi in mente.
Star Trek: Strange New Worlds
Per il nuovo spinoff, presente su Paramount Plus, della saga di Star Trek, vale quanto detto per Obi Wan Kenobi ma con una differenza.
Qui la qualità e la solidità del racconto sembra essere maggiore.
1883
Se dovessi esprimere un solo voto per esprimere la migliore serie cinematografica dell'anno, non avrei dubbi.
La mia preferenza andrebbe a Taylor Sheridan ed il suo 1883.
Una pulizia estetica clamorosa contraddistingue uno show che riesce a raccontare per immagini tutto ciò che è nell'intento dell'autore.
Drama clamoroso.
Stranger Things
C'è solo un motivo per cui, alla fine, ho buttato nella mischia Stranger Things e riguarda la durata monstre dei suoi episodi.
I fratelli Duffer hanno intrapreso questa folle prova muscolare che ho destrutturato in questo post e che aveva come fine ultimo, implicito o esplicito che fosse, quello di confrontarsi direttamente con il grande schermo.
Ci saranno riusciti?
Better Call Saul
Che mondo sarebbe senza nutella?
E che post sarebbe questo senza Better Call Saul?
La serie di Gilligan e Gould è tutto, ha tutto.
Non voglio neppure perdere tempo ad elogiarla.
L'ho fatta in un mare di post che trovate al link sotto.
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