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LOL - Chi ride è fuori e chi è fuori ride...a crepapelle

A voler essere integralisti, nulla oltre alle serie tv dovrebbe essere oggetto degli articoli pubblicati su questo blog.

Se cosi fosse non avrei potuto permettermi il lusso di parlare di The Last Dance o SanPa, tanto per fare qualche nome.

La verità è che il medium televisivo, da sempre plasmato per essere quello che doveva essere (ovvero intrattenimento preconfezionato), sta divenendo un contenitore dentro il quale inserire ingredienti ed elementi spesso non sovrapponibili alla ricerca di un elisir magico e di lunga vita.

La tv è, oramai, un territorio di sperimentazione e di mescolamento di generi e stili.

Siamo di fronte ad una rivoluzione del mezzo televisivo come non si era mai vista prima. Non più un andare via dalla tv ma un voler entrarci dentro a tutti i costi. Non più un viale del tramonto per attori e registi ma un trampolino di lancio. Non più un'ultima spiaggia per produttori ma una vetrina.

E cosi assistiamo all'esplosione dei mockumentary e allo spopolamento delle docuserie, a miniserie antologiche e film tv, quasi come se tutto e tutti volessero trovare un proprio spazio in tv, anche a costo di snaturare quello per cui hanno sempre lavorato, che sia cinema o intrattenimento, divulgazione scientifica o giornalismo d'inchiesta.

Oggi tutto sta diventando seriale.

All'appello mancava forse soltanto il reality, nonostante qualche tentativo sia stato fatto nel recente passato.

Quello del reality è un contenitore che è da sempre (e giustamente) stato visto come poco dignitoso e foriero di trashate più o meno digeribili.

A ben pensarci, però, nulla potrebbe essere più "episodico" di un reality visto che, per sua stessa natura, può prestarsi benissimo ad un'evoluzione che preveda un pilot (presentazione di concorrenti e "gioco"), corpo della storia (la vita dentro la "casa" o l'isola, e cosi via) e season finale (proclamazione dei vincitori).

In Italia, su Amazon Prime Video, è da poco sbarcato LOL: Chi ride è fuori, reality in 6 episodi da circa 30 minuti l'uno, capitanato da Fedez e Mara Maionchi.

E' dunque un reality diviso in 6 puntate, il che lo rende di per sè un prodotto seriale (come lo vogliamo chiamare? Seriality?Mi piace tantissimo il termine seriality...l'ho inventato io? Se si, vado subito a depositarne il brevetto..).

La struttura del gioco è tanto semplice quanto geniale.

Chiusi in 4 mura e muniti di un palco e tanti gingilli divertenti, vi sono 10 comici.

Obiettivo?

Non ridere.

6 ore insieme e ad ogni risata scatta un'ammonizione. La doppia ammonizione vale un'espulsione.

Proprio come nel calcio.

Nel "cast", se cosi vogliamo chiamarlo, ci sono volti noti ed emergenti (ed anche un paio di outsider evitabili) della comicità italiana.

Fru e Ciro dei The Jackal, Michela Giraud, Sabrina Guzzanti, Lillo, Elio, Pintus, Katia Follesa, Luca Ravenna e Frank Matano.

In cabina di regia, o meglio di controllo, Fedez e Mara Maionchi, pronti ad ammonire ad ogni ghigno o smorfietta.

La banalità del gioco è disarmante ed il fatto di avere Fedez come testa d'ariete in fase di promozione non aveva invogliato molto a dare una chance a questo esperimento.

Poi, durante il weekend pasquale, mentre ero intento a fare altro ho pensato che sarebbe potuta essere una buona idea tenere in sottofondo LOL e dargli un'occasione, distrattamente.

E' stato subito amore.

Nonostante la goffaggine, la frivolezza, la mancanza di arte e di preparazione al programma, vi assicuro che si ride e di gusto.

Se amate un certo tipo di improvvisazione quello a cui assisterete vi manderà un brodo di giuggiole.

Quando penserete al concetto di distrazione, evasione e divertimento, penserete a LOL.

Nulla di eclatante, intendiamoci, ma una stupidità che fa male dal ridere, una leggerezza che Colapesce e Di Martino sarebbero commossi.

Immaginate di rinchiudere 10 comici, armati di gadget inutili ma atti a prestarsi come arme di divertimento di massa, all'interno di pochi metri quadri e costringerli a non ridere delle battute e delle facce altrui.

Travestimenti ridicoli (il posaman di Lillo è fantastico), gag assurde, battute eleganti miste a battuttacce dalla parolaccia facile, momenti di totale non sense e tanto tanto divertimento.

3 ore che scorrono via in un attimo.

LOL è un reality che non stufa perchè è completamente privo di momenti strappalacrime, di forzatissime introspezioni intente ad emozionare in maniera costruita il pubblico, non vi è alcun tentativo di far commuovere o riflettere.

LOL è lì per farvi ridere e farvi dimenticare tutto per mezzora.

E ci riesce.

In molti hanno accusato il programma di essere troppo chiassoso, poco educativo, tutto risate e niente sostanza.

E dunque?

Cosa vi aspettavate?

Lillo che declamasse il Decamerone? Pintus che costruisse un deltaplano in 6 ore? Frank Matano che parlasse di astrofisica?

Il seriality di Prime Video assolve completamente alla sua funzione.

Far ridere.

Senza fronzoli. Senza secondi fini. Senza alcuna illusione.

E questo basta e avanza per ottenere la mia simpatia ed il mio convinto passaparola.


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