Correva l'anno 2016, e mentre in molti si ingozzavano dei dolci che la Befana aveva generosamente elargito attraverso lunghe e piene calze, su AMC debuttava quello che sarebbe divenuto il più famoso spinoff della storia della tv, nonchè per molti la migliore serie tv all time.
Sto parlando, ovviamente, di Better Call Saul, spinoff di Breaking Bad (che aveva terminato la sua corsa 2 anni e mezzo prima con lo splendido Felina) incentrato, principalmente, sulla figura di Saul Goodman, avvocato da strapazzo che con i suoi trucchi ed i suoi agganci era stato il punto di riferimento legale (e paralegale) di Walter White, Jesse Pinkman e di Gustavo Fring.
I fan di Breaking Bad nutrivano grosse attese rispetto a questo spinoff, consci che gli autori non avrebbero mai azzardato un'operazione di quel tipo se non fossero stati certi di poter aggiungere qualcosa di importante a quanto raccontato nel corso delle 5 stagioni di quella che, fino a quel momento, era considerata, a mani basse, la migliore serie tv all time.
Al tempo stesso, però, era forte la paura di vedere rovinati o depotenziati alcuni importanti punti fermi di Breaking Bad e dei suoi personaggi. La storia degli ultimi anni ci ha detto che non c'era nulla da temere e che, anzi, Gilligan e Gould hanno saputo costruire qualcosa di unico, inimitabile ed imprescindibile per qualsiasi appassionato di serialità e di linguaggio cinematografico.
Oggi, debutto con questa nuova rubrica, che ho chiamato operazione pilot (qui il post di lancio) e con la quale vorrei ripercorrere gli episodi pilota delle serie tv più iconiche, importanti e impattanti della storia della tv.
Potevo non iniziare da uno show che con la sua corsa vincente (appena conclusa) ha alzato il livello della serialità verso orizzonti mai raggiunti prima?
Per chi Better Call Saul l'ha divorata e terminata tutta, alcune delle cose accadute nel lontano pilot sembreranno anche abbastanza scontate. Ecco perchè bisogna calarsi in quel pilot con gli occhi e lo spirito di chi non sapeva assolutamente nulla di come Gilligan e Gould avrebbero approcciato lo show. Sarebbe stato uno spinoff con protagonista il personaggio interpretato da Bob Odenkirk. Questo è tutto ciò che era stato lecito divulgare all'epoca.
Con questa scarsa conoscenza della struttura e della sostanza dello show, e con un hype enorme tra capo e collo, ci fiondiamo nel pilot e chi troviamo?
Troviamo un immancabile e sempre perfetto cold open (qui un articolo ad hoc sull'argomento), questa volta, per la prima volta in monochrome. Troviamo Bob Odenkirk ma non troviamo Saul Goodman o almeno non troviamo il corpo del personaggio che avevamo ammirato in Breaking Bad vestire i panni dell'avvocato che ben conosciamo. Il nostro Saul ha pochi capelli e quelli che ha sono molto diradati sul suo capo. Dei baffoni gli spuntano dal viso ed un cappello da dipendente di un fast food, con una visiera brandizzata gli copre parzialmente la testa. Non ci sono dialoghi. I primi minuti scorrono lentamente, nel loro vestito bianco e nero, raccontandoci di questo nuovo (?) personaggio e della sua routine. Questo uomo con le fattezze di Saul Goodman lavora in una catena di Donuts chiamata Cinnabon. Scopriamo che quello specifico locale in cui lavora è sito in Nebraska. Qualcosa riaffiora nella nostra mente. Non era, forse, proprio il Nebraska la meta stabilita dall'uomo delle aspirapolveri (addio Robert Forster) in Breaking Bad in caso WW e Saul avessero necessitato di sparire? E' li che è finito Saul? Nello spento e freddo Nebraska?
Senza dire nulla, gli autori ci hanno rivelato tantissimo.
Quell'uomo è il Saul del futuro. Un Saul in fuga e costretto all'anonimato. Better Call Saul sarà, dunque, un sequel?
Prima di terminare il cold open, Gilligan e Gould, piazzano un feroce colpo di coda. Il nostro baffuto Saul torna a casa. E' solo. Non ha nessuno con cui parlare. Non può permettersi di rivelare la sua identità ad anima viva. Vive nella paura di essere scoperto. Deve mantenere le distanze da tutti e preservare un profilo basso.
Si siede sul suo divano e guarda la tv. Fa zapping selvaggio. Nulla riesce ad attirare la sua attenzione. E allora tira fuori un VHS dal cassetto proibito dei ricordi Albuquerquiani (ricordi che in questa serie scopriremo in maniera approfondita di che materia siano fatti). Play. Partono una serie di pubblicità promozionali del vecchio Saul Goodman.
Un malinconico Gene Takovic (questo il suo alias) fatica a trattenere le lacrime. L'uomo ricco e vincente, guascone, colorato, ammaliatore, pieno di vita che conoscevamo, ha fatto spazio ad un uomo trasandato, abitudinario, spento, squattrinato. La versione in bianco e nero di Saul Goodman si è palesata a noi.
Il cold open si chiude e parte la breve sigla che ci accompagnerà (con sequenze sempre diverse) per 6 stagioni.
Torniamo ad Albuquerque.
Tornano i colori caldi e torna Saul Goodman.
Un attimo.
Siamo sicuri?
L'avvocato Goodman è nell'aula di un tribunale a difendere 3 giovani. La sua arringa è, come al solito, spedita, barocca e assai convincente. Saul Goodman è tornato. E' tornata ad Albuquerque.
L'episodio avanza e non troviamo nulla degli sfarzi e delle ricchezze a cui ci aveva abituato questo amato personaggio.
La macchina è sgangherata. La parcella è ridicola. Gli agganci sembrano essere pochi o nulli.
Scopriamo che colui che credevamo di conoscere viene chiamato da tutti James McGill, per gli amici Jimmy.
Cosa sta succedendo?
Chi è quell'uomo?
Cosa ci fa nei panni di un povero e dimenticabile Saul Goodman?
Le domande aumentano.
I dubbi accrescono.
Nel tentativo di uscire dal parcheggio del tribunale incontriamo un volto familiare e tiriamo un sospiro di sollievo.
E' Mike Ermentrauth ma anche lui ha qualcosa di diverso. Il silenzioso ed infallibile faccendiere di Gus è intento a sollevare ed abbassare la barra del parcheggio. E' il parcheggiatore ufficiale del tribunale. Ma come?
Cosa sta succedendo?
Dove sono finiti tutti? Dove è finito Saul? Dove e, soprattutto, quando ci troviamo?
"Uno" ci introduce nuovi personaggi che diverranno fondamentali per lo show ed in alcuni casi ruberanno la scena al sempre ottimo Bob Odenkirk. Nel pilot facciamo la conoscenza di Howard, di Chuck e, seppure molto velatamente di Kim Wexler.
Saranno 3 personaggi senza cui Better Call Saul avrebbe avuto poco senso. Sono li. Da subito, a farci capire che ci sarà molto da raccontare e tantissimo da costruire.
Incontriamo, però, anche 2 volti noti. Oltre al già citato Mike, alla fine dell'episodio arriverà a salutarci anche Tuco Salamanca.
Saranno i primi ma non saranno gli ultimi Breakingbadiani a condividere la scena con Jimmy/Saul/Gene.
In soli 50 minuti abbiamo assistito a mirabili cose ed abbiamo avuto risposte a domande che neppure ci eravamo sognati di farci ed abbiamo visto comparire domande che mai ci saremmo immaginati di doverci porre.
Chi è Chuck? Perchè vive in quelle condizioni?
Chi è quella donna a cui Jimmy sottrae una sigaretta?
Chi è quel rassicurante e spavaldo avvocato (Howard) che tratta Jimmy e Chuck con cosi tanta accondiscendenza?
Dove ci troviamo e perchè è tutto cosi diverso? Perchè Saul si chiama Jimmy? Perchè è cosi compassato, dimesso ed a caccia di nuovi casi o meglio ad elemosinare nuovi casi in giro?
Oggi come allora, anche a distanza di anni e dopo tutto quello che sappiamo essere successo, il pilot di Better Call Saul ha il sapore del capolavoro.
Gli autori sono riusciti a costruire nuove premesse e farci piombare nel panico in soli 50 minuti. Quello spinoff di cui non conoscevamo nulla ma su cui avevamo una sola certezza, ovvero che fosse incentrato su Saul Goodman, non ci mostra un solo istante il suo protagonista.
Il cold open ci proietta nel Saul Goodman del futuro (Gene).
L'episodio ci fa tornare indietro al Saul Goodman del passato (Jimmy).
Nel mezzo ci sono (o meglio ci saranno) tutte le sfumature, le esperienze, i traumi ed i successi che porteranno, inesorabilmente, Jimmy a diventare Gene, passando per Saul.
Quello spinoff sarà un prequel ma anche un sequel e, ad un certo punto, sarà una costola di Breaking Bad con la quale potrebbe prima o poi collidere e convergere, (ri) presentandoci il nostro caro Saul, con alle spalle un vissuto che non avremmo immaginato ed una serie sconfinata di strati caratteriali ed esistenziali da sfogliare.
Tutto il resto, come si suol dire in questi casi, è storia.
Voto Pilot: 9,5
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