Il quarto episodio di Gli Anelli Del Potere rappresenta il giro di boa della prima stagione della più attesa serie tv del 2022 (qui la classifica delle migliori serie tv sin qui), e forse degli ultimi anni.
Gli sforzi produttivi realizzati da Amazon, con una cifra totale che si aggira al miliardo di dollari per la messa a terra della prima stagione, l'acquisizione dei diritti letterari rispetto alle appendici del libro di Tolkien, impongono delle riflessioni, forse premature ma pur sempre riflessioni.
Non parlerei di bilanci ma una prima riga va tirata.
The Great Wave, questo il titolo dell'episodio, non ci aiuta più di tanto essendo un episodio che, a mio avviso, assolve molto bene al compito di costruire la storia ma fallisce leggermente nella messa in scena e nel ritmo.
Se, finora, l'unico aspetto sul quale potevamo promuovere a pieni voti lo show era la resa visiva, grazie ad una CGI sontuosa, in questo episodio i muscoli grafici vengono leggermente nascosti per prediligere un maggior sommovimento della trama.
Galadriel a Numenor, Elrond e Durin tra le miniere, Arondir al cospetto di Adar rappresentano i principi fulcri dell'azione.
A funzionare (e molto bene) è proprio il focus sui destini di questi personaggi.
Galadriel le prova tutte per convincere la regina reggente ad appoggiarla in una traversata verso la Terra di Mezzo che le avrebbe portate ad unire le forze in favore delle Southland.
Nel farlo finisce addirittura in prigione per sedizione.
Servirà un miracolo e quel miracolo, letteralmente, avverrà.
La storia, arrivati a metà stagione, sembra subire quell'accelerata che sentivamo necessaria.
Ad aggiungere carne al fuoco ci ha pensato Durin, presentando al suo amico Elrond un pregiato e particolare materiale che l'elfo denominerà "Mithril". La loro amicizia è una delle notizie più liete di questo stanco inizio. I 2 sembrano funzionare bene insieme, sebbene ci sia ancora molto da sviluppare.
Ma la più grossa e attesa sequenza è quella che ci porta al cospetto del temuto e misterioso Adar.
Arondir viene portato dagli orchi al cospetto di questo elfo il cui nome dava il titolo all'episodio precedente (qui la recensione completa). Adar, chiamato dagli orchi "Padre", sembra essere il personaggio che finora era mancato. Spregiudicato nell'uccidere un figlio sofferente, dolorosamente provato da quella uccisione, Adar si serve di Arondir per lanciare un messaggio agli Elfi ed a quello che potremmo definire "mondo libero". Un Dio che Dio ancora non è ma che un mondo nuovo è pronto a costruire, un mondo dove la bugia che tutti raccontano sarà finalmente estirpata.
Adar è quel villain che serviva alla storia, quel cattivone da nascondere e da temere ma di cui restare in qualche modo affascinati.
Troppo presto per dare giudizi sul suo conto e sulla sua prima apparizione ma, di certo, non siamo rimasti delusi.
L'episodio scorre bene ma soffre ancora una volta di una mancanza totale di ritmo, quel ritmo che cerchiamo (e non troviamo) sin dal pilot (qui la recensione). L'epicità viene ricercata costantemente senza essere mai davvero trovata. I dialoghi sono spesso didascalici. Di scene veramente cult non ne abbiamo ancora viste.
L'introduzione di Adar e la smossa alle acque della narrazione fanno bene sperare. Sauron viene evocato ed i pelopiedi vengono messi, momentaneamente, da parte.
Qualcosa si muove ma non è ancora abbastanza.
Voto: 7--
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