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Your Honor: onore a Bryan Cranston, nostro onore ammirarlo

Ci sono personaggi da cui nessuno può scappare, trappole sublimi, gabbie dorate nelle quali un attore può restare intrappolato per tutta la sua carriera, consapevole di aver lasciato una traccia indelebile che sovrasterà sempre qualsiasi altro passo, per quanto grande e deciso, fatto in tutta la propria vita.

Chissà quante volte Bryan Cranston deve aver pensato a quanto Walter White gli abbia cambiato, e forse condizionato, la vita professionale.

Chissà se, oltre a ringraziare il cielo per aver ottenuto quella parte leggendaria, abbia mai maledetto il giorno in cui accettò di far parte di Breaking Bad.

Nonostante una nomination all'Oscar, la vittoria di Toni Awards per i suoi successi teatrali, nonostante altre partecipazioni, più o meno riuscite, ad altri progetti, Bryan Cranston non si è scrollato e non si scrollerà di dosso l'icona Walter White.

Per l'attore losangelino quella del professore di Albuquerque è una seconda pelle, quella che gli ha regalato 4 Emmy ed un Golden Globe ma soprattutto una vita eterna a livello artistico.

Sono pochissimi gli attori che potranno essere certi di sopravvivere anche dopo la propria morte grazie alla loro presenza in alcuni show televisivi. Mi vengono in mente James Gandolfini e Hugh Laurie, Jon Hamm e Michael C.Hall tanto per fare qualche nome. Nel Valhalla seriale, però, il vero e unico Odino è Bryan Cranston, interprete straordinario di Walter White in quella che resta, ad oggi, la serie tv più importante della storia della serialità. Sfuggire a momenti e citazioni cult ("I am The One Who Knocks", "I Am not in danger, I am The Danger", "Say my name" e cosi via) è impossibile, ed è ancora più difficile che noi spettatori riusciremo, un giorno, ad associare al nome e al volto di Cranston qualcosa di diverso.

Ci ha pensato, però, Showtime a riportare Cranston ai Golden Globe e con lui la sua aura walterwhitiana sullo schermo, se cosi si può dire.

A cavallo tra il dicembre 2020 ed il febbraio 2021 l'emittente che ha dato i natali a Dexter ed Homeland tra gli altri, ha sfoderato una serie tv adattamento della serie israeliana Kvodo.

Il titolo di questa nuova avventura di Bryan Cranston è Your Honor e, a giudicare dalle nominations sparse che sta ricevendo e la critica seriale, pare sia piaciuta tanto in giro.


Ma a te, serialfiller, che sei uno stragrande appassionato di Breaking Bad ed uno che tra una birra con Cranston e 2 bitcoin accreditati sul wallet sceglieresti una pinta a Lambrate, che ne pensi; mi chiederete voi?


Grazie della domanda cari lettori, cari amici.

Ve lo dico subito dopo l'immagine di Bryan Cranston seduto sullo scranno con aria solenne e vestito da giudice fermo e impassibile.

Partiamo col dire che Your Honor vede come protagonista il giudice Michael Desiato, interpretato proprio dall'ex Walter White. Diciamo sin da subito che se oggi scrivessi che la serie vale 8 lo farei solo per lui e non perchè in preda al fandom ma perchè la coppia Cranston-Your Honor è il classico, quanto raro, esempio di casting perfetto.

Qualsiasi altro attore, anche se si fosse chiamato Di Caprio o Clooney o Daniel Day Lewis, non avrebbe afferrato questo personaggio tanto quanto Cranston sia riuscito a fare.

Il motivo sta nel fatto che il giudice Michael Desiato è un personaggio molto simile nell'evoluzione al professore Walter Hartwell White e Bryan Cranston ci dimostra come, quando si tratti di interpretare una figura moralmente retta ma costretta, dagli eventi e da spinte intimissime, a scendere a patti col diavolo, non esista attore più in parte di lui.

Michael Desiato è un giudice irreprensibile ed un padre devoto, legatissimo a suo figlio Adam soprattutto da quando la madre di quest'ultimo e moglie di Michael è venuta a mancare.

Un evento clamorosamente fortuito e ineluttabilmente disastroso si abbatterà sulla vita di entrambi.

Adam investirà, uccidendolo, il figlio di un boss mafioso.

Quando Michael lo scoprirà, farà di tutto per salvare la pelle a suo figlio, insabbiando l'accaduto, Whatever it Takes.

Ed è qui che entra in scena l'attore, entra in scena la capacità di Bryan Cranston di trasformare continuamente il suo personaggio, rifuggendo ad ogni appiattimento ed abbracciando la sfida, rilanciandola mille volte, ed ecco perchè vi ho, da subito, detto che questa serie tv, per quanto piacevole, deve tutto a lui.

Nel momento stesso in cui Adam travolge Rocco Baxter, uccidendolo, sappiamo che quell'evento costringere il giudice Desiato a mettere da parte ogni suo principio, ogni etica, a superare ogni limite, tutto purchè il suo unico figlio, orfano di madre, possa essere graziato dalla spietata mafia italo-americana impersonata da Jimmy Baxter, padre di Rocco, interpretato da Michael Sthulbarg.

Padre devoto, cittadino modello, uomo di mezza età inattaccabile da ogni punto di vista, da quello morale a quello legale, inizierà a corrompersi e a corrodere la propria anima nel tentativo di proteggere la sua famiglia.

Vi ricorda qualcosa?

Stavolta, però, non siamo ad Albuquerque, non ci sono cartelli messicani sullo sfondo, non c'entra il cancro e manca la componente di rivalsa personale.

Se Walter White era animato innanzitutto da un sentimento di rivincita verso una società che ne aveva calpestato il talento e l'intelligenza, Michael Desiato è animato unicamente dall'istinto di sopravvivenza volto a salvare la vita di Adam.

Al netto di tutto questo Desiato marcerà verso gli inferi allo stesso modo in cui Walter White marciava verso Heisenberg, inconsapevole di quanto in là si sarebbe spostata l'asticella dei limiti da valicare per raggiungere l'obiettivo.

Qui come allora Bryan Cranston riesce a sfoggiare tutta la gamma di emozioni umane e di deviazioni umane che si possano immaginare.

Dal giudice sorridente e determinato del primo episodio, al padre preoccupato e ansioso della prima parte, sino ad immedesimarsi in un uomo talmente disperato da sommare bugie su bugie, spesso inconcepibili e spesso rivolte alle persone a lui più care.

Nessuno meglio dell'ex interprete del papà di Malcolm (sitcom tornata in auge grazie a questo episodio di WandaVision), avrebbe potuto calarsi nei panni di un uomo cosi tormentato e avvilito come Michael Desiato.

Venendo alla serie in sè, e sganciandoci per un attimo dal valore attoriale del suo protagonista, è innegabile che Your Honor riesca essa stessa a raccogliere il favore dei tanti che hanno amato Breaking Bad, e magari prodotti come Ozark e Sons Of Anarchy, ed in generali drammi nei quali il destino è talmente spietato ed inesorabile da presentarti il conto a prescindere da quanto ti possa sforzare di rimetterlo in riga, a prescindere da quante volte tu possa violare il codice etico seguito per tutta la vita.

Peter Moffat, già autore dello splendido Night Of, costruisce un prodotto con una struttura narrativa capace di creare un crescendo orizzontale ma anche verticale in ogni episodio, generando una tensione costante che ci spinge continuamente ad immaginare che prima o poi Michael riuscirà a sistemare le cose, salvo scoprire che per ogni toppa ricucità vi sarà sempre un altro buco pronto a sbucare dal maglione.

E di buchi, o forse di toppe, ne è, purtroppo piena la serie, non in senso stretto ma in senso esattamente opposto.

Your Honor non presenta buchi di sceneggiatura, anzi prova spesso, troppo spesso, a mostrarci perchè a tizio stia accadendo questo e a sempronio quest'altro. Al netto di un eccesso didascalico, il più grande difetto della serie è quello di stimolare continuamente l'ingresso di deus ex machina, mai forzatissimi in realtà, pronti a dare una mano alla trama.

I nodi vengono tutti al pettine, alcuni con maggiore naturalezza di altri, e permettono alla serie di regalare un finale assolutamente degno e ricco di adrenalina ma sono davvero tantissime le volte in cui c'è qualcosa, o qualcuno, che provvidenzialmente mette a posto la linea narrativa.

Al netto di questa considerazione Your Honor funziona bene, benissimo, creando incastri su incastri nella tela tessuta sin dai primi minuti e che portano ad una conclusione soddisfacente e intensissima.

La serie tv di Showtime brilla senza pretendere un posto tra i grandi, a differenza del suo protagonista che grazie a questo ruolo si proietta nuovamente sotto la luce dei riflettori, pretendendo di essere quello che in passato riusciva ad essere di default, ovvero il favorito in qualsiasi competizione attoriale.

Bryan Cranston è il vero vincitore di Your Honor. La sua interpretazione di Michael Desiato è stata intensa e perfetta. L'attore di Breaking Bad ha saputo sfoderare tutto il suo immenso repertorio, restituendoci un personaggio tridimensionale, quadrimensionale, multidimensionale che in maniera magistrale è riuscito a passare dalla quiete alla preoccupazione, dal tormento all'azione, dal compromesso al compromettente, dalla paura all'accettazione, senza mai forzare la mano.

Per tutti gli appassionati di Breaking Bad, Your Honor è un'occasione da non perdere ma la serie è una ghiotta opportunità per tutti coloro i quali hanno bisogno di un dramma importante, ricco di tensione e colpi di scena (forse anche troppi), forse un pò lento a tratti e decisamente troppo lungo nella durata del singolo episodio ma sicuramente ben fatto.

In definitiva Your Honor è promosso a pieni voti e si candida come una delle migliori novità del lungo 2021 che ci attende e molto probabilmente un valido concorrente ai premi seriali che verranno, compresi i prestigiosissimi Serial Globe 2021!


 

Sviluppo Personaggi: 7+

Complessità: 7,5

Originalità: 7+

Profondità: 6,5

Cast: 9

Trama: 8

Impatto sulla serialità contemporanea: 6

Componente Drama: 9

Componente Comedy: 1

Comparto tecnico: 6

Regia: 6+

Intrattenimento: 6+

Coinvolgimento emotivo: 8,5

Soundtrack: 5

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