E' stata presentata come la serie tv che avrebbe permesso all'Italia di muovere un altro passettino nell'olimpo seriale.
Dopo il potentissimo We Are Who We Are di Luca Guadagnino, il visionario The New Pope / The Young Pope, il drammatico e cruento Gomorra, il classico Petra ed il capolavoro L'Amica Geniale, passando per Romanzo Criminale e Boris, all'Italia mancava un grande Blockbuster e/o un imponente dramma storico.
Matteo Rovere prova a mettere una pezza a questa lacuna immergendosi in un lavoro che a lui tanto ha dato e tanto continuerà a dare: il racconto sulla storia delle origini di Roma.
Dopo esserci lasciati alle spalle la scialbissima storia contemporanea della città eterna con Suburra, Matteo Rovere ci riporta indietro di migliaia di anni, in quei boschi e quei colli divenuti celebri ad ogni essere umano per le sue bellezze artistiche e per le vicende legate all'impero più potente che abbia mai calcato questa terra.
Il regista romano riprende il lavoro iniziato con l'ottimo film con Alessandro Borghi dal titolo "Il primo Re".
Non c'è un nesso narrativo fra la serie e il film ma entrambi condividono la volontà di tornare indietro di quasi tre millenni per portarci dentro le tribù e le faide che tra esse si generarono per il predominio delle terre che oggi chiamiamo Roma.
Ho avuto la fortuna di guardare in anteprima l'intera serie prodotta da Sky.
Nei prossimi minuti proverò a convincervi perchè vale la pena vederla.

Chi ha visitato il set di Romulus negli scorsi mesi è rimasto impressionato dall'imponenza dello stesso, dalla vastità della location utilizzata e dalla strumentistica all'avanguardia utilizzata per girare la serie.
La consapevolezza che questa serie avrebbe rappresentato uno dei punti di svolta della serialità italiana ha preceduto l'uscita del pilot, caricando di aspettative il prodotto original Sky.
Michelangelo diceva che:
L’attesa è il futuro che si presenta a mani vuote.
Quell'attesa è finita, il futuro è il passato, quello di Roma, ed in fondo quello di tutti noi.
Il doppio episodio lanciato da Sky lo scorso 6 Novembre 2020 ha avuto un seguito molto importante, sia a livello social che a livello di pubblico, segno che in molti guardavano con curiosità a quello che Matteo Rovere e Sky avrebbero proposto al pubblico italiano ed internazionale.
Se c'è una cosa che possiamo subito affermare è che Romulus è fatto per essere amato o odiato, apprezzato o stroncato da un target di spettatori ampissimo, che non si ferma alla fetta di pubblico nostrano.
In questo senso, Romulus è un tentativo riuscitissimo di portare la serialità nostrana ad un altro livello, in un'altra dimensione.
Appare chiaro, sin dai primi 2 episodi, che lo sforzo produttivo sia stato enorme e non sia stato sciupato da una messa in scena confusa e stropicciata.
La regia è attenta, la cura dei dettagli certosina, l'uso di colori e toni scuri e naturali pertinente, movenze e sguardi "preistorici" degli attori sono molto utili a catapultarci nel contesto e nel periodo narrato, il casting riuscito.
C'è, insomma, una chiara volontà di fare le cose in un certo modo e questo si nota, traspare evidente in ogni sequenza.
Basta questo a posizionare Romulus nella sfera delle serie tv che sono riuscite a convincere e ritagliarsi uno spazio in questo 2020 e nel futuro della serialità italiana, europea ed internazionale?

Quanto detto sinora rappresenta un successo di per sè è innegabile.
E' altrettanto innegabile, però, che Romulus non si stia dimostrando quella serie capace di farti correre del vicino urlando di gioia per aver assistito al nuovo capolavoro audiovisivo del millennio.
E' un prodotto audace, studiato quasi ossessivmante nei minimi particolari, e realizzato benissimo.
Ha un'identità fortissima ed un'eredità chiara ed anche una direzione precisa che intende seguire capar.
Sono tutti aspetti fondamentali e mai scontati che pongono di diritto ed automaticamente la serie tra quegli show che vanno visti, assimilati e analizzati a prescindere.
E' abbastanza chiaro, però, che manchi qualcosa, manchi quel qualcosa capace di trasformare Romulus in una serie evento non solo per quello che rappresenta e che mostra ma anche per quello che racconta e per quello che riesce a trasmettere.
Romulus non fa arrivare il cuore in gola, non lascia brividi sulle braccia, non riesce ad incidere come aveva fatto, ad esempio, Vikings 7 anni fa o Game Of Thrones una decade fa.
Questi paragoni possono sembrare esagerati ma servono a rendere l'idea di quanto sia difficile competere a certi livelli.
Se l'intento di Matteo Rovere era allinearsi a questo tipo di serie allora dovremo attendere ancora un pò prima che ciò avvenga.
Se invece l'obiettivo era quello di mostrare come anche lui, anche l'Italia potessero essere originali, mastodontiche e capaci di rappresentare eventi cosi lontani nel tempo senza sembrare arcaici, allora ci è riuscito.
Basti pensare che Romulus sia avanti, obiettivamente, anni luce a serie, pur di successo, come Britannia o Barbarian.
Ecco che, dunque, Romulus riesce ad alzare l'asticella della serialità italiana ed europea ma di certo non riesce ad avvicinare la profondità delle serie top all time di questo genere come Vikings e Game Of Thrones.

Dovendo trovare una pecca a Romulus è forse proprio questa.
Pur provandoci la prima stagione non riesce ad essere abbastanza profonda, a restituire un'emozione travolgente.
Ha un'anima ed un'identità fortissima ma non sempre riesce ad avere un impatto altrettanto forte sullo spettatore.
Siamo di fronte solo alla prima stagione e come spesso è accaduto in passato, non è detto che non ci possa essere un crescendo emozionale ed epico che consenta alla serie di spiccare il volo.
Le recensioni che sto leggendo in giro non sono sempre entusiasmanti.
Sono abituato a leggere dopo aver pubblicato il mio post in modo da non farmi influenzare.
Questa volta ho deciso di leggere qualcosa provando, ugualmente, a non farmi influenzare.
Leggendo la mia di recensione avrete la sensazione che io possa essere nella fazione dei contenti.
Forse è cosi.
Anzi è sicuramente cosi.
Contento ma con riserva.
Felicissimo del passo che la serialità italiana ha compiuto, dubbioso sul fatto che Romulus possa essere un'operazione complessivamente riuscita sotto ogni aspetto.
Il prodotto Sky non è il nostro Vikings, non vuole essere il nostrano Game of Thrones ma vuole essere e sarà il nostro Romulus, unico e riconoscibile.
Vedremo cosa ci riserverà il futuro e come la serie verrà accolta dal pubblico, e dalla critica.
Per adesso possiamo dire che l'Alba è arrivata.