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Le 5 serie tv più emozionanti del 2021

Oggi vi presento una selezione di prodotti tipici della piazza delle emozioni, un luogo dove autori, sceneggiatori, registi, attori, attrici si radunano nell'unico e solo tentativo di far emozionare, piangere, commuovere e sospirare spettatori e spettatrici da tutto il mondo.

Per farlo essi attingono alla realtà di tutti i giorni o affondano a piene mani in vite e storia di personaggi vissuti in epoche vicine o lontane.

Famiglia, amore, identità sono solitamente le chiavi che utilizzano per aprire condotti lacrimali e cuori infranti ma anche lo spirito di chi in queste serie riesce a trovare utili spunti di riflessione per leggere con maggiore serenità il mondo intorno a sè.

Le serie che vi presento non sono quelle più drammatiche o romantiche o intense che troverete (anche se alcune lo sono) ma sono forse quelle che più hanno saputo emozionare in questo 2021 ricco di sorprese.

Prima di svelarle, però, cliccate sul link in basso e votate (e fate votare) al migliore serie del 2021:


 

This is Us

Voglio cominciare la rassegna delle emozioni dalla serie che più di tutte è divenuta un manifesto di questo tipo di prodotti capaci di colpire sempre nel segno quando si tratta di trascinarci dentro paludi di lacrimoni e sorrisoni felici.

This is Us nella sua quinta e penultima stagione non è stata perfetta. Tutt'altro. La serie ha faticato non poco a trovare il ritmo dei tempi migliori ma ha innegabilmente saputo confezionare i soliti tanti momenti di spudorata empatia con noi che assistiamo dall'altra parte dello schermo alle vicende della famiglia Pearson.

La serie è stata anche la prima grande serie a calarsi nella tragedia della pandemia, decidendo di ambientare la quinta stagione nel presente e dunque ripresentarsi a noi con tanto di mascherine e distanziamento.


Pose

Un'altra serie che in questi anni ci ha abituati alla commozione, passando spesso per la tragedia dell'Aids e della discriminazione di genere, è Pose.

Il suo creatore Ryan Murphy non è nuovo a questo tipo di affermazioni (non a caso lo ritroveremo più avanti) e con Pose ha forse elevato all'ennesima potenza tutti i capisaldi della sua carriera da autore e regista.

Pose ha concluso la sua corsa con la terza stagione, stracciando la sceneggiatura molto spesso ma facendosi perdonare a più riprese grazie all'innata potenza del racconto e dei suoi protagonisti.


It's a Sin

Ancora l'Aids (quasi un filo conduttore di questa watchlist) al centro delle tematiche affrontate da Russel T.Davies nella splendida It's a sin (la migliore delle serie in campo oggi).

Pochi episodi per raccontarci lo spaccato di vita di giovanissimi protagonisti che hanno avuto la sfortuna di nascere e crescere in un'epoca pericolosa e beffarda per chi, come loro, avrebbe amato un uomo o una donna dello stesso sesso, o semplicemente avrebbe provato a vivere libero da condizionamenti e blocchi morali preimposti dalla società. Davies ci ricorda quanto l'AIDS fosse una piaga sociale oltre che un'emergenza sanitaria.

It's a Sin è un miracolo di cui tutti dovremmo gioire e beneficiare. Ci aiuterà a capire le sofferenze di chi in quell'era cosi spietata ha dovuto affrontare la malattia e il concomitante odio di quasi ogni membro della cosiddetta società civile.


Halston

Aids, Ryan Murphy, omosessualità.

Halston è il perfetto anello di congiunzione con le 2 serie precedentemente citate.

A coronare una grande serie ci ha pensato un interprete enorme come Ewan McGregor.

La sua è stata un'esplosiva e raffinata interpretazione di una leggendaria icona del mondo della moda.

La parabola di Halston rappresentata senza veli e con grande onestà, dal principio alla fine, senza risparmiare colpi bassi ma senza neppure rinunciare all'esaltazione dell'umanità straordinaria racchiusa nella vita di questo personaggio.


The Kominsky Method

Terminiamo questa parabola con un'altra serie che ha concluso la sua corsa, proprio come Pose, ancora su Netflix, ancora con una terza stagione, ancora un grandissimo interprete.

Michael Douglas si presenta al varco di una stagione finale molto spiazzante, sempre divertente, complessa da chiudere degnamente.

Chuck Lorre vi riesce egregiamente, portando a compimento un discorso, quello sulla terza età, mai banale e mai veramente cosi ben delineato in precedenza in tv.

Si ride, si riflette, ci si emoziona.

Fino in fondo.

Ci mancherà.


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