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Orfani di Gomorra non disperate! E' tornata Snabba Cash!

"Attenzionate" spesso i titoli Scandinavi?


La geopolitica seriale è cambiata?


Netflix nasconde ancora qualche pepita d'oro nel suo sconfinato catalogo?


Ve lo avevo detto, in tempi non sospetti, che dalla Svezia stava arrivando un'imprevedibile sorpresa, una di quelle serie di cui vi sareste potuti segretamente ed immediatamente invaghire.

Era il 15 Aprile del 2021 quando vi proposi questo post (se siete interessati, leggetelo) in cui esaltavo e glorificavo questa piccola serie svedese, tratta da un libro da cui era stata tratta, in passato una trilogia cinematografica con protagonista Joel Kinnaman (For All Mankind).

Ora, il libro non l'ho letto, i film non li ho visti ma una cosa posso dirla: la serie tv è una maledettissima (nel vero senso della parola) bomba!

Credo di aver usato il termine "bomba" anche in occasione del primo post su Snabba Cash, e d'altronde che altri termini vi potrebbero venire in mente dinanzi ad uno show denso, dove tutto si incastra perfettamente, dove non ci sono buoni o cattivi, dove tutto è sfumato, dove nessuno è salvo o salvabile davvero, dove, come accadeva in Game of Thrones all'inizio, tutto può succedere?

Lo ripeto, immaginando, un po' arrogantemente, di non poter essere smentito, che Snabba Cash è una bomba. A memoria, credo di aver accostato quel termine solo a Severance (qui la recensione della serie Apple) quest'anno con cui Snabba Cash non condivide nulla se non l'iniziale del titolo con la "S" ma con cui condivide l'impatto fortissimo e la qualità elevata della scrittura.

Che Snabba Cash fosse stata abbastanza apprezzata da queste parti lo testimonia l'altissima posizione guadagnata nella classifica generale del 2021 (la trovate qui, non esitate a leggerla), dove era riuscita a mettersi alle spalle titoli blasonatissimi e premiatissimi come The Morning Show, Ted Lasso, Landscapers e la stessa Gomorra, tanto per citarne alcuni.

Il fatto che nel titolo abbia richiamato la serie tratta dai romanzi di Saviano non è stato un'escamotage da clickbait (non è il mio stile) ma un genuino accostamento verso uno show che, più qualunque altro, ha raccolto, non so quanto volutamente la serie tv di Sky Italia creata da Stefano Sollima.

Per chi, come me, sente che il finale di Gomorra abbia lasciato un enorme vuoto (pochi giorni fa ho rilasciato la recensione fiume sul finale di Gomorra, la trovate qui), il ritorno di Snabba Cash è stato una boccata di aria fresca che, mai come in questo momento, serviva.

Sempre parlando di richiami alla storia della tv, avevo citato The Wire in occasione dell'analisi del series finale di Gomorra. Bene, anche in Snabba Cash ritroverete, molto labilmente, qualche nota del capolavoro di David Simon, più nell'ambientazion e nella contestualizzazione che nel resto. Tra ghetti, ragazzi spacciati, insegnanti che provano a salvarli, destini irredimibili, c'è molto di The Wire dentro Snabba Cash, sebbene a livelli analitici infinitamente inferiori.

Ma, credo per voi finalmente, è arrivato il momento di parlare di questa seconda stagione e di farlo, spero, degnamente.

Salim è morto ma il fantasma di Salim ancora si aggira nella casa, nella testa, nello spazio di Leya. La donna, che aveva superato una linea immaginaria che l'aveva portata a sporcarsi mani e anima fino al midollo, scoprirà, in questa seconda stagione, che per quanto ci siano linee immaginarie che crediamo essere invalicabili, saremo sempre in grado, se messi alle strette, di superarne altre poste ancora più in alto della precedente, di quella che fino a qualche tempo prima credevamo costituire il limite supremo che mai avremmo valicato.

L'avvento di Zaki, piccolo gangster ambizioso e spregiudicato che ben presto farà impazzire Ravy e la sua banda, scompaginerà le carte e lo farà per tutti, in un castello di carta che appariva solidissimo dopo il sacrificio di Salim ma che il soffio della violenza caotica di Zaki farà crollare in men che non si dica.

Ciascuno dei personaggi si troverà a fare i conti con la propria coscienza.

Ravy a causa della imminente paternità.

Nala grazie al sostegno solidissimo della madre.

Leya per Sami e per TargetCoach, le 2 creature che è chiamata a difendere.

Per tutti, però, sta arrivando l'uragano Zaki e con lui una serie di case, macchine, stradine verranno spazzate via portando via il futuro, metaforicamente, di ragazzini innocenti che, per il gusto di qualche corona in più, finiranno schiacciati dalla battaglia criminale imminente.

Snabba Cash, se vogliamo, si è dimostrata, in questa seconda stagione, ancora più spietata che nella prima.

Se nella prima stagione avevamo assaggiato la spregiudicatezza del male sotto le mentite spoglie del giovane Tim e dello spacciatissimo Salim, in questa seconda stagione seguiamo, fin dai primi minuti, il percorso distruttivo di 4 ragazzini. Rana, Liban, Jalle e Mohammed potrebbero essere i vostri figli, cugini, nipoti, fratelli che, nella noia e nella follia dell'adolescenza, potrebbero virare, improvvisamente, verso sentieri oscuri, tortuosi, accidentati, percorsi dove il fato, ed il male, potrebbero farli cadere, sprofondare in un abisso senza fine.

Mettere, sin da subito, loro 4 al centro della narrazione e costruire una buonissima storyline sul personaggio di Jamal, giovane professore che tenterà vanamente di salvarli dalla strada, è un manifesto di intenti che, proprio come avveniva in Gomorra e The Wire, sembra volerci dire che non c'è scampo al male, non c'è salvezza, che sia esso diretto o indiretto, il vortice ti risucchierà.

E' il caso di Jalle, che perderà un occhio e la propria innocenza.

E' il caso di Mohammed che passerà dall'essere uno studente modello ad un poco di buono, seppur preservando la propria coscienza.

E' il caso di Rana, unica donna della combriccola che, per cause altre, perderà i suoi 3 amici e la gioia dello stare insieme.

E', ovviamente, il caso di Liban.

Il tutto accade mentre gli altri personaggi, i personaggi adulti, compiranno le loro efferatezze ingannando se stessi con la scusa del bene supremo, per tutti incarnato dalla protezione dei bambini, dei ragazzi, dei loro bambini, dei loro ragazzi.

Cosi come Walter White diceva a se stesso di compiere i suoi atti per la propria famiglia, allo stesso modo, Leya si autoconvince di essere costretta, dagli eventi, a compiere certe azioni per preservare la vita e la serenità del suo Sami.

Ravy, nel suo tragico declino, farà lo stesso pensando al suo futuro primogenit.

Persino Zaki, che figli non ha e bambini nella sua vita non ne ha, sembra volersi ergere a protettore di quei ragazzi a cui regala soldi, un lavoro ed un avvenire, per strada, con bustine di droga tra le mani e pistole in tasca.

Tutti si muovono in funzione di bambini che ben presto risulteranno tutti vittime di questa escalation criminale.

Il gruppetto si sfalderà, alcuni vivranno, altri no, altri avranno ferite fisiche, altri emotive.

Sami vivrà una vita in fuga, discontinuamente posizionato tra una casa e l'altra, continuamente acceso tra un fuoco e l'altro.

Il futuro nascituro- vivrà senza padre.

I figli adottivi di Zaki, non avranno futuro.

E' la morte della speranza, dell'amore, del futuro, proprio come dirà Jamal, unico presunto salvatore, durante la veglia del povero Liban.

La serie svedese si dimostra feroce dipingendo un destino che appare ineluttabile per la maggior parte dei protagonisti.

L'aver sviscerato le vite personali di gangster di professione come Nala o Ravy ha, sicuramente, creato una empatia ancora più profonda fra spettatore e protagonisti.

E' un meccanismo psicologicamente infallibile quello di farci parteggiare per qualcuno, o quantomeno farcelo stare un pochettino più simpatico, prima di fargli commettere efferatezze di ogni tipo o, viceversa, di fargli pagare il prezzo più alto che possa pagare per i propri crimini.

Era successo, proprio in Gomorra, con tanti personaggi di cui Ciro L'Immortale era il rappresentate principe.

Se, bene o male, riusciamo ad empatizzare per tutti i personaggi, chi più chi meno, non possiamo dire lo stesso per Zaki che, pur avendo una piccola aura da villain non cattivissimo e con un minimo di cuore, si macchia di crimini che non possono essere perdonati, crimini che, indirettamente, porteranno a svolte sanguinarie potentissime.

E poi c'è lei, la donna sul poster, quella da cui tutto parte e da cui tutto finisce.

Leya è un personaggio incredibilmente difficile da decifrare, multi-sfaccettato e carico di tragedia.

Su di Leya, non a caso, lo show ha puntato tutte le fiches.

Finita, un po' per caso o per necessità, nella malavita svedese, Leya, un po' come Walter White in Breaking Bad, ha finito per prenderci gusto o, quantomeno, per non sentire cosi sbagliate cose che apparirebbero insopportabili ed intollerabili al 99,99% della popolazione.

In questa stagione, in particolare nello scontro con Zaki, Leya capisce che era arrivato il momento di non opporre più resistenza al proprio destino.

Il male l'ha risucchiata ma grazie al male è riuscita a restare viva, a proteggere suo figlio ed a salvare Target Coach.

In questo patto con il suo lato oscuro si racchiude l'evoluzione di una donna che da essere avulso a tutto ciò che Snabba Cash racconta ne diventa, ineluttabilmente, il nuovo volto.

Ancora una volta è Gomorra a fare da perfetto punto di riferimento ricordandoci come a fronte di qualcuno che sale, che cresce, che emerge, ci siano una pletora di comandanti e commilitoni da seppellire, e, ovviamente, di innocenti da piangere.

In Gomorra nessuno era il sicuro. Tra una stagione era spesso necessario un quasi completo recasting.

In Snabba Cash, anche, non si scherza.

Molti volti della prima stagione hanno finito per essere schiacciati dalla pressa malefica innescata, volutamente o no poco importa da Leya.

Sono stati in pochi a salvarsi.

Si chiude, dunque, una stagione intensa che riesce ad essere efficace in soli episodi, mostrando a tutti, specie alle serie tv americane di altissimo budget ed enormi pretese, che si può essere incisivi anche senza allungare troppo il brodo o servirsi della CGI anche per mostrare una famiglia a cena.

La tensione drammatica è quella che conta, lo sviluppo della trama e dei personaggi fanno tutto il resto.

Snabba Cash costruisce benissimo la prima e riesce a portare a casa divinamente il secondo punto.

Non ricordo ancora come abbia scoperto questo show che ho continuato a guardare in lingua originale anche quest'anno, imparando qualche termine che probabilmente non userò mai, neppure all'Ikea, ma restando a bocca aperta di fronte alla solidità di uno show a cui non avrei dato mezza lira, pardon mezzo euro, pardon ancora; mezza corona!


 

Sviluppo Personaggi: 8

Complessità: 6

Originalità: 6+

Autorialità: 7

Cast: 7

Intensità: 9,5

Trama: 8

Coerenza: 8

Profondità: 6,5

Impatto sulla serialità contemporanea: 2

Componente Drama: 10

Componente Comedy: 1

Contenuti Violenti: 10

Contenuti Sessuali: 1

Comparto tecnico: 5,5

Regia: 6

Intrattenimento: 6,5

Coinvolgimento emotivo: 8

Opening: 8

Soundtrack: 2

Produzione: Netflix

Anno di uscita: 2022

Stagione di riferimento: 2

350 visualizzazioni

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