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Stranger Things: il tempo vola e giustifica il nostro inebetimento?

Sono stato letteralmente linciato sui social, in particolare su facebook, per il contenuto di questo post scritto in riferimento all'eccessiva, ed innecessaria, durata degli episodi della quarta stagione di Stranger Things.

Il post incriminato è il seguente:



Lascio giudicare a voi se la sostanza di questo articolo possa giustificare commenti di questo tipo.

Ecco una rapida cernita delle rime baciate che gli Shakespeare del web hanno declamato dietro la loro tastierina e nascosti dietro il loro avatar:


"Articolo più stupido della storia. Giustificare la tesi che gli episodi lunghi sono un problema perchè obbligano le persone a ritagliare troppo tempo per la visione altrimenti poi, poveri, a lavoro non possono discuterne con i colleghi non ha veramente senso"
Firmato: Duca Giacomo Biagiotti

"Articolo che non ha molto senso considerando la totale libertà di stoppare e ricominciare qualsiasi serie in qualsiasi momento"
Firmato: Ingegnere Max Stain

"Le cazzate che devo legge...e poi magari gli episodi da 45 min ve ne vedete 4/5 de fila..."
Firmato: Cavaliere Tommy Rufy Asr

"Ma su Netflix c'è il tasto pausa. Che polemica è?"
Firmato: Filosofo Emanuele Borciani

"Sta cosa che gli episodi sono troppo lunghi è da ritardati"
Firmato: Barone Alessio Ale

"Mio Dio! Non capite proprio un cazzo"
Firmato: Marchese Matteo Carlo Ferrari

"Semplicemente la gente non trova più motivi per lamentarsi"
Firmato: Visconte Ricatti Francesco

E' solo una piccola parte dei commenti pervenuti su quel post.

Un 20% dei commenti era mirato ad esprimere accordo ed apprezzamento con quanto detto ma l'80% dei commenti era, più o meno, di questo raffinato stampo.

Ora; premettendo che in queste tesi di laurea in scienze della comunicazione condensate in 10 parole non vi è lo straccio di una singola argomentazione, mi ha fatto abbastanza specie constatare quanto si sia incapaci di ragionare, riflettere, anche criticare provando ad andare oltre il nostro ruolo da spettatori.

In quanto spettatori noi possiamo scegliere cosa guardare, quando guardarlo e come guardarlo, oggi più che in ogni altra epoca. Possiamo scegliere se mettere in pausa 100 volte, se andare al cinema o attendere il bluray, se provare l'esperienza in sala o quella in streaming, se guardare una serie o un film stravaccati al letto grazie ad uno smartphone o sul tablet o sul pc in scrivania, assaporare un episodio mentre si è in aereo con il cellulare offline ma la puntata downloadata e cosi via.

Siamo liberi, come non mai di fare esattamente quello che ci pare.

Siamo, però, anche dei consumatori, spesso compulsivi, di materiale che oramai, alla stessa stregua di un prodotto di abbigliamento o tech o di cucina, può renderci dipendenti.

Inoltre, si confonde molto spesso il ruolo dell'autore con quello dello spettatore, e questa è una roba che mi manda fuori di testa.

Leggere decine di commenti che puntavano il dito contro il "me" spettatore, tacciandomi di essere uno stupido ed ingrato perchè avevo la preziosa arma del tasto pausa da utilizzare a piacimento, mi ha fatto, devo ammettere, un enorme ribrezzo.

Se per ultimare la visione di un episodio sono costretto a mettere pausa varie volte, a ricominciare il giorno dopo, a tergiversare prima di arrivare alla fine della puntata, il fallimento, molto probabilmente, è dell'autore dell'episodio, della serie, del film.

Non il mio.

Non dello spettatore.

Se, nella fattispecie, i fratelli Duffer hanno deciso di optare per un formato episodico dalla durata cosi enorme, lo hanno fatto consapevoli di assumersi una bella responsabilità di fronte allo spettatore. Il loro manifesto, nel momento stesso in cui questa decisione veniva comunicata, recitava che sarebbero riusciti a tenervi incollati allo schermo anche con mezzora in più ad episodio a disposizione.

Lo hanno fatto per presunzione, per ambizione e sicuramente per marketing ma, anche nella più nobile delle ipotesi, lo hanno fatto assumendosi il rischio di "costringere" l'utente a sciropparsi 9 film nell'arco di una stagione.

Nel momento stesso in cui, molti spettatori, per terminare il singolo episodio sono costretti a rimandare ai giorni successivi, quell'esperimento è fallito e quel rischio potenziale si è tramutato in un rischio effettivo.

Se la metà degli spettatori non è riuscita a seguire i singoli episodi nel tempo che i Duffer chiedevano di dedicare, allora Netflix ed i Duffer hanno fallito ed è fallita la prova muscolare di essere sempre più grossi, sempre più forzuti, sempre più dirompenti.

Non è un caso che, i fratelli Duffer stessi, abbiano comunicato che la prossima stagione vedrà episodi di massimo 50 minuti, probabilmente a conoscenza dei malumori del pubblico su questo aspetto.

E allora perchè i nobili uomini e donne citati sopra reagiscono con tale sprezzo di chi, come me, ha provato ad evidenziare un dato cosi eloquente?

Per lo stesso motivo per cui crediamo di avere bisogno di un farmaco o di un lavoro sottopagato o di una macchina costosa o dell'ultimo dispositivo sul mercato. o anche per lo stesso motivo per cui scegliamo sempre di essere dalla parte di quelli come noi e non di quelli diversi da noi, di scappare al confronto, di scappare dalle responsabilità, di scappare dal dialogo con chi ha opinioni diverse.

Il dialogo esiste se c'è sostanza e se c'è disponibilità. Insultare chi scrive un articolo come quello che ho scritto io, senza offrire un briciolo di argomentazione, è solo un sintomo di debolezza ed ignoranza e con i deboli ed ignoranti è quasi sempre impossibile "alzare il livello" della discussione.

Voglio lasciarvi con un articolo scritto dagli amici di SerialMinds (anche se amici non siamo e mai abbiamo scambiato una parola l'un con l'altro) che hanno scritto un articolo tutto sommato nella stessa direzione del mio proprio su Stranger Things e la scelta di rilasciare episodi cosi lunghi.

Reputo, da sempre, SerialMinds il miglior sito specializzato in Italia e vedere che, pochi giorni dopo le mie riflessioni, loro abbiano condiviso simili posizioni mi ha fatto molto piacere.

L'articolo è questo, se vi avanza tempo, dategli un'occhiata.


























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2 Comments


Andrea Carta
Andrea Carta
Aug 02, 2022

Se il 20% apprezza e l'80% no, io mi chiederei "non è che ho scritto una cazzata?" invece di insultare chi impiega parte del suo tempo a commentare. Perché anche se il concetto di fondo dell'articolo - allungare gli episodi per aggiungere 20-30 minuti di stanca è controproducente - è giusto, sbagliato è il modo in cui la tesi viene proposta (l'accostamento con le serie "tradizionali", quelle da 24 episodi) e pure sbagliato è il tono con cui viene esposta.

Per cui, volentieri mi disiscrivo dalla ricezione delle mail che mi avvertono dei prossimi post. E' stata un'esperienza breve e dimenticabile.

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adpm.to
Jul 30, 2022

anche qua direi che concordo, e commento analogamente a "di là" con i social merdwork sono un segno dei tempi ;) ossia dello schifo subumano e dello sfacelo.


Qua la tua grammatica ecc va meglio :D e, nel dubbio (visto come son realizzati da cani i vari siti), copio l'altro commento pure qua

concordo pienamente: non guardo serie TV a parte rarissimi casi, negli ultimi 2 decenni diciamo Fringe, quel che resta di star trek, e The Orville - ah e 22/11/63 che mi interessava.

Le ultime star trek, oltre ad essere "scure e tristi" soffrono moltissimo della dilatazione, degli archi pesantissimi... così 22/11/63 poteva essere un bel film da 2-3 ore ma non 8-10 di serie.


Orville, stupenda e…


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