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Succession - Opinioni sparse su "Secession"

Vi state chiedendo chi sia la regina delle regine delle serie tv oggi?


Vi mancano i bei tempi del cosiddetto "prestige drama"?


Soldi e potere manifestano grande attrazione cinematografica/seriale su di voi?


Il finale della seconda stagione di Succession vi aveva stregati e da 2 anni fremevate per il suo ritorno?


Se avevate dei dubbi sul fatto che Succession fosse una delle migliori, se non la migliore, serie su piazza, la premierè attesissima della terza stagione, dal titolo "Secession" avrà spazzato via tutte le vostre perplessità.

I Roy son tornati.

Al gran completo.

E non hanno nessuna intenzione di mollare, di perdere, di soccombere.

Il primo episodio della terza stagione di Succession è una bomba inesplosa ma è comunque una bomba. Il fatto che sia rimasta li con la fiammella corta accesa e pronta a far saltare tutto, forse la rende ancora più bella.

Il finale della seconda stagione era stato perfetto, da manuale dei manuali della sceneggiatura.

Aveva convogliato storie e tensioni accumulate in tutta l'annata e le aveve fatte detonare tutte in quell'episodio conclusivo in un crescendo di emozioni, colpi bassi, colpi di scena e rivelazioni che non avevano mai nulla fuori posto.

Riprendere quel discorso, ripartire da quel cumulo di macerie emotive che il season finale scorso aveva lasciato rappresentava una responsabilità non da poco.

Quando parti da un materiale cosi potente hai solo un rischio ma è un rischio bello grande: rovinare tutto.

Gli autori, per nostra fortuna, non lo fanno, dimostrando ancora una volta di saper maneggiare con arte e cura il suddetto materiale.

I Roy tornano, divisi e storditi come mai prima ma forse combattivi come non lo erano mai stati.

Logan, il padre padrone che tutti aveva sempre annichilito con il suo carisma, appare all'angolo, ferito e pensieroso, meditabondo e arrabbiato ma soprattutto silenzioso.

Intorno a lui i suoi fedelissimi e quel che resta della sua famiglia teme che il vecchio sia oramai bollito. Dimenticano che parliamo di Logan "fuckin" Roy e niente e nessuno potranno mai affossarlo se non il corso del tempo.

Dall'altro lato vi è Kendall, il figliol prodigo indifeso che tutte le carte ha bruciato sul tavolo con la sua scelta impossibile fatta negli ultimi minuti della seconda stagione.

Ora Kendall dovrà essere conseguente a quella scelta e mostrare a tutti che quell'istinto killer non è stato solo frutto del momento ma che, anzi, egli cova e detiene quasi come riflesso della spregiudicatezza di papà Roy.

Nelle sfumature, nei dialoghi, nell'ironia, Succession costruisce tutto il resto. Shiv e Roman appesi ad un filo sperano di essere i nuovi CEO. Gerri dimostra di esserlo. Mark, Tom e gli altri provano a farsi largo. Rob...è Rob e non serve assolutamente a nulla a Logan se non ad alimentare una storyline comica e pungente verso la società dell'hate nella quale viviamo.

Logan è un leone ferito ma non morto ma soprattutto è un uomo che sembrava essere in procinto di cedere il trono e che invece, ora che è stato attaccato, quel trono proverà a difenderlo con i denti, lasciando le briciole agli altri membri della famiglia, anche quelli che con lui avrebbero voluto tessere una tela comune e nel solco della tradizione familiare.

In lontananza Kendall forma la sua squadra e prova le sue mosse.

La partita a scacchi è iniziata.

Succession l'ha già vinta, qualunque sia l'esito.

I Roy son tornati.

Al gran completo.

E non hanno nessuna intenzione di mollare, di perdere, di soccombere.


Voto episodio: 9

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