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The Bear 3: il treno è in corsa. Chi lo fermerà?

Ritengo The Bear un capolavoro.

La certezza l'ho avuta in un momento ben preciso della seconda stagione quando nel coralissimo episodio numero 7, dal titolo Fishes, un alterco a tavola, durante un pranzo natalizio di famiglia, in pura tradizione italiana o meglio italo-americana, emerge tutta la follia congenita dei più stretti parenti del protagonista Carmen Bearzotto mettendo in luce tutta la complessità insita nella personalità di quest'ultimo e le difficoltà che lo hanno indotto a distaccarsi dal nido materno, abbandonando l'intera famiglia da un lato per inseguire il suo sogno, o meglio la sua passione, da un lato per sfuggire a quella madness che tutto da ma tutto risucchia come un vortice di amorosi sensi che da un momento all'altro ti trascina nell'abisso.

Gli abissi sono luoghi inospitali ma ricchi di vita per chi sa come nuotarci e questa stagione, specie nella seconda parte, ci insegna come da quegli abissi si possa risalire verso la luce o semplicemente imparare a viverci dentro con tutti i pregi, i difetti, i vizi, le virtù, le comodità e le stranezze del caso.

Nel 2024 The Bear non sarà, probabilmente, sul podio della classifica LIVE ma una top 10 scontatissima la raggiungerà ad occhi chiusi.

The Bear season 3 stagione 3 recensione serie tv cucina Jermy Allen White

The Bear è un autentico capolavoro televisivo, una sinfonia di caos e bellezza che pulsa con l'intensità della vita stessa. In questo ritratto crudo e viscerale di una cucina professionale, ogni dialogo è un colpo di scalpello che scolpisce con precisione chirurgica le dinamiche di potere, le ferite mai rimarginate, e le passioni incandescenti dei suoi personaggi.

Jeremy Allen White, nei panni del tormentato Carmy, incarna con una profondità rara la disperata ricerca di eccellenza che lo consuma, mentre si dibatte tra il peso schiacciante dell'eredità familiare e il desiderio di rinascita. Se vogliamo, quello che è cambiato tra la seconda e terza stagione dello show, è il peso del suo protagonista sul proscenio internazionale. Da scommessa a idolo, da volto sconosciuto a volto noto, notissimo, da copertina. Se oggi The Bear è cosi tanto sotto la luce dei riflettori è anche perchè White è divenuto un sex symbol ed un attore affermatissimo e premiatissimo proprio grazie a The Bear.

La serie si conferma, anche in questa stagione, una danza frenetica tra ordine e caos, un balletto visivo che non lascia scampo allo spettatore, trascinandolo nel cuore pulsante di una cucina dove ogni movimento, ogni respiro, è carico di significato. La regia, audace e senza compromessi, cattura il ritmo sincopato e implacabile della vita al limite, con una camera che non teme di sporcarsi le mani, di avvicinarsi troppo, di mostrarti ciò che non vorresti vedere. Eppure, è proprio in questa vicinanza estrema che The Bear trova la sua verità più profonda, rivelando la bellezza feroce del vivere, del fallire, del rialzarsi.

Christopher Storer si conferma un autore che eccelle nel catturare l'intensità emotiva e la complessità umana. Con uno stile viscerale e immersivo, crea atmosfere autentiche e ritmi serrati. La sua scrittura è incisiva e profonda, capace di bilanciare dramma e umorismo con naturalezza sorprendente.

Oltre la superficie sfrigolante e le tensioni taglienti come coltelli, la serie scava nelle profondità dell'animo umano, esplorando con coraggio temi di trauma, perdita, redenzione. È un'opera che risuona perché non si accontenta di raccontare una storia; la vive, la soffre, la celebra. The Bear non è solo un'immersione nel mondo della ristorazione, ma una meditazione sul significato della lotta, dell'appartenenza, e sul fragile, feroce equilibrio tra distruzione e creazione. Una testimonianza che nella vita, come in cucina, l'eccellenza è spesso il frutto di una passione che brucia tanto da consumare.

Jamie Lee Curtis Donna Sugar The Bear season 3 terza stagione recensione serie tv Hulu

Il terzo capitolo non è stato esaltato (ed esaltante) come il secondo, forse proprio a causa del mancato effetto wow di episodi come Fishes. Se è vero che le vette di quel singolo episodio sono da considerarsi irraggiungibili, è altrettanto vero che episodi come Tomorrow (3x01) colpiscono per il loro saper scorrere il fiume del tempo avanti e indietro, senza soluzione di continuità come un flusso di coscienza fatto di immagini, pensieri, ricordi, rimpianti e speranze da costruire. Una vita che si forma attraverso le esperienze di chi quella vita la vive, la indossa e che attraverso quelle esperienze si forgia, si spezza, si piega, rinascendo mille volte.

Come non citare l'episodio "Tina-centrico", quel Napkins (3x06) che oltre a portarci indietro nel tempo alla scoperta della genesi della collaborazione fra Tina e i Bearzotto, ci spinge a riflettere duramente e seriamente sulle condizioni dei lavoratori e del mercato del lavoro oggi, sempre più asettico, spietato, dis-umano e, soprattutto, di come l'essere umano ne esca con le ossa rotte e privo di punti di riferimento. Non è un caso se la salvezza di Tina sia rappresentata da un ragazzo pieno di vita come Michael che a quella vita, ad un certo punto del suo cammino, ha rinunciato.

Mentre scrivo penso e ripenso e rivivo il magnifico Ice Chips (3x08) episodio in cui una nuova vita viene messa al mondo ed un rapporto oramai morto, naufragato, frutto di traumi e incomprensioni lunghi un'intera esistenza, si rinsalda, ricresce, riprende fiato e corpo. Torna Jamie Lee Curtis nei panni di Donna e strappa, presumibilmente, l'ennesima statuina della propria carriera con una performance mozzafiato. Un episodio al 95% girato a singola location e singola inquadratura in cui il dialogo è tutto e le emozioni prendono il sopravvento. Una madre che sta per diventare nonna per la prima volta ed una figlia che sta per diventare madre per la prima volta si confrontano mentre il bip del monitor segnala le dolorose e inevitabili contrazioni di Sugar. E' un momento puro come quell'anima che sta per venire al mondo. Un confronto sereno, serio e colmo di amore che circola come il sangue nelle nostre vene.

Non c'è episodio che non sia valso la pena guardare.

Non c'è personaggio che non abbia avuto il suo momento di crescita.

Non c'è sentiero che non sia stato battuto.

Non c'è alcun segnale di fatica.

Eh no, The Bear è ancora qui, in formissima e con ancora tantissime cose da dire, qualunque sia il vostro parere in merito.


 

Sceneggiatura: 9

Regia: 9,5

Cast: 7

Genere: Drama

Complessità: 8

Originalità: 8

Autorialità: 9,5

Intensità/coinvolgimento emotivo: 10

Profondità: 8,5

Contenuti Violenti/Sessuali: 1

Intrattenimento: 7

Opening: 2

Soundtrack: 4

Produzione: Hulu

Anno di uscita: 2024

Stagione di riferimento: 3

Voto complessivo: 8,5






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