top of page
  • cinguettio
  • Instagram
  • Facebook Icona sociale

The Bear: FX ha trovato la ricetta perfetta?

Non vi perdete una puntata di Masterchef?


Il vostro personaggio preferito di Shameless era Lip?


Il mondo della cucina è il vostro mondo?


Il 23 Giugno scorso FX ha rilasciato il pilot di una serie tv in 8 episodi con protagonista Jeremy Allen, indimenticabile membro della famiglia Gallagher in Shameless.

Il titolo è The Bear ed è un prodotto che in America è piaciuto immensamente, ricevendo critiche entusiastiche ed un rinnovo fulmineo per una seconda stagione che andrà in onda nel 2023.

La serie è ambientata a Chicago ma si sviluppa, quasi integralmente, all'interno di un ristorantino, chiamato The Original Beef, di proprietà di una coppia di fratelli italo americani (o meglio di uno dei fratelli come scopriremo meglio fra poco) di cognome Berzatto da cui il soprannome "The Bear", da cui il titolo dello show.

Acclamazione anche qui Nella Mente di Un SerialFiller?

Scopritelo subito dopo la faccia stanca e sbarrata del nostro caro Jeremy in tenuta da chef non proprio stellato.

La prima cosa che mi è saltata in mente durante la visione dei primi episodi di The Bear è stata quella di stupore a più livelli.

Ero stupito dalla semplicità, se vogliamo anche dalla banalità, dell'idea sottostante l'intero show.

A stupirmi, poi, era stato anche il fatto che un'idea cosi semplice fosse anche oggettivamente un'idea vincente in partenza.

Ultimo livello di stupore riguardava, infine, il fatto che mi sembrava meravigliosamente assurdo che nessuno ci avesse pensato prima.

Ma di che idea stiamo parlando?

Carmine Berzatto (Jeremy Allen) è uno chef che qui chiameremmo stellato. E' lo chef di punta del migliore ristorante degli Stati Uniti D'America. Tanti sacrifici, ritmi insostenibili, un'atmosfera lavorativa soffocante ma la consapevolezza di essere diventato il migliore, uno alla Cracco, alla Cannavacciuolo, alla Barbieri tanto per intenderci.

E qui aggancio quello stupore. Nel 2022, in un mondo dove impazzano i reality che a vario titolo ci portano mani e piedi nel mondo della cucina, sia essa sofisticata, sia essa "terra, terra", sia essa da ristorante michelin, sia essa da trattoria.

Il pubblico, insomma, non manca ed è anzi sempre molto disponibile ad essere spettatore di competizioni culinarie, contest golosissimi, esplorazioni enogastronomiche, chef urlanti, aspiranti chef mortificati e vessati e cosi via.

Pensare che finora nessuno avesse mai proposto una serie tv ambientata mani e piedi nel mondo della cucina mi ha davvero colto di sorpresa.

Era ovvio, abbastanza ovvio, che una serie del genere avrebbe suscitato interesse ed avesse ottenuto successo.

Non vi pare?

Tornando al nostro Carmine, la vera essenza dello show è rappresentata dalla sua scelta, apparentemente dissennata, di abbandonare l'ordine, la raffinatezza, la ricercatezza, l'eleganza del ristorante più in voga del momento, per dirigere la cucina del "The Original Beef of Chicagoland", ristorantino nella periferia di Chicago da anni gestito dal fratello di Carmine, Michael.

Scopriremo che, dietro questa scelta netta e sconcertante, vi è, in realtà, la decisione di Michael di lasciare la gestione a Carmine, fratello oramai lontano ma con il quale, da piccoli ed adolescenti il rapporto era straordinario.

Questo passaggio di consegne non nasce da una semplice volontà di Michael di richiamare all'ovile il fratello ma, purtroppo, da un lascito testamentario reso indispensabile dalla morte prematura di Michael, interpretato dal sempre eccelso Jon Bernthal (We Own This City, The Premise) capace di dare corpo ad un personaggio apparso in video per un paio di minuti in tutta la stagione.

Durante il corso della stagione scopriremo molto di più su Michael, sul rapporto con il fratello e sullo stato in cui versava e versa il ristorante ma, soprattutto, comprenderemo meglio la psicologia di Carmine, ragazzo di straordinario talento ed immenso successo ma troppo ossessivamente chiuso all'interno di quella sua passionale mania per la cucina. Questa vocazione gli ha richiesto un impegno pressochè totale, impegno che lo ha distolto dagli affetti, dai legami e da quel rapporto sempre eccezionale con Michael.

Alla morte di Michael, Carmine, pur potendo rinunciare a quella sfida, pur potendo permettersi il lusso di lavarsene le mani o lasciare tutto nelle mani del socio di sempre di Michael, un vulcanico Richie, decide di sorprendere tutti e mollare, invece, la sua lanciatissima carriera per dare un senso ed un seguito ai sacrifici ed al sogno del defunto fratello.

Ne seguirà una storia molto intensa, tormentata e difficile, acuita dal momento contingente (la crisi pandemica) che ha messo in ginocchio migliaia di locali, compreso il "The Original Beef", surclassato da moratorie e debiti e ridotto malissimo da ogni punto di vista.

Carmine proverà a portare in dote al ristorante ed a tutto il personale, la sua esperienza, il suo metodo e la sua visione.

Troverà una brigata variegata, disordinata, demotivata e non avvezza a lavorare con un preciso ordine gerarchico all'interno di schemi più da caserma che da cucina.

La strada in salita, le emergenti e sempre rinnovate difficoltà, l'ostilità di Richie, i debiti contratti, costituiranno una sfida che metterebbe al tappeto chiunque.

The Bear ha avuto il pregio di infilarsi in un filone che in televisione è ultra visto e rivisto e che miete un successo sempre enorme ma che mai era sfociato un un formato episodico seriale.

La produzione, però, ha avuto il merito di non accontentarsi di una storia ambientata nel mondo della cucina, ne di adagiarsi su quello che poteva sembrare un successo assicurato ma ha mescolato a tutto questo una storia familiare molto vigorosa e drammatica, inserendola nel dramma collettivo del covid e degli impatti della crisi pandemica sulla ristorazione.

Si è servita di un Jeremy Allen che aveva da sempre dimostrato, in Shameless, di essere una garanzia in prodotti cosi carichi emotivamente, ritmati, sboccati, adrenalinici e provenienti dal basso e la scelta è stata azzeccatissima.

Soprattutto, però, FX ha provato a rispondere ad una domanda narrativa che Dio solo sa come non sia mai venuta in mente a nessuno sinora (ed ecco che ritorna il tema dello stupore iniziale):

Cosa accadrebbe se uno chef stellato ereditasse un locale di basso livello, fortemente indebitato e con un menù da trattoria super economica?

Buon divertimento e buon appetito!

Sviluppo Personaggi: 8,5

Complessità: 6,5

Originalità: 9

Autorialità: 6+

Cast: 7

Intensità: 8

Trama: 6,5

Coerenza: 7

Profondità: 6+

Impatto sulla serialità contemporanea: 3

Componente Drama: 7,5

Componente Comedy: 3

Contenuti Violenti: 4

Contenuti Sessuali: 0

Comparto tecnico: 6++

Regia: 7

Intrattenimento: 8

Coinvolgimento emotivo: 9

Opening: 6,5

Soundtrack: 8

Produzione: FX

Anno di uscita: 2022

Stagione di riferimento: 1


 

Il vostro voto alla prima stagione di The Bear?

  • 0%Capolavoro!

  • 0%Imperdibile

  • 0%Ottima

  • 0%Guardabile


234 visualizzazioni

Post recenti

Mostra tutti
bottom of page