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The Big Cigar: anni '70, Black Panther e poco mordente

The Big Cigar è una delle ultime serie originali di Apple TV+ del 2024, che avrebbe potuto essere una delle più audaci e intriganti del panorama televisivo, ma che purtroppo non è riuscita a mantenere le promesse. La serie, prodotta da Janine Sherman Barrois, già nota per il suo lavoro in Claws e ER, è basata su una storia reale affascinante: l'epica fuga del leader delle Black Panther, Huey P. Newton, dal governo degli Stati Uniti alla fine degli anni ’70.

L’idea alla base della serie è intrigante: un leader rivoluzionario in fuga, una caccia al tesoro per la libertà, e un’ambientazione che si muove tra il fervore politico dell'America post-hippie e l’ambiente glamour di Hollywood. Il cast, guidato da André Holland (The Knick, The Eddy) nel ruolo di Huey P. Newton, affiancato da attori come Tiffany Boone e Alessandro Nivola, sembra promettere una serie avvincente. Tuttavia, quello che avrebbe potuto essere un prodotto televisivo di grande spessore si rivela, purtroppo, una serie che fatica a trovare una direzione chiara e che non riesce a sfruttare appieno il potenziale della sua storia.

Tanta Carne al Fuoco, ma Poco Sapore.

The Big Cigar segue le vicende di Huey P. Newton, uno dei leader più carismatici e controversi delle Black Panther, mentre tenta di sfuggire alla cattura dopo essere stato accusato di omicidio. La serie si concentra sul periodo che Newton trascorse in clandestinità, cercando rifugio in vari luoghi e cercando disperatamente di evitare le grinfie dell’FBI.

L’ambientazione storica e politica è senza dubbio interessante, poiché riflette un'epoca di grandi cambiamenti sociali e tensioni razziali. Gli anni '70, con il loro mix di disillusione post-Vietnam, ribellione giovanile, e la nascente cultura del jet-set hollywoodiano, offrono uno sfondo ricco di possibilità narrative. Tuttavia, The Big Cigar non riesce a sfruttare appieno questo contesto. L'ambientazione storica, invece di essere un personaggio a sé stante che interagisce con i protagonisti, rimane spesso sullo sfondo, non abbastanza sfruttata per arricchire la trama.

Uno dei problemi principali di The Big Cigar è la sua narrazione frammentata e poco focalizzata. Mentre la serie avrebbe potuto concentrarsi maggiormente sulla tensione della fuga di Newton e sulla caccia al leader delle Black Panther, preferisce invece disperdersi in sotto-trame e dettagli che, pur interessanti, finiscono per diluire il ritmo e l’intensità della storia principale.

La narrazione appare spesso confusa e caotica, con salti temporali e cambi di prospettiva che non sempre si integrano bene nella trama. Questo rende difficile per lo spettatore mantenere un coinvolgimento costante, e spesso si ha la sensazione che la serie cerchi di fare troppo, senza riuscire a centrare pienamente nessuno degli obiettivi che si pone.

Il cast di The Big Cigar è indubbiamente uno dei suoi punti di forza, almeno sulla carta. André Holland, ma è penalizzato da una sceneggiatura che non gli permette di esplorare a fondo la complessità del personaggio.

Tiffany Boone, nel ruolo della compagna di Newton, prova a dare spessore a un personaggio che, purtroppo, è scritto in modo troppo stereotipato per lasciare un’impronta duratura. Anche Alessandro Nivola, attore di grande talento, si ritrova in un ruolo che non riesce a sfruttare appieno la sua versatilità.

In generale, la sensazione è che il cast sia stato mal sfruttato. Gli attori, pur impegnandosi al massimo, non riescono a compensare le carenze di una sceneggiatura che non offre loro abbastanza materiale per brillare. Questo è particolarmente deludente in una serie che, con una trama così ricca di potenziale drammatico, avrebbe potuto offrire interpretazioni memorabili.

The Big Cigar tenta di collocarsi nel filone delle serie che combinano intrigo storico con dramma politico, ma il confronto con altri show di successo risulta impietoso. Serie come Narcos o When They See Us hanno saputo mescolare storia e fiction in modo avvincente, mantenendo un ritmo serrato e una narrazione coesa che coinvolge lo spettatore dall’inizio alla fine.

In Narcos, per esempio, la tensione della caccia all'uomo è palpabile in ogni episodio, con un perfetto equilibrio tra azione, suspense e approfondimento psicologico dei personaggi. When They See Us riesce a trasmettere l'angoscia e la disperazione dei protagonisti attraverso una narrazione intensa e focalizzata, che lascia lo spettatore emotivamente coinvolto.

The Big Cigar, al contrario, sembra mancare di quella direzione chiara e di quel senso di urgenza che rendono altre serie simili così avvincenti. Il ritmo è irregolare, e la trama principale viene spesso messa da parte a favore di digressioni che, pur interessanti, non aggiungono realmente valore alla storia principale.

The Big Cigar è una serie che aveva tutte le carte in regola per diventare un successo, ma che purtroppo non riesce a mantenere le sue promesse. Nonostante un'ambientazione affascinante e un cast di talento, la serie si perde in una narrazione dispersiva e che fa acqua da tutte le parti non riuscendo a trasmettere la tensione e l’intensità necessarie per catturare davvero lo spettatore.

Il problema principale di The Big Cigar è che non riesce a trovare una propria identità chiara. La serie tenta di essere molte cose contemporaneamente: un dramma politico, un thriller storico, un racconto di redenzione personale, ma finisce per non eccellere in nessuno di questi aspetti. Il risultato è un prodotto televisivo che, pur avendo alcuni momenti interessanti, non riesce a emergere nel panorama delle serie TV contemporanee.

In definitiva, The Big Cigar è un’occasione sprecata. Potrebbe valere la pena guardarla per chi è particolarmente interessato alla figura storica di Huey P. Newton o per chi apprezza le interpretazioni di André Holland, ma non è certamente un capolavoro e difficilmente lascerà un’impronta duratura nella memoria degli spettatori.



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