In questo entusiasmante avvio di season 2 di The Mandalorian, sto faticando a comprendere la natura delle tante critiche che sto leggendo da parte di alcuni spettatori.
Il capitolo 10 è stato letteralmente surclassato da 2 accuse distinte ma ugualmente imbarazzanti:
Baby Yoda sarebbe una sorta di genocida per aver mangiato delle uova
Il secondo episodio sarebbe totalmente inutile
Il primo punto rientra nel novero di quegli stucchevoli ragionamenti che troppo semplicisticamente si lasciano rientrare nel capitolo del "politically correct". A me sembrano, francamente, solo una marea di idiozie.
Siamo nell'epoca della tolleranza verso qualsiasi cosa ( e ci mancherebbe altro aggiungerei) e dell'ipersensibilità.
Mostrare una scena con un animale ammazzato suscita le ire degli animalisti, girare un episodio che mostri il protagonista fumare è delittuoso sulle tv generaliste, adesso siamo passati all'apoteosi della scemenza, dove vengono contestate e Filoni e Favreau delle scelte su quello che un esserino tenerissimo e di fantasia. Alcuni ha polemizzato, intimando di boicottare la serie, perchè un pupazzo ha mangiato delle uova non fecondate di una specie in via d'estinzione creata in computer grafica (Zach Braff grazie per aver lanciato questo commento su twitter!). E' pura follia.
Sul secondo punto, invece, si può sicuramente aprire un dibattito più serio.
Che ogni singolo episodio di The Mandalorian sia tipicamente sviluppato molto verticalmente e molto meno orizzontalmente è un dato di fatto.
Che questo rappresenti un difetto, assolutamente no.
Fatico a comprendere quelli che scrivono che ad uno scarso avanzamento della trama corrisponda un pessimo approccio di autori e registi alla buona riuscita della serie.
Dimenticano che The Mandalorian è innanzitutto intrattenimento ed è probabilmente, ad oggi, il prodotto seriale di entertainment più riuscito di tutta la storia della tv.
Partendo da questo presupposto bisognerebbe capire che la verticalità è essenziale per garantire episodi ricchi di azione e di sorprese.
Ma attenzione! Il fatto che The Mandalorian sia un prodotto prevalentemente verticale è di per sè una fake news.
Il nostro protagonista ha una missione. La stagione scorsa si era sviluppata intorno al tentativo di salvare Baby Yoda e di tenerlo al sicuro. Questa seconda si sta sviluppando intorno all'obiettivo di riportarlo a casa.
Nell'arco della stagione assistiamo ad un approdo dal punto A al punto B e non una stasi del racconto.
Il fatto che Mando debba passare da un pianeta all'altro per portare a termine questa missione rappresenta di per sè una tappa obbligata per sviluppare il racconto orizzontalmente.
Cosa pretenderebbero gli spettatori più critici? Forse che Mando riesca a trovare uno Jedi così da un momento all'altro e senza trovare ostacoli sul suo cammino?
Il fatto che Filoni e Favreau riescano ad inserire in ogni episodio una guest star eccezionale, un elemento narrativo nuovo ma familiare a chi ama l'universo espanso di Star Wars, un personaggio originale o dei personaggi richiamanti qualcosa di noto o misteriosamente noto ai fan è, a mio avviso, un elemento cardine della serie.
In questo, The Mandalorian ricorda Better Call Saul, per la sua capacità di rispettare l'universo in cui si innesta, riuscendo al tempo steso a profumare di nuovo, di fresco.
Non fa eccezione questa puntata, con l'arrivo di Bo-Katan, interpretata dalla sempre incredibile Katee Sackhoff, indimenticata protagonista dell'indimenticabile Battlestar Galactica.
Per gli appassionati di Clone Wars e Rebels, Bo - Katan non è un nome nuovo, per chi invece mastica solo The Mandalorian e poco altro ella è un volto nuovissimo.
Bastano pochissimi minuti sullo schermo, però, per renderla, di fatto, una di noi, una della crew.
Sarà per il volto della Sackhoff o per le armature a noi oramai cosi familiari ma Bo Katan è da oggi un personaggio che possiamo considerare "nostro", inteso come parte della grande famiglia mandaloriana.
Dopo Timothy Olyphant, e contestualmente all'apparizione di Titus Welliver, sono già 3 le importanti guest star apparse in questa stagione.
I riferimenti al credo, i dubbi sulla storia di Mandalore, l'affannosa ricerca della Darksbear da parte di Bo Katan possono non sembrare degli avanzamenti nella trama ma rappresentano, senza dubbio alcuno, degli avanzamenti nello sviluppo della storia mandaloriana.
L'azione è stata come sempre devastantemente bella, i comic relief con The Child deliziosi.
Non c'è motivo per criticare The Mandalorian, davvero non ce ne è.
E' legittimo preferire altro, appassionarsi ad un personaggio più che ad un altro, vivere ogni episodio con trasporto o con leggerezza, fare qualche appunto, ma in linea di massima questa è una serie a cui non puoi davvero obiettare nulla.
Più che un prodotto Star Wars esso sembra essere sempre più un prodotto Marvel, grazie alla sua capacità di intrattenere, tenere le fila di racconto, espandere la mitologia, curare ogni minimo dettaglio, elevare ai massimi livelli ogni meccanismo produttivo e visivo.
Anche questo episodio 11 conferma tutto il talento degli autori e tutto il lavoro certosino dietro ogni sequenza, come testimoniano le sempre bellissime tavole mostrate in coda ad ogni episodio.
La regia di Bryce Dallas Howard (Black Mirror) impreziosice il dietro le quinte con un'altra curiosità, anche in questo caso non fine a se stessa ma accompagnata da un grande talento.
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