The Red Dragon & The Gold, quarto episodio della seconda stagione di House of The Dragon ha le stigmate per essere ricordato come uno dei migliori episodi dell'intera saga, alla stregua di The Battle of Bastards e di The Red Wedding, tanto per citarne due fra i più celebri.
Immaginavamo che, a questo punto della seconda stagione, dopo aver tanto degnamente seminato e costruito, si sarebbe potuti arrivare ad un punto di rottura roboante.
Il botto c'è stato ed è stato fragoroso.
Tutti i 7 regni lo hanno avvertito.
E noi con loro.
Come sempre, a valle dell'immagine di copertina, potreste trovare spoiler e qui li troverete, e come se li troverete.
Proprio l'altro giorno ho pubblicato un articolo in cui paragonavo questo episodio ad un episodio di The Boys, mettendo a confronto quelle che sono, innegabilmente, le due serie del momento e, forse, due tra le serie più chiacchierate del decennio.
Un confronto che partiva, dunque, alla pari e che si è trasformato in una debaclè per la serie Amazon ed un trionfo per quella della HBO.
Il motivo?
Semplice e pura capacità di creare tensione narrativa attraverso una scrittura abilissima a costruire momenti come quello a cui abbiamo assistito negli ultimi 20 minuti di questo folle episodio.
Che i draghi, prima o poi, si sarebbero incontrati, scontrandosi nei cieli, ammazzandosi a vicenda, era cosa attesa, addirittura nota visto il materiale dei libri e visto quello che ci aveva presentato Game of Thrones.
Che lo avrebbero fatto proprio adesso, proprio in quel modo, proprio in quel luogo probabilmente lo avrebbero immaginato solo i lettori dei libri (io, come molti, non ho avuto il privilegio di leggerli per cui sono "cieco" rispetto al materiale originale).
Dall'inizio della stagione mi sto soffermando sul concetto di ineluttabilità. Mi sembra il termine più consono per descrivere il destino dei Targaryen, di questi Targaryen cosi forti, cosi potenti, a capo di draghi cosi enormi ed invincibili. I Targaryen dell'era in cui è ambientata House of The Dragon sono più simili a dei che a uomini cosi come i draghi che cavalcano. Pensare che questa dinastia sarebbe scomparsa di lì a qualche decennio appare inimmaginabile, eppure, come ben sappiamo grazie al nostro punto di vista privilegiato, è esattamente quello che avverrà.
Questo episodio è la manifestazione plastica di quanto basti poco per l’autodistruzione.
Una regina che, dopo aver provato ogni via diplomatica, a costo anche di essere sbeffeggiata e abbandonata dai suoi, accetta la guerra, la abbraccia, spedendo la sua fidata e saggia Rhaenys incontro ad un destino beffardo e tutto da scrivere.
Un re, dall'altra parte, che sentendosi sbeffeggiato dai suoi in modi molto diversi da quelli con cui Rhaenyra prova la stessa sensazione da parte dei suoi fidati membri del concilio ristretto, abbraccia la guerra in sella al suo drago andando incontro ad un destino ancora più beffardo.
Nel mezzo lo spietato Aemond, al centro di tutte le vicende principali che hanno portato i Verdi ed i Neri in una guerra intestina cosi cruenta. Il ragazzo che, come Daemon, smania il trono ed il potere, dimostra di non avere il "pelo sullo stomaco" e farsi beffe di gerarchie, lignaggio e linee di successione prestabilite svettando con il suo gigantesco Vhagar nei cieli di Rook's Rest.
Ne consegue una formidabile battaglia, resa epica anche da una musica ed un ritmo che lasciano senza fiato.
Aemond trionfa.
I morti non si contano.
Aegon brucia.
Rhaenys (che personaggio abbiamo trovato quest'anno!) muore da eroina cascando giù in picchiata con la sua Maelys.
Una nuova fase si apre.
Con meno draghi.
Ancor più scarsa lucidità.
E tanto, tanto sangue che scorrerà in tutta Westeros.
Voto: 9
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