Attendevate la trasposizione netflixiana di uno dei vostri fumetti preferiti?
Neil Gaiman è quasi un santone per voi?
Netflix vi sta deludendo a più riprese?
Il 5 agosto 2022 ha sancito uno dei momenti seriali e cross-mediali più attesi dell'anno.
Per i fan dei fumetti, e non solo, l'uscita di The Sandman, trasposizione di uno dei fumetti più gloriosi e premiati di sempre, scritto dal Re Mida dei Re Mida del fumetto, Neil Gaiman, rappresentava un giorno cerchiato in rosso sul calendario (ammesso che abbiate ancora un calendario "appeso" in cucina, ma ci siamo capiti).
All'euforia nel sapere che personaggi amatissimi e storie oniriche avrebbero preso, finalmente forma, si accompagnava una fifa matta di vedere rovinati i suddetti personaggi e le suddette storie.
Ad acuire tale paura ci si era messa mamma Netflix che da un paio di anni a questa parte ne sta sbagliando molte, specie quando si è trattato di trasporre romanzi, fumetti e persino videogiochi (vedesi Resident Alien).
Il 5 agosto è passato ed io, come tanti di voi, la mia scorpacciata di Gaiman l'ho fatta, concludendo, senza ostacoli e con sommo piacere, la visione della prima stagione di The Sandman.
Non fingerò di essere un esperto del materiale originale o del mondo dei fumetti o di Gaiman stesso.
Non lo sono.
Non lo sono mai stato.
Mai lo sarò.
Questo mi lascia da un lato del tutto ignorante in materia ma dall'altro mi da la libertà di vedere e giudicare una serie come The Sandman senza il filtro di chi, impressionato da quello che viene reputato un capolavoro, potrebbe soffrire nel passaggio dalla carta al video.
Netflix si è addentrata in un'operazione rischiosissima che, però, sembra aver beneficiato, in primis, del coinvolgimento diretto di Neil Gaiman, il quale aveva più volte in passato negato l'ok a trasposizioni cinematografiche e seriali, proprio nel tentativo di preservare la sua creatura da facili operazioni puramente commerciali.
La sua presenza, unita a quella di David S.Goyer, uno dei più abili maneggiatori di materiale potenzialmente radioattivo al cinema come in tv, confortava e non poco. La visione della prima stagione ha fatto il resto, restituendoci uno show convincente, lineare e che, a detta di chi ha letto il fumetto originale, ha saputo mettere in scena molti dei topoi della serie a fumetti.
The Sandman è un fumetto talmente noto che non necessita di premesse. La serie, in pochi giorni, è diventata uno degli argomenti principali sul web per cui mi concederò di non scollinare troppo sulla trama visto che in giro c'è veramente di tutto e di più a cui attingere da questo punto di vista.
Mi limiterò ad offrirvi la mia modesta prospettiva.
Da non conoscitore dei fumetti e del protagonista Sandman, detto anche Dream o King of Dreamland, e cosi via, ho avuto l'impressione di potermi fidare subito. Ho immediatamente capito chi fosse Dream, quale fosse il contesto entro cui si stesse muovendo e quali fossero i personaggi e le storie chiave della mitologia tutta di questo universo.
Ho apprezzato molto l'interpretazione di Tom Sturridge, magnetico e dark quanto basta ma anche inquietante nei suoi sguardi e nei suoi silenzi, un'inquietudine che spesso lasciava spazio alla rassicurazione. Quando un personaggio riesce a provocarti sentimenti cosi contrapposti è sempre una buona notizia, e questo è il caso.
I personaggi secondari, ma non di secondo ordine, sono entrati subito a far parte dell'immaginario dello spettatore dalla Johanna Costantine di Jenna Coleman (The Serpent, Doctor Who), all'androgino Lucifer interpretato da Gwendoline Christie (Game of Thrones), passando per il John di David Thewlis (Fargo, Landscapers), fino ad arrivare al Corinthium interpretato da Boyd Holbrook (Narcos). Tutti perfettamente in parte, tutti in grado di suscitare vivo interesse.
Credo che, inoltre, la serie sia riuscita a mettere in campo i temi più trasversali e profondi legati al fumetto, quelle che, se vogliamo, sono le domande che sottendono tutto.
Quali sono i sentimenti che dominano il mondo?
La speranza? La paura? Il desiderio?
Senza sogni saremmo ancora in grado di sperare?
Un mondo senza sogni e senza speranza sarebbe condannato?
A quest'ultima domanda ci risponde uno episodio centrale dedicato alla figura di Johnny il quale, venuto in possesso del rubino (uno dei 3 strumenti perduti da Sandman nel 1919), infligge all'umanità una punizione enorme, privandoli della possibilità di sognare e di mentire. La bugia, come Sandman dirà, è solo una delle facce di una medaglia che vede dall'altro capo la voglia di lottare per i propri sogni e, quindi, di infondere a se stessi e agli altri una viva speranza nel prossimo e nel futuro.
Non a caso, il mondo disegnato da Johnny è un mondo perduto, caotico, in preda alla violenza e l'autodistruzione.
L'umanità come peso, come fardello per se stessa ma anche come unica via d'uscita.
E' un messaggio che ritorna spesso.
Ritorna quando viene introdotta Rose Walker ed il concetto di "Vortex", ritorna nel rapporto fra Lucienne e Dream, e addirittura quando si affronta il concetto di Morte, laddove nella morte gli esseri umani riescono a rifugiarsi solo quando ad accompagnarli c'è un volto amico, in questo caso rappresentato proprio da una delle sorelle di Dream.
L'umanità al centro ma mai lavata dei propri peccati. Non c'è indulgenza, non c'è candore, non c'è ingenuità.
Gli uomini sono quelli che sono e saranno sempre la rovina di se stessi.
Sono gli esseri crudeli che hanno tenuto in gabbia Dream per un secolo.
Sono gli esseri malvagi che si radunano ogni anno in una convention di criminali e peccatori che assurge il Corinzio a proprio idolo.
Sono gli esseri disfunzionali che nascondono dietro le bugie e i non detti una valanga di rimpianti.
Ma gli uomini sono anche quelli capaci di donare vita eterna al proprio figlio, dopo 116 anni di giovinezza.
O quelli capaci di sacrificarsi per la propria nipote.
O anche quelli in grado di risollevarsi dopo essere piombati nel caos.
Lo show di Netflix è stato in grado di dettare i tempi e non farsi cogliere impreparata, disegnando mondi e storie degne di nota, dal mondo dei sogni, agli inferi, passando per le creature, come il Gargoyle Gregory e i tanti incubi, oniriche e spettacolari.
The Sandman, però, avrà avuto qualche difetto?
O no?
Ne ha avuti, e non pochi e mi fa specie che non vengano sottolineati abbastanza, presi come siamo dal celebrarla e dal tirare un sospiro di sollievo nel sapere che Netflix sia riuscita a non rovinarla.
In primis, The Sandman è una serie didascalica come poche.
Tutto quello che accadeva ci veniva detto e raccontato, sempre, come se fossimo bambini delle elementari a cui spiegare una lezione elementare.
Lo "Show, Don't Tell", non appartiene a questo show.
Una serie come Better Call Saul avrebbe raccontato, e meglio, le stesse cose senza aver mai fatto spiegare a nessuno dei suoi personaggi cosa stesse accadendo o cosa stesse per accadere. Personalmente lo trovo, sempre, un notevole minus. Uno show che ha bisogno di ricorrere costantemente allo spiegone, per bocca dei suoi personaggi, è uno show che non potrà mai ambire ad essere un capolavoro.
Altro difetto che ho avvertito parecchio è legato alla rapidità con cui sono state fatte evaporare storyline importanti.
Penso alla sconfitta di Johnny e del Corinzio che hanno sicuramente vissuto una risoluzione affrettata e poco sviscerata.
Infine, ma giusto per evidenziare i 3 principali difetti che mi vengono in mente mentre scrivo (ma ce ne sono anche molti altri), vorrei sottolineare una cosa che, pur non essendo un lettore del fumetto, ho avvertito con il mio "sesto senso" per poi appurare, documentandomi in rete, fosse vera. Sto parlando del gender swap o, in generale, del cambiamento del sesso, del colore della pelle, delle caratteristiche principali di alcuni personaggi. Alcune cose mi apparivano un po' forzate ed in effetti, rispetto ai fumetti, qualcosa era "fisicamente" cambiato.
In generale questo potrebbe non essere un problema ma quando si tratta di una trasposizione di qualcosa di cosi importante e cosi conosciuto, non si può, secondo me, cambiare troppo, anche perchè, a differenza di un romanzo, in un fumetto il lettore, oltre a leggere, "guarda" e si affeziona all'idea che quel personaggio sia donna, uomo, biondo, castano, alto, magro, caucasico, afroamericano e cosi via.
Un cambiamento cosi costante credo non abbia giovato ma si tratta di un tema forse molto più ampio di quanto non sembri.
In definitiva, però, The Sandman è promosso a voti alti ma non pieni.
La visione è stata assolutamente piacevole, soprattutto nella prima, ottima, parte della stagione e ha generato un discreto hype per la seconda quando, probabilmente, i demoni dell'ade scateneranno la propria furia contro Dream ed il suo reame.
Ho l'acquolina in bocca.
Nonostante i difetti.
Sviluppo Personaggi: 7,5
Complessità: 6,5
Originalità: 7
Autorialità: 7+
Cast: 7,5
Intensità: 6
Trama: 7
Coerenza: 7++
Profondità: 7
Impatto sulla serialità contemporanea:4
Componente Drama: 7
Componente Comedy: 1
Contenuti Violenti: 6
Contenuti Sessuali: 1
Comparto tecnico: 8
Regia: 6,5
Intrattenimento: 9
Coinvolgimento emotivo: 7,5
Opening: 2
Soundtrack: 6
Produzione: Netflix
Anno di uscita: 2022
Stagione di riferimento: 1
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