Fan della prima ora di The Walking Dead?
Eterni speranzosi per la zombie -series di AMC?
"Lucille" è la mazza da baseball che avete custodito nell'angolo della vostra cameretta?
Dove vi sono zombie ci siete voi?
The Walking Dead ha si è appena mostrata nel suo ultimo midseason finale dopo un inizio di undicesima stagione (che sarà anche l'ultima) che aveva fatto ben sperare. Speranze talmente solide che mi avevano fatto sbilanciare notevolmente in questo post di poche settimane fa.
A pochissimi episodi dal termine di questa serie epocale è tempo, finalmente, di fare bilanci pressochè definitivi.
Sarà riuscita la prima metà di stagione finale a riaccendere la fiamma?
La sensazione (buona) che avevo avuto all'alba di questa stagione finale è confermata. Il ritmo è salito, tanti orpelli inutili sono stati eliminati, lungaggini evitate, dialoghi velleitari limitati. The Walking Dead è ritornata ad essere una dignitosa, dignitosissima serie action, ansiogena quanto basta e con qualche buon momento.
Quella sensazione, però, era accompagnata anche da una speranza, ovvero che TWD potesse regalarci una stagione gagliarda anche dal punto di vista narrativo, provando (quanta grazia) ad emergere anche dal punto di vista dell'approfondimento dei perchè e per come questa povera gente che seguiamo come stalker da 10 anni si è trovata, da un giorno all'altro, a fuggire da amici e parenti che nel frattempo si erano inopinatamente trasformati in morti viventi.
Visto il primo giro sul circuito dell'ultima stagione devo ammettere che quella piccola fiammella di speranza aveva ripreso ad accendersi fosse non altro per l'incontro Daryl/Leah che sembrava poter avere un effetto "ponte" col passato e soprattutto a causa della storyline potenzialmente devastante sul Commonwealth.
Arrivati al midseason finale possiamo dire che il Commonwealth sembra una versione 2.0 della cittadella del governatore e la coppia Daryl/Leah una distrazione che sembra non portare a nulla.
A ben vedere, in fondo, se la guardiamo dal punto di vista della totale orizzontalità, The Walking Dead è avanzata di pochissimi metri, restando praticamente ferma rispetto ad inizio stagione.
L'illusione che questa ultima occasione sarebbe stata sfruttata alla stragrandissima era stata forte. Anche stavolta è evaporata, magari con maggiore resistenza e senza farci stare troppo male ma è, comunque, evaporata.
Di buono c'è stato, oltre al ritmo e all'azione, il contatto molto ravvicinato fra Negan (che si conferma il miglior personaggio della serie) e Maggie.
La loro alchimia scenica è stata la migliore cosa dei primi 8 episodi e forse, ma forse, anche un ottimo momento di introspezione e profondità che la serie ha sempre cercato senza mai trovare.
Nulla di particolarmente trascendentale ma di sicuro una delle cose buone da mettere nel cassetto.
In definitiva gli 8 episodi che ci hanno separato dall'ultima, ultima parte di stagione sarebbero stati buoni/ottimi in qualsiasi altra stagione della serie ma risultano scarsi e insufficienti rispetto alla prospettiva di dare una chiusura degna a questa importante ma incostante serie.
Il personaggio di Pope è stato molto interessante ma sostanzialmente inutile in una stagione come questa e sostanzialmente identico a tanti villain che si sono succeduti nel corso degli anni.
Leah è stata una buona new entry ma anch'ella poco significativa nel grande disegno degli autori.
Quel che resta dei personaggi storici ha continuato a vagare da una sponda all'altra in cerca di qualcosa di realmente edificante e costruttivo.
Per il resto dei personaggi, quelli di cui ricordiamo poco i volti e poco i nomi, ci è sembrato di avere a che fare con dei veri zombie della sceneggiatura...
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