Vi calmate solo in mezzo al caos?
La fantasia al comando è il mantra che avete appuntato sul vostro smartphone e nella vostra testolina?
Ve ne fregate della coerenza narrativa?
Gli eccessi sono l'unica cosa che conta?
Cari amici allora vi presento The Watch.
Potrei pentirmene di avervi fatto incontrare ma se a quelle domande avete risposto di si allora che cosa importa cosa accadrà, dovevo mettervi in contatto con questa strana, anomala, pazza serie tv.
Oggi vi parlo di una serie che non avrei dovuto guardare, di cui non conoscevo il background, che ho scoperto essere tratta da uno dei lavori più importanti di Sir Terry Pratchett.
Della serie di cui vi parlerò ho guardato solo 2 episodi e vi anticipo che ho deciso di non andare avanti con la visione, di bocciarla pur avendola a tratti amata ma di averla accantonata perchè c’è di meglio, perchè se voglio avere una visione completa e fedele dell’universo seriale non posso regalare 10 ore del mio tempo ad una serie che non mi ha convinto in pieno durante la visione e che ho scoperto essere stata oggetto di pubblico ludibrio dai fan del romanzo di origine e, per di più, di essere stata cancellata dallo stato di famiglia della nobile Pratchett family la quale ha voluto prendere le distanze da questa trasposizione televisiva.
La serie si chiama The Watch, il ciclo dal quale millanta di essere tratta è il ciclo delle guardie di Pratchett che, a quanto pare, risulta essere un modello di ispirazione per tutti gli appassionati dei romanzi dell’autore britannico il quale, come recita Wikipedia, è stato uno scrittore di romanzi di genere fantasy umoristico e a cui tanti lettori e milioni di nerd offrono la propria devozione.
Per darvi un aiutino meta-seriale, Pratchett ha scritto, insieme a Neil Gaiman, Good Omens, che qualche anno fa fu oggetto di una trasposizione televisiva (per la verità riuscita solo in parte) di Amazon. I protagonisti furono David Tennant e Michael Sheen (divenuti una coppia di fatto seriale in Staged durante la pandemia), accompagnati dalla deliziosa comparsata di Jon Hamm nei panni dell’arcangelo Gabriele.
Se avete letto, o visto, Good Omens potrete immaginare che cosa si celi dietro la definizione di “Fantasy umoristico” e di quanto possa essere difficile e rischioso maneggiare un materiale cosi dinamitardo presumendo di poterlo contestualizzare e incarnare fedelmente attraverso il medium televisivo.
Con Good Omens, complice l’alchimia fra gli attori, l’effetto novità (almeno dal punto di vista strettamente seriale) e tante buone trovate, avevamo assistito ad un gustoso assaggio di una torta dai mille sapori e dalle mille sfumature.
The Watch avrebbe voluto, ma soprattutto dovuto, continuare a scavare all’interno di quel solco ma, a quanto pare dalle dichiarazioni ufficiali di autori e diretti interessati, la produzione ha deciso di sbattersene allegramente del contesto nel quale Pratchett aveva ambientato i romanzi e del tono col quale aveva caratterizzato personaggi e mondi di sua creazione. BBC America ha pensato di avallare il complesso di Dio degli autori, i quali hanno ben pensato di stravolgere e provare ad attualizzare il materiale originale, generando l’ira di parenti e discendenti di Pratchett e lo sdegno dei suoi aficianados.
Il risultato è stata una serie che era nata sotto la migliore stella ma che ha subito il boicottaggio dei fedelissimi sin da quando, qualche mese dopo l’annuncio della sua produzione, BBC America aveva rivelato quanto vi dicevo poco fa.
La serie è dunque nata zoppa, peccando di presunzione e sperando che l’azzardo generasse qualcosa di ancora più geniale del celebratissimo materiale originale.
Da questo punto di vista mi è sembrato di rivivere quanto accaduto con il Watchmen di Lindelof, con quest’ultimo che venne linciato mediaticamente dai fan della graphic novel di Moore e dall’autore stesso, il quale non ha mai perdonato al creatore di Lost e The Leftovers, di aver osato, anche solo pensare, decostruire e ricostruire il mito di Watchmen in una chiave contemporanea.
Tutti sappiamo quello che poi Watchmen (qui la mia recensione della serie di Lindelof), la serie, ha rappresentato, ovvero un capolavoro senza eguali sotto ogni punto di vista, capace di preservare lo spirito del materiale originale, rinnovandolo ed elevandolo rispetto ai giorni nostri.
Credo che BBC America abbia pensato di poter ripetere l’operazione allo stesso modo, pregustando l’apoteosi di pubblico e critica quando si sarebbe scoperto che The Watch sarebbe stata figa come e quanto i romanzi da cui era stata ispirata.
A quanto pare cosi non è stato, ne per i fan dei romanzi, ne per chi, come me, non aveva contezza ne dei romanzi, ne della loro importanza.
Ma cosa hanno di speciale questi ultimi?
A quanto pare la fantasia di Pratchett toccò nuove vette, decostruendo in mille modi il mito dell’eroe ed emancipando gli underdog e gli emarginati ad un punto tale da farli diventare centrali. Dove? In una città fuori controllo che per evitare la deriva aveva deciso di legalizzare ogni tipo di crimine.
E quale potrebbe essere il ruolo più inutile in una società dove puoi ammazzare e rubare impunemente?
Quello del poliziotto, quello delle guardie, degli Watcher, dei Night Watcher per l’appunto.
E sono loro i protagonisti di serie e romanzi, sono loro che si prendono schiaffi e ribalta, a colpi di gag e grottesche manifestazioni delle dinamiche assurde che regnano nel Disco Mondo.
Io non ho letto una riga di Pratchett ma posso garantirvi che leggendo qualche commento in rete e alcune testimonianze in giro pare che nessuno meglio di Pratchett sia riuscito a stravolgere ogni topoi e genere letterario a livello fantasy.
L’altra cosa che posso garantirvi, avendola toccata con mano, è che, se non avete letto una riga di Pratchett, nella serie tutto questo c’è, appare, è tangibilissimo e vi porterà dentro un vortice di follie e macchinazioni senza alcun senso, fuori da ogni logica, una roba che vi manderà fuori di testa.
Detto questo io questa serie avevo deciso di mollarla prima di racimolare informazioni su Pratchett e sul materiale d’origine. Il motivo per cui avevo scelto di abbandonarla risiede nel fatto che non mi aveva affatto convinto il modo con cui venivano raccontate le cose, il tono e la direzione che la serie pareva voler prendere.
Tanta goduria nell’assistere a scene che parevano essere state scritte dai fratelli Coen a 6 mani con George Martin ma poi pochissima sostanza ed una messa in scena rivedibile, cose che, su carta, a quanto pare, Pratchett aveva messo a punto divinamente.
The Watch, a mio avviso ed in definitiva, è una serie a cui potete, dovete dare una chance se non avete mai letto una virgola di Pratchett, o meglio non avete mai sentito parlare del Sir del fantasy umoristico, ma a cui è meglio non regalare un minuto se invece avete divorato i libri del maestro.
La chiudo qui, sconvolto dal fatto di aver scritto cosi tanto e con cosi tanta passione di una serie di cui ho visto solo 2 episodi, con la quale ho chiuso ogni rapporto e della quale non avevo la più pallida idea di tutto il circo preesistente intorno e alle spalle.
Mica male!
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