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Continuare The Walking Dead è stata una sfida. Terminarla, un martirio seriale!

Masochisti seriali all'opera?


Vi siete fatti fregare dalle prime stagioni?


A furia di guardarlo siete diventati voi dei Walking Dead?


Il 20 Novembre 2022 è andato in onda un evento a suo modo epocale: il series finale di The Walking Dead.

177 Episodi dopo quel pilot che sancì l'inizio di una nuova era per l'horror e lo zombie movie, cosa resta di uno show che per qualche anno, tra il 2010 ed il 2015 in particolare, poteva pregiarsi di essere uno dei più visti, chiacchierati, amati, rispettati e piratati show al mondo?

Per rispondere a questa domanda bisogna, necessariamente, andare giù pesante di spoiler e ragionare sugli ultimi 7-8 anni dello show e non solo su questo, comunque non brillante, finale.

Ve ne ho parlato davvero tante volte di The Walking Dead e l'ho fatto sempre con la ferocia dell'animale ferito e lo spirito del fidanzato abbandonato a pochi passi dall'altare.

The Walking Dead è un caso di alto tradimento seriale come pochi altri nella storia.

Iniziata come era iniziata, fiera rappresentante di una emittente come la AMC che in quegli anni spopolava grazie al trittico Breaking Bad, Mad Men ed, appunto, The Walking Dead, prima grande serie Horror a dominare la scena, probabilmente prima grande serie tratta da fumetti amatissimi ad essere trasposta con qualità in tv, The Walking Dead ha iniziato via via a scricchiolare nella sceneggiatura, ad appiattirsi, ad accontentarsi, fino a diventare la copia della copia della copia della copia di se stessa.

Personaggi monodimensionali, storyline sempre identiche, persino temi riciclati all'infinito, sono finiti per diventare le chiavi di uno show che ha smesso di funzionare e di avere qualcosa da dire da anni.

Per me The Walking Dead è finito con quella mazzata che Negan, impugnando Lucille, diede sul capo del pover Glenn di fronte a tutti i compagni di viaggio del marito di Maggie e di noi spettatori.

Fu quello, probabilmente, l'apice del racconto, della cruenza e della spietatezza che tanto ci garbava nello show di AMC.

Dopo quello, il baratro.

In quel baratro è stato, forse, proprio Negan l'unica ragione per cui molti di noi son rimasti ancora a guardare quello show morente.

Un personaggio (praticamente l'unico) ad avere qualcosa da dire, ad avere un percorso tortuoso davanti a sè, ad avere un passato ed un futuro che potevano sembrarci ancora meritevoli di attenzione.

Non a caso la migliore puntata degli ultimi anni di The Walking Dead è stata senza alcun dubbio una puntata filler su di lui, talmente bella, profonda ed interessante da richiedere un post ad hoc. Se vi interessa rileggerlo lo trovate qui.

Tolto Negan, il nulla cosmico.

Questo finale, pur omaggiato da più parti e pur con molti momenti emotivamente non trascurabili, ci ricorda quanto sciatta, fuori forma, scritta male, interpretata peggio, sia stata The Walking Dead nelle ultime 6-7 stagioni.

Non devo essere certo io a dirvi che appare improbabile che una donna (Rosita) con un bambino addosso (letteralmente) possa riuscire a scalare un muro per mettersi al riparo dagli zombie.

Ci erano arrivati persino gli sceneggiatori di The Walking Dead (al cui confronto i 3 sceneggiatori di Boris sono dei veri stakanovisti e geniacci) che, infatti, avevano lasciato cadere Rosita nel vuoto, gettandola drammaticamente in mezzo ad un'orda di zombie affamatissimi.

La serie che avevo amato nelle prime stagioni avrebbe lasciato che Rosita morisse, dilaniata dai morsi degli zombie. Avrebbe mostrato, in tutta la sua crudeltà, quel momento, lasciandoci inquieti e spaventati di fronte ad un mondo che non lasciava via di scampo e la cui unica strada fosse la sopravvivenza.

La serie che ho odiato negli ultimi anni, invece, cosa ci ha regalato?

Il non plus ultra del non sense.

Quella donna cade. Gli zombie si affollano intorno, ed addosso a lei, ma quella esile donna, sconfitta, distesa, con un bambino di 20 kg in braccio, cosa riesce a fare?

Con un calcetto allontana tutti gli zombie del quartiere e si issa sul tetto di un furgone li vicino appostato.

Ma se pensavate che questa scena rappresentasse il peggio del peggio, probabilmente avete stoppato pochi secondi prima dell'Oscar delle scene più senza senso dell'anno.

La nostra eroina, salita sul tettuccio della macchina, guarda i suoi compagni di vita (un prete ed un Nerd complessato che dividono l'amore per la cazzutissima Rosita) dall'altro lato della strada, già salvi e al sicuro nel palazzone accanto e decide di raggiungerli.

Come?

Mettendo le ali (come se avesse bevuto 10 red bull), Rosita vola da una parte all'altra che manco la Vedova Nera. Così. De botto. Come se nulla fosse successo. Come una supereroina dell'universo Marvel.

E non è finita perchè poi Rosita crepa e crepa dolcemente. Nel suo letto. Circondata dall'affetto dei suoi cari. Giorni e giorni dopo quell'evento ma a causa di quell'evento. Eh si, perchè Rosita, a differenza di decine di altri personaggi o figuranti apparsi nelle ultime stagioni e morti male dopo un morso qualsiasi di un qualunque zombie, muore con calma, giorni dopo i tanti mordicchi ricevuti dai simpatici amichetti senza vita. Dopo intere stagioni in cui la gente moriva e ritornava zombie pochi minuti dopo la morte, il finale ci riserva questa morte "diesel", mooolto "diesel", giusto per strapparci qualche lacrimuccia nel vedere una delle poche sopravvissute alle prime stagioni, lasciare questo mondo con la bimba accanto, i suoi 2 amori, Eugene ed il prete amante, lì ad accompagnarla nel suo lungo viaggio.

Ed è stato tutto un po' cosi il finale di The Walking Dead, un lungo susseguirsi di momenti pucciosi, forieri di messaggi ottimistici e desiderosi di ricordarci che oltre le diatribe, il sangue, la morte, il nulla, c'è sempre l'uomo e la sua sete di amicizia, amore, lealtà.

Un messaggio sempre potente, pur nella sua semplicità e di cui The Walking Dead avrebbe dovuto farsi portatore avendo alle spalle e davanti una storia che questo imponeva, questo richiedeva. La costruzione di tutto ciò, però, è stata spietatamente selvaggia ed onesta nelle prime 3-4 stagioni, per poi divenire una barzelletta nelle stagioni succesive.

Questo finale scava nel solco, ahinoi, della tradizione degli ultimi anni e non dei primi.

Momenti belli ed emotivamente carichi ci sono, per carità, ma perdono totalmente di pathos per 2 ragioni.

La prima è quella che ho detto poco fa. Tutto molto telefonato, molto banale, dalle musiche ai dialoghi è stato tutto prevedibile e raffazzonato. A salvarsi giusto un paio di cose, dall'addio di Carol e Daryl alla resa dei conti fra Maggie e Negan, vera punta di diamante di questo finale. Robe, in ogni caso, che sarebbero andate bene per un compitino alle elementari, non certo per il finale di uno degli show più impattanti della serialità dell'ultimo quarto di secolo.

La seconda è quella che si nasconde dietro la scelta di relegare questo finale a mero trampolino di lancio di altre 3 serie spinoff della serie madre.

Che rivedere Michonne e Rick fosse, oltre che doveroso, atteso è innegabile.

Sono, insieme a Negan, i 2 personaggi migliori che lo show lascia in dote ma sono anche 2 personaggi che non vedevamo da anni.

Uno spinoff su di loro, e con loro, può certo interessare e nascondere qualche pepita d'oro che aspettavamo di cogliere da tempo.

Rivederli, nelle sequenze finali, però, da quel senso di spaesamento e di presa in giro che neppure un kg di sapone può lavare via.

Se assisto alla conclusione di uno show voglio che quel finale mi dica qualcosa su quello show che sto vedendo, restituendomi un senso di chiusura e nostalgia che ogni buon finale dovrebbe lasciarmi.

Veniamo da un anno di grandissimi finali.

Dal capolavoro assoluto di Better Call Saul (qui la recensione del finale), alla perfetta chiusura del cerchio di This Is Us (qui la recensione), passando per l'addio ad After Life (qui un commento al finale), tanti show ci hanno salutato con series finali perfetti.

The Walking Dead, oltre a confezionare un finale tutt'altro che perfetto, non chiude un beneamato fico secco ed anzi ci chiede di restare ancora attaccati alla zizzona della serie madre per assistere a 3 spinoff!

Si chiude, dunque, con una supercazzola, il finale di uno degli show più controversi della storia della serialità.

Uno show che nei primi anni duellava con chiunque per accaparrarsi il titolo di miglior serie dell'anno e che negli ultimi anni, invece, ha duellato con le peggiori serie su piazza per il titolo di "serie più a cazzo di cane" dell'anno.

La cosa che più dispiace, però, è sapere che The Walking Dead abbia gettato alle ortiche una grandissima occasione. Il materiale originale era prezioso e l'avvio folgorante. Il tema antropologico e filosofico che avrebbe potuto sottendere lo show era di quelli che avrebbero potuto portare in dote una serie indimenticabile.

Tutto, però, è andato a rotoli.

L'arrivo come showrunner di Scott Gimple, alcune scelte insensate, il cambio di tono dello show, l'arrivo di personaggi inutili, l'addio di personaggi importanti, il protrarsi di scelte ineludibili, il coraggio mancato, lo stile sempre più melodrammatico, l'introspezione sempre più cercata e mai naturale, un soundtrack da schifo, una totale insipienza in cabina di sceneggiatura, hanno fatto si che, fino in fondo, The Walking Dead abbia perso la strada, faticando a camminare con le proprie gambe e trascinandosi, tra una storyline e l'altra, tra una stagione e l'altra, con la lentezza e lo spaesamento di un zombie di elefante.

Arrivare fino in fondo ha rappresentato una sfida, persa su tutti i fronti.

Al termine di questo finale mi son chiesto se fossi proprio io il The Walking Dead?!

Sviluppo Personaggi: 4

Complessità: 4

Originalità: 2

Autorialità: 0

Cast: 4

Intensità: 5

Trama: 3

Coerenza: 6

Profondità: 4

Impatto sulla serialità contemporanea: 2

Componente Drama: 8

Componente Comedy: 0

Contenuti Violenti: 9

Contenuti Sessuali: 1

Comparto tecnico: 4

Regia: 2

Intrattenimento: 5

Coinvolgimento emotivo: 7

Opening: 6

Soundtrack: 4

Produzione: AMC

Anno di uscita: 2022

Stagione di riferimento: 11


Voto Serie 5,5 (Media fra un bel 8/9 delle prime stagioni ed un 2/3 delle ultime)

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