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This Is Us: la quinta stagione ci porta dentro la pandemia

Lo aspettavamo, onestamente lo aspettavamo quel momento in cui la pandemia, dopo essersi presa le nostre vite, si sarebbe impossessata anche delle nostre serie tv preferite.

E' accaduto più presto di quanto si pensasse, e sebbene siano già stati trasmessi altri programmi tv con la pandemia presente, è con la premierè della quinta stagione di This Is Us che questo strano effetto si è palesato sulle nostre carni.

Dopo una quarta stagione ricchissima (come sempre tra l'altro) di emozioni e giravolte emotive, la quinta stagione era chiamata a riprendere quei fili spezzati nel finale della quarta e sorprenderci come Dan Fogelman ci ha abituati, sin dall'eclatante ed indimenticabile pilot andato in onda di 4 anni fa.

Inutile dire che, anche questa volta, l'occasione non è andata perduta.

Gli autori hanno ben pensato di contemporaneizzare (si può dire?) al massimo livello la narrazione, portandola esattamente ai giorni, alle ore, ai minuti nostri.

E cosi vediamo Randall, Kate e Kevin in mascherina, distanziati, auto quarantenati, ammiriamo medici accorti, vicini mascherati, famiglie preoccupate ma apprezziamo anche l'effetto che in America hanno avuto e stanno avendo le proteste portate avanti dal Black Lives Matter movement, con qualche spruzzata velatissima di anti-trumpismo, che a poche ore dalle elezioni americane di certo non guasta.

Il fatto che sia stata una serie come This Is Us a portare la pandemia dentro le "loro" case, intese come le case dei nostri amici telefilmici, è ancora più impattante.

Negli anni This is Us si è affermata, infatti, come la serie più vicina a noi spettatori, se non altro perchè è stata quella più capace di farci sentire a casa, di farci percepire come parte di una bella e grande famigliola, diversa, variegata, con problematiche spesso comuni e per questo molto simile, molto vicina a noi spettatori a casa.

Assistere ai loro drammi, soprattutto psicologici, in tempi di coronavirus ci ha portato, ancor di più (qualora ce ne fosse bisogno), a stare con i piedi per terra, e probabilmente a crollare.

E' come se, guardando (anche) loro destreggiarsi con le mascherine chirurgiche e l'amuchina, vederli in ansia per le proteste, sentirli schiacciati sotto il peso della quarantena, vederli preoccupatissimi per il metro di distanza, ci avesse fatto realizzare quanto sia terrificante la situazione in cui viviamo oggi.

Tutti.

Ovunque.

Ed è forse quel "tutti", "ovunque", che spaventa di più.

E' questo ammettere a se stessi che non c'è scampo, che il detto "mal comune, mezzo gaudio", non è tanto gaudioso quanto ci si potesse attendere.

Ognuno di noi ha avuto e sta avendo la propria sensibilità nei confronti del virus. Ognuno le proprie problematiche. Ognuno sta vivendo i propri cambiamenti. Ognuno le proprie ansie. Ognuno le proprie difficoltà in termini di salute e/o economiche.

Specchiarci in una serie tv cosi famosa e realizzare, tutti noi insieme, che anche oltre un oceano cosi enorme che ci divide, gli altri stanno come noi, forse peggio di noi, ci fa male ma al tempo stesso ci serve, ci serve a realizzare, anche attraverso un mezzo di pura finzione come il medium televisivo, che questa brutta storia non è finita, sta generando eventi traumatici ovunque e avrà strascichi sulla psiche di ognuno di noi.

Sin qui quello che questa doppia premierè ha significato.

Che altro aggiungere oltre a tutta questa gran roba di cui si è parlato in precedenza?

This is Us è tornata alla grande, ha saputo aggiungere almeno altre 2 storyline sulla linea orizzontale dei ricordi, delle speranze e del futuro dei Pearson.

Ci ha già emozionato varie volte in 80 minuti.

Ha dosato benissimo i suoi flashback.

Non ha mai forzato.

Ha saputo sorprenderci con 2-3 strane ma coerentissime scelte.

Siamo stati sul filo del rasoio per quasi un'episodio, in balia degli eventi.

Il colpo di scena finale è arrivato, puntuale ed immancabile.

E' stato un ritorno in perfetto stile This is us in tutta la sua purezza.

Non ha deluso e ha saputo sommare a tutto il carico emotivo già presente anche il covid-19 le proteste legate al Black Lives Matter, con tanto di condivisione dell'omicidio barbaro ai danni di George Floyd e di citazioni sparse del Dottor Fauci.

Sapevamo di aspettarlo.

Ne avevamo bisogno?

Assolutamente si.

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