Cosa, cosa, cosa?
David Simon è tornato?
E con lui c'è anche George Pelecanos?
Sempre su HBO?
Di nuovo a Baltimora?
Forse, per alcuni di voi questi nomi e questi accostamenti non diranno nulla (se cosi fosse, vi consiglio di farvi un serio esame di coscienza...), ma quando parliamo di storia delle televisione non possiamo non menzionare David Simon, la HBO e The Wire. Probabilmente, nell'affrontare un discorso autorevole sull'importanza di certi autori e certi show all'interno della disciplina seriale, dovremmo partire proprio da David Simon, HBO e The Wire.
Piccolo inciso per i colpevolissimi e manchevolissimi lettori che non sanno di cosa io stia parlando.
The Wire è una serie tv prodotta da HBO ed andata in onda tra il 2002 ed il 2008, scritta da David Simon & George Pelecanos ed ambientata a Baltimora. In quella serie, tragica e drammatica ma anche molto documentaristica, Simon era riuscito a cesellare in maniera impeccabile un ritratto spietato della società americana, articolandolo in varie fasi e su vari livelli che andavano dal mondo criminale alla polizia, passando per il sistema scolastico ed il sindacato. Un capolavoro senza tempo che vi consiglio di recuperare al più presto. E' storia. E' come la Gioconda o il David. Non potete non conoscerlo.
Nel 2022, David Simon e George Pelecanos, ritornano su HBO e ci propongono We Own This City e, guardate un po', ritornano a Baltimora, riproponendoci un racconto che tesse una tela all'interno della quale vengono raffigurati il crimine, la polizia, la politica e tante altre cose che fanno parte della realtà americana di oggi.
Per chi ha amato ed idolatrato The Wire, questa nuova produzione ha il sapore di un regalo di Natale anticipato.
Le prime impressioni, ovviamente positivissime, sono quelle che trovate subito dopo il faccione sempre statuario di Jon Bernthal, protagonista principale dello show.
Siamo a Baltimora (ma questo oramai lo avevate capito) ma potremmo essere ovunque in questa America ferita dalla police brutality, dalle discriminazioni etniche e da una ricerca di un nuovo equilibrio sociale e razziale (bruttissima parola ma son costretto ad usarla per essere "ficcante" rispetto al tema).
L'uomo bianco non può più concedersi il lusso di ferire, uccidere, colpire, annichilire l'uomo "nero", riuscendo pedissequamente a farla franca.
L'avvento dei social e il fatto che ogni cittadino vaghi con un dispositivo in tasca capace di filmare e provare eventuali abusi, hanno reso impossibile la vita dei poliziotti che si nascondevano dietro ad un badge per disporre a piacimento delle vite degli odiati afroamericani.
Il caso Floyd è stato la punta dell'iceberg ma da decenni la polizia è stata artefice di innumerevoli omicidi e violenze con connotazioni razziali.
Oggi, nel 2022, tutto sembra essere paralizzato.
Il punto di vista di Simon e Pelecanos è talmente unico e chirurgico da lasciare quasi spaesati. In un mondo sempre più iper-polarizzato, dove non riusciamo più a riconoscere la complessità delle cose ed a buttare giù uno straccio di analisi di fronte ad eventi, situazioni, tragedie, loro 2 arrivano ad aprirci e schiarirci la mente.
Per farlo, come da loro consuetudine, decidono di astrarsi e di piombare dall'alto all'interno del microcosmo politico, giudiziario, burocratico e criminale delle strade di Baltimora e degli uffici di polizia della città.
Ritroviamo, finalmente quella scala di grigi che in troppi e sempre più spesso avevamo perso.
La police brutality e le tantissime denunce piombate (giustamente) sulla polizia, hanno avuto un effetto che nessuno aveva considerato.
La diffidenza totale fra le forze dell'ordine e la popolazione ha "costretto" le prime a stare attentissime ogni qualvolta decideranno di arrestare, accusare o intimare qualcosa ad un qualunque cittadino.
Ne consegue che gli arresti crollano, la polizia preferisce non intervenire in casi spinosi, tutto si cristallizza. Il crimine è più libero di diffondersi, la polizia più bloccata, dalla paura di finire su YouTube o in tribunale e dalla burocrazia imperante, sempre più forte per provare a proteggere il corpo di polizia da eventuali ritorsioni della popolazione.
A questa paralisi, però, non si contrappone una conclusione della brutalità che, anzi, continua a sopravvivere in figure come quella del poliziotto Hersl (Josh Charles) che continuano ad abusare del proprio potere riuscendo a farla franca (il perchè lo scopriremo credo nel corso della stagione) costantemente.
Sarà lui il bersaglio delle autorità di vigilanza e controllo sui casi di sospetta violenza da parte della polizia, una polizia che, nel frattempo, dovrà barcamenarsi con scartoffie su scartoffie in un lavoro investigativo sempre più ridotto a mero lavoro impiegatizio.
Se Hersl sembra rappresentare il male in tutta la sua nettezza, il personaggio interpretato da Jon Bernthal, rappresenta il disequilibrio nell'equilibrio, richiamando le atmosfere ed i personaggi che, circa 20 anni fa, avevano calcato le scene seriali all'interno di un altro capolavoro della serialità, stavolta su FX e diretto da Kurt Sutter fra gli altri (Sons Of Anarchy). Parliamo di The Shield e questo pilot sembra attingere molto dalla violenza, dalla corruzione e dalla criminalità istituzionalizzata in quello show. Bernthal incarna un poliziotto si violento, si al limite, si pieno di venature criminogene ma anche molto impegnato nella caccia a spacciatori, assassini e criminali vari.
La conclusione dell'episodio ci dice che questo personaggio è molto più di questo, e sempre perchè oggi sono in vena di accostamenti, ricordando tantissimo il "mayor" del recentissimo (e bellissimo) Mayor of Kingstown diretto ed ideato da Taylor Sheridan (qui la recensione della prima stagione).
In definitiva, e come avrete capito, We Own This City è una serie imperdibile, non per tutti e che necessita di un minimo di background per essere magnificata ulteriormente da chi la guarda.
Serie che potrebbe diventare ben presto fondamentale.
Io vi ho avvisato.
Voglia di continuare a vederlo: 10
Voglia di consigliarlo: 7
Originalità: 7,5
Cast: 8
Comparto Tecnico: 8+
Dove Vederla: HBO
Anno di uscita: 2022
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