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Fuck Anyone Who's not a sea blob: un altro mattone esistenziale (nel senso buono) per Euphoria

Lo scorso 4 Dicembre, Euphoria era tornata a deliziarci con un episodio speciale, il primo di un dittico interamente dedicato alle sue 2 magnifiche protagoniste.

Con un colpo a sorpresa, Sam Levinson, autore della serie, ci aveva consegnato uno dei migliori episodi degli ultimi anni, una puntata dove il focus si era integralmente concentrato su Rue, interpretata dalla vincitrice dell'Emmy Zendaya, lasciando sullo sfondo le vicende legate a Jules e al resto dei protagonisti e co-protagonisti della prima stagione.

Trouble don't Last Always, questo il titolo del primo episodio speciale, è stato un episodio di intesità emotiva di livello 12 della scala Mercalli, dove Rue, nel suo dialogo col suo sponsor Alì ha esplorato tutta la gamma delle emozioni che un essere umano possa esplorare, tingendole, come d'abitudine, di un grigio scuro naturale dettato dalle sue tendenze depressive e autodistruttive.

Definirlo doloroso, e lancinate, è riduttivo.

Con Trouble Don't last Always siamo stati risucchiati dentro il torbido animo di una ragazza fragilissima e finalmente innamorata ma terrorizzata da sè stessa e dall'abbandono eventuale che la sua amata potrebbe prima o poi destinarle.

Oltre ad una posizione elevatissima nella top 100 dei migliori episodi del 2020 (che trovate qui), l'episodio speciale dedicato a Rue si è "meritato" anche un post serialfilleroso interamente dedicato. Per chi volesse correre a recuperarlo lo trovate qui.

Con l'animo sconquassato e la mente che chiedeva più Euphoria per tutti, ci ritroviamo qui riuniti anche quest'oggi per celebrare il secondo episodio specialissimo che questa volta si sofferma sull'altra grande protagonista della serie: Jules.

Tirate un sospiro o voi che entrate sembra dirci Sam Levinson, sedetevi sul divano, mettetevi comodi perchè anche stavolta si sprofonda in un abisso dal quale si può solo risalire.

Ci saranno spoiler?

Qualcuno forse o forse no, non so cosa uscirà da questa testolina mentre scriverò di getto sensazioni e riflessioni su questo ennesimo straordinario capolavoro di scrittura e intimismo di Euphoria, per cui se non avete visto l'episodio state alla larga da quanto scritto dopo l'occhio.

E quell'occhio è davvero lo specchio dell'anima di Jules.

Straordinaria metafora per immagini che Levinson ci regala in apertura, quando Jules inizia a raccontarsi alla sua nuova terapeuta e di colpo la camera si sofferma su quel dettaglio cosi semplice e ordinario, facendolo divenire un macrocosmo dentro il quale riflettere le emozioni, le angosce e le paure che Jules sta vivendo e che vorrebbe, dovrebbe raccontare a chi sta lei di fronte, la terapeuta ma soprattutto noi spettatore.

In quell'occhi c'è Rue. Nel suo cuore c'è Rue.

Il cuore è il simbolo dell'innamoramento e dell'affetto ma dentro questo muscolo pompa anche il risentimento, il timore, la rabbia, l'incertezza, la debolezza.

Questo Jules sembra saperlo, perlomeno inconsciamente, e questo episodio farà emergere quanto Rue significhi per lei e quanto dipenda da lei e viceversa.

Il rapporto fra le 2 ragazze è genuino e spontaneo, è salvifico ma è anche vissuto come una dipendenza, e le dipendenze, si sa, non sono mai davvero salvifiche, non sono mai davvero reali, non sono mai davvero positive.


Cosa succederebbe a Rue se Jules decidesse di allontanarsi, anche solo per dedicare a se stessa qualche ora o qualche giorno? Quando sarebbe rischioso disarticolarsi da Rue per un breve tempo? Potrebbe questo causare una ricaduta per Rue?

E se questo accadesse, di chi sarebbe la colpa?


Jules è dura con sè stessa, si colpevolizza di cose accadute e di cose ancora non accadute e che forse mai avverranno. Vive in uno stato di costante sospensione emotiva, vivendo questo specialissimo legame come una benidizione ed una condanna allo stesso tempo.

Il rapporto con la madre, il passato burrascoso di quest'ultima sembrano tornare sotto mentite spoglie, quelle dolci e rassicuranti che il volto di Rue incarna in ogni attimo trascorso insieme.

Il pregio di questo episodio, tra i tanti pregi che esso ha mostrato, è stato quello di farci conoscere meglio Jules.

Son bastati solo 45 minuti per farla passare dalla ragazza transgender dai capelli colorati, le spinte sessuali vertiginose, i pattini e le scelte avventate, alla ragazza tormentata, temprata dagli eventi della vita, molto matura pur nella sua fragilità e assolutamente bisognosa di qualcuno che le possa permettere di essere la persona che in questo dialogo con sè stessa (più che con la terapeuta) ella dipinge sulla tela della sua esistenza.

Anche Jules, come Rue, merita e agogna di essere amata.

Se quello di Rue era un percorso totalmente autodistruttivo e totalmente legato alla percezione che Rue ha nei confronti del mondo circostante, quello di Jules è un percorso, altrettanto paralizzante e doloroso, ma che avviene tutto all'interno di sè stessa.

Il signficato di quanto appena espresso assume delle connotazioni addirittura carnali se pensiamo al percorso di trasformazione identitaria che la ragazza intraprende per poter essere una giovane donna.

Ed è proprio questo passaggio che sottolinea meglio il carattere di Jules, costituedo il nucleo dell'intero episodio.

Jules "si fa donna" per un suo desiderio di essere amata e desiderata da uomini che adesso vede come persone semplici, prevedibili e banali, prive di ogni creatività.

La ragazza non accetta di aver intrapreso il più burrascoso e cataclismatico evento metamorfico per un desiderio che adesso vede come sbagliato.

Cambiare sesso, identificarsi in un genere differente da quello che Madre Natura ha deciso per te, per poi innamorarti di una ragazza che avresti potuto incontrare anche se fossi rimasta all'altro lato dello spettro di genere, ha annebbiato ulteriormente la sua mente già devastata dall'estrema volontà di sentirsi accettata.

Solo e soltanto Rue vede in Jules una persona e non un avatar.

Il suo modo di porsi, di vestirsi, di parlare, di ragionare è solo uno dei tanti strati della "lasagna"di nome Jules, una ragazza profondamente viva e in cerca di qualcosa che la faccia sentire viva costantemente ma al tempo stesso ancorata alla voglio di una stabilità che vorrebbe dare e avere con una persona amata e fidata.

Levinson ci ha veramente stupiti con questo doppio episodio. E' riuscito ad interrompere il digiuno da Euphoria senza darci una nuova stagione. Ma il suo vero trionfo è stato quello di riuscire a stratificare e approfondire Rue e Jules in maniera incredibile nonostante il tempo a sua disposizione per farlo sia stato di circa un'ora e mezza a differenza delle circa 10 ore che avrebbe avuto a disposizione con un'intera stagione. La seconda annata è già in lavorazione ma questo intermezzo, assolutamente inatteso, rischia di essere una pietra miliare con la quale tutte le stagioni di Euphoria che verranno dovranno fare i conti, alla ricerca costante di trovare e migliorare un equilibrio perfetto che la serie ha trovato con questi 2 episodi descrivendo e raccontando 2 ragazze alla ricerca disperata proprio di un equilibrio sempre precario e pericoloso.

Che splendido paradosso.



 

Voto Episodio: 9

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