Quanto è difficile superare un lutto?
Quanto è facile provare un'emozione?
Quanto è improbabile connettersi davvero con il mondo?
La scuola coreana oramai non conosce limiti.
Al cinema ed in tv, ma anche nella pop music e nell'arte, sono tante le soddisfazioni che i coreani si stanno togliendo offrendo al pubblico prodotti, innanzitutto, originali.
E Dr. Brain, prima serie coreana di Apple TV Plus, è esattamente questo; una serie molto originale, spigolosa e complicata che non può lasciare indifferenti.
Da molte parti ho letto che Dr Brain è una serie che può soddisfare i palati fini e, soprattutto, i palati di chi, come me, ne oramai viste di cotte e di crude in questi anni di passione seriale.
E' vero, verissimo ma qui mi sento di fare il bastian contrario.
Dr Brain a me ha dato un'impressione totalmente opposta rispetto a tanti colleghi blogger e ai non colleghi giornalisti.
La serie coreana mi è sembrata un meltin pot di generi (il che è una cosa buona e giusta, nonchè segno di grande cultura cinematografica e artistica) ed un'accozzaglia di trovate narrative già viste, magari non in cento o mille serie ma comunque già viste.
Il fatto che, alcune di quelle trovate, si riconducano a prodotti anche spesso commerciali e magari poco riusciti non rende il mix di Dr Brain un mix originale in senso stretto.
Il fatto che, poi, molte di quelle situazioni viste nella serie Apple si accostino e rimandino a serie di un certo livello come The OA o Fringe (tanto per citarne 2 che mi vengono in mente ora mentre scrivo) rende le cose ancora più complicate.
Semplificando, provo a rispondere a 2 o 3 domande che farei a me stesso se fossi dall'altra parte dello schermo intento a leggere questo post.
Dr Brain è una serie originale?
Si, ma non quanto vogliono farvi credere.
Dr Brain è una serie da vedere a tutti costi?
A mio avviso no.
Questa seconda domanda, e quest'ultima risposta mi farebbero desistere dal recupero di una serie pur molto buona.
Perchè, allora son qui a parlarne?
Come sempre per offrirvi il mio punto di vista.
Il mio completo punto di vista è che la serie, forse anche a causa del doppiaggio (che non amo mai utilizzare) mi è sembrata un po noiosa nonostante la miriade di cose che accadono.
Un bambino con problemi di socialità ed un cervello particolarmente intrigante dal punto di vista anatomico e fisiologico, soffre un lutto cataclismatico.
Quel lutto lo segnerà fino a farlo piombare in un vortice ossessivo.
Quell'ossessione scatenerà una duplicità nella vita e nel racconto che darà il via a quella che è la vera storia horror/fantascientifica/drammatica/intimista che la serie vuole offrirci.
Ho apprezzato, dunque, molto il tentativo di offrirci qualcosa di unico.
Ho apprezzato enormemente lo sforzo nel creare un genere unico nel suo genere (perdonate il gioco di parole).
Non sono mai, e dico mai, riuscito a vivere accanto al protagonista, a percepirne la sofferenza, a sublimarne l'ossessione.
Il suo tormento non è stato il mio.
Mai.
Neppure per un secondo.
La claustrofobica tensione narrativa mi ha sopraffatto costantemente e non nel senso positivo che vi aspettereste ed accogliereste a braccia aperte rispetto ad un qualunque prodotto drama capace di coinvolgervi ed abbattervi emotivamente.
Leggendo le recensioni in giro per il web ho realizzato che questo è stato un problema soprattutto mio.
E qui lo condivido, sperando di essere quella mosca bianca capace di far sentire a casa qualche altra mosca bianca vagante nel sottobosco oscuro della serialità.
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