Esisteva un tempo in cui il "trumpismo" non esisteva.
Riuscireste a crederci?
Se dovessimo indicare uno spartiacque, una linea di demarcazione fra il prima ed il dopo Trump essa non combacerebbe con la discesa in campo del Tycoon in politica bensì con un più sommesso e meno noto evento ovvero con l'ideazione della Fox News e l'avvento, nell'emittente di Rupert Murdoch, di Roger Ailes.
Produttore e giornalista televisivo, Ailes fu epurato dalla NBC nel 1995 in seguito ad un'indagine interna durante la quale vennero a galla delle accuse, e relative testimonianze e prove, di suoi comportamenti antisemiti. Questo non fermò Rupert Murdoch dall'assumerlo nel 1996 affidandogli un intero canale, la Fox News per l'appunto.
Come sappiamo, negli ultimi 25 anni e più la Fox News si è trasformata nel megafono del partito repubblicano divenendo quella che magistralmente e metaforicamente, viene delineata in America Decides, terzultimo episodio della storia di Succession. Un episodio (qui la recensione) catartico, clinico, scientifico sul mondo del "giornalismo" oggi e del suo peso nella determinazione di elezioni e opinioni.
Nel 2019 Showtime decise di trattare le vicende legate all'ascesa (e la discesa) di Ailes in una miniserie in 7 episodi con protagonista il premio Oscar Russel Crowe nei panni del papà del trumpismo.
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A sostegno della mia tesi di apertura e del titolo con il quale ho voluto sottolineare l'essenza di questo show, vi è la vita e la storia professionale di Ailes che, dopo aver reso Fox News una corrida Repubblicana è divenuto un fido consigliere di Trump stesso.
Ho preferito evidenziare sin da subito la rilevanza politica e sociale della figura protagonista per permettere, a chiunque non avesse ancora visto lo show, di guardarlo attraverso questa lente.
Ailes è il Macchiavelli dell'odierna politica americana, non una figura positiva e portatrice di un cambiamento negativo ma comunque una figura rilevante, decisiva, fondamentale per capire i giorni nostri.
Quando parliamo di "giorni nostri" di cosa stiamo parlando?
Ognuno, ovviamente, avrà la propria visione.
Da un problema noto ognuno avrà la propria idea su causa, effetto e risoluzione del problema ma il modello narrativo, comunicativo, informativo e politico legato alla narrazione di quel problema da una parte politica o dall'altra quello, dal punto di vista repubblicano, della destra e dell'ultradestra, possiamo dire che sia stato plasmato proprio da Ailes.
Con lui la politica ha smesso di essere una piazza, un'agorà, un luogo di confronto e decisioni ed è diventata un'arena. Non più idee ma verità assolute, non più opinioni ma inondanti (fake) news, non più dibattiti ma scontri. La polarizzazione degli sguardi sul mondo e la società parte, profondamente e probabilmente, da come Ailes l'ha pensata a partire dal 1996.
Per questo motivo e per la performance feroce e passionaria di Russel Crowe che consiglio vivamente di esplorare The Loudest Voice, serie che vanta, oltre al premio Oscar, altre figure di rilievo attoriale come Naomi Watts, Sienna Miller e Seth McFarlane.
The Loudest Voice non è solo la storia di un uomo meschino, primordiale ma geniale come Ailes ma è la storia di un'epoca, di un'epoca fatta di negazionismo, di verità inventate, di contrapposizione, di annichilimento delle opinioni e di distruzione dello spirito critico. The Loudest Voice è, nel suo piccolo, la storia della nostra epoca.
Sceneggiatura: 7
Regia: 7+
Cast: 9
Genere: Drama
Complessità: 7,5
Originalità: 3
Autorialità: 6,5
Intensità/coinvolgimento emotivo: 8
Profondità: 6,5
Contenuti Violenti/Sessuali: 4
Intrattenimento: 3
Opening: 3
Soundtrack: 2
Produzione: Showtime
Anno di uscita: 2019
Stagione di riferimento: 1
Voto complessivo: 7+