Vi capita mai di sentire un estremo bisogno di condividere qualcosa di bello con il mondo intero?
Vi capita mai di avere urgenza di partecipare ad una discussione collettiva su uno specifico argomento?
Vi capita mai di sentirvi fortunati di essere contemporanei di qualcosa di veramente memorabile?
La risposta è affermativa, per quanto mi riguarda, praticamente ad ogni episodio di Succession.
Ogni volta che le immagini sfumano ed i titoli di coda del singolo episodio appaiono sento potente in me l'esigenza di scrivere qualcosa su quello che ho appena visto, consapevole di quanto possano essere vane le mie parole, qualunque esse siano, di fronte ad uno spettacolo cosi disarmante e potente.
Per ogni episodio di Succession vorrei/potrei (e forse dovrei) scrivere decine di post che vivisezionano la specifica puntata proiettandola sullo schermo da angolature sempre diverse.
America Decides, ottavo episodio della stagione conclusiva di Succession è stato uno di quegli episodi, è stato uno di quei momenti in cui realizzi di essere spettatore di qualcosa di immortale.
Spoiler Alert.
America Decides ci porta a quella notte, quella mistica e sacra notte, in cui l'America decide chi sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America. Sarà il destrorso Mencken o la "Sandersiana" Jimenez? O forse l'outsider Connor Logan (sic...)?
Nella tela narrativa di Succession questo momento è uno dei più importanti di ogni quadriennio, forse il più importante. La ATN, colonna portante dell'impero costruito da Logan, rappresenta quello che, nel mondo reale, FOX News ha rappresentato per il partito repubblicano da decenni. Un megafono, un confortevole letto nel quale dormire sogni tranquilli e, negli ultimi anni, un'industria di fake news ripetute cosi tanto spesso e con cosi tanta autoimposta referenzialità e credibilità da far sembrare vere, o quantomeno convincenti, quelle bugie.
In questa cornice dobbiamo leggere tutti gli eventi che in questa strepitosa puntata ci vengono mostrati, in questa ottica dovremmo guardare il mondo raccontato da Succession in modo da capire quanto, in realtà, quello a cui stiamo assistendo non è altro che la manifestazione dei nostri giorni.
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Per noi italiani è, forse, difficile capire tutti quegli ingranaggi tipici della macchina politica ed elettiva statunitense.
Bandiere rosse e blu. Exit Poll. Seggi chiusi ad ore differenti. Fusi orari all'interno della stessa nazione. Carrozzoni mediatici al seguito di ogni candidato. Attese spasmodiche. Manipolazioni. Emittenti televisive pronte a soffiare sul fuoco. Facinorosi. Spogli infiniti. Incendi. Lotte. Manifestazioni. Dichiarazioni.
Ogni singola cosa contribuisce a creare quel grande circo che ogni 4 anni mette le tende sul terreno della politica internazionale per far emergere, dalle urne, l'uomo più potente al mondo.
Succession ci aveva preparato da anni a questo momento.
Quello che non sapevamo era che Logan Roy non sarebbe stato lì a giostrare una macchina infernale e perfetta chiamata, in questa occasione, a prendere una decisione che avrebbe cambiato per sempre il corso delle elezioni e della storia recente degli Stati Uniti d'America.
Non potevamo immaginare che Tom potesse essere a capo della ATN.
Non potevamo immaginare che Kendall e Roman fossero i 2 Co-CEO della Waystar.
Non potevamo immaginare che Shiv, gerarchicamente tagliata fuori dalle decisioni più importanti, potesse tramare nell'ombra con il magnate europeo Mattson che nella puntata precedente avevamo visto per la prima volta in seria difficoltà.
Tutto quello che non avevamo immaginato è realtà ed in questo contesto, con la notte più importante in arrivo e i dissidi interni pronti a scoppiare all'indomani della morte del padre padrone e all'alba del suo funerale, America Decides colpisce dritto al cuore di tutta la serie, scatenando un lucido caos nel quale ogni storia ed ogni personaggio trovano un punto di svolta che ci proietterà in finale ahinoi troppo vicino.