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Station Eleven: I Remember Damage - non so cosa pensarne (e cosa scrivere)

Annoiati da serie e film post-apocalittici troppo action?


Vi appassiona maggiormente una fantascienza più intima?


Vi ricordate Halt And Catch Fire?


In coda al 2021 è arrivata su HBOMax una serie tv sci-fi con protagonista MacKenzie Davis (Halt And Catch Fire) ed Himesh Patel (Yesterday).

Tratta dall'omonimo romanzo del 2014, Station Eleven ci catapulta in un mondo post apocalittico dove il genere umano è stato (quasi) spazzato via da una pandemia (vi ricorda qualcosa di contemporaneo e recente e moooolto pauroso?).

I protagonisti principali sono un uomo di nome Jeevan ed una bambina di nome Kirsten ma soprattutto un libro che finirà per accompagnarci nell'arco di tutti i 10 episodi ed il cui titolo, guarda caso, è lo stesso della serie e del libro da cui è tratta.

In Station Eleven le scene action sono letteralmente nulle, non c'è frenesia nel racconto, non c'è spazio per l'horror, non ci sono mostri o zombie in giro per Via Roma, e tutto è confinato al racconto di un manipolo di persone comuni intente a guardarsi intorno, e alle spalle, in un mondo tutto nuovo e completamente svuotato dalla presenza degli esseri umani.

Il titolo con cui ho voluto inaugurare questo post vi rende partecipi di un mio sconforto entusiasta, di un mio imbarazzo nel parlare di una serie che è cosi strana, sformata e nebulosa da rendere difficile qualsiasi tipo di categorizzazione, spiegazione e commento.

Questo, dalle parti di Nella Mente di un SerialFiller, è, solitamente, un gigantesco merito.

Varrà lo stesso principio anche stavolta?

La risposta è si ma è un si abbastanza sub judice.

Station Eleven è una serie che sono sicuro al 100% non potrà piacere a tutti.

Il motivo è semplice.

Guarderete il primo episodio e sarete subito tentati da guardare il secondo, con il secondo avrete la stessa voglia di passare al successivo, e cosi via, ma alla fine di ogni episodio sentirete una certa ed esponenziale urgenza di capire dove essa stia andando a parare.

Terminata la stagione potreste scoprire che, in fondo, lo show non è andato a parare da nessuna parte, almeno non nel senso più classico del termine.

Non vi verrà spiegato quale fosse il virus che ha contagiato la stragrande maggioranza della popolazione, uccidendola.

Nessuno vi dirà come quel virus abbia corso cosi velocemente e cosa lo rendeva cosi efficace. Non ci sarà un vero "prima" della pandemia, scorgerete un fumosissimo dopo, grazie ai costanti flash-forward di circa 20 anni dallo scoppio dell'evento apocalittico che tutto cambiò.

Non avrete, insomma, delle vere risposte.

Questo è il punto di forza ed il punto debole della serie, a seconda della prospettiva con cui la guarderete.

Non avrete a che fare con The Walking Dead (per fortuna) o con Resident Evil (che Dio ce ne scampi) ma stringerete la mano a qualcosa di più simile a Tales From The Loop o alla nostrana Anna .

Cercate una roba del genere? Allora Station Eleven farà al caso vostro.

Cercate un thriller post-apocalittico tutto sangue, fughe e strane creature? Girate lo sguardo da altra parte, qui non sarete i benvenuti.

Station Eleven, come ogni sci-fi degno di questo nome, tende a parlare di noi esseri umani, di come reagiamo di fronte all'inatteso e all'ignoto, di come ricostruiamo la nostra umanità in situazioni fuori dall'ordinario e spaventosamente inaffrontabili come potrebbe essere una pandemia devastante come quella raccontata nel libro prima, e nella serie poi.

E' la storia di un uomo (Jeevan) che, nonostante il panico avvolto sopra ogni cellula del suo corpo, decide di dare rifugio ad una bambina (Kirsten) incontrata pochi minuti prima e di offrirle un tetto sulla testa in un momento dove tutto è sospeso e tutto sta andando a rotoli. Sotto quel tetto egli si prenderà cura di lei, coadiuvato dal di lui fratello (Frank), uomo malaticcio e claudicante che accoglierà 2 nuove persone nel suo appartamento instaurando, ben presto, un rapporto speciale con quella che, nella serie, diverrà una ragazza speciale nel mondo che verrà.

Sarà un mondo poetico e distrutto, un mondo che farà di tutto per non dimenticarsi della bellezza, per non lasciare indietro l'arte, poggiandosi su fondamenta soffici come quelle che la parte più pura e soave del nostro animo potrebbe costruire.

Bisognerà sopravvivere, sfamarsi, guardarsi le spalle dal prossimo, sperare che quella sia l'ultima volta in cui un evento cosi crudele possa abbattersi su di noi, eppure non bisognerà mai dimenticarsi di vivere, di recitare, di imparare, di danzare, di cantare, di dipingere un mondo in cui l'Uomo sia ancora centrale, nel bene e nel male.

E' questo, forse, il messaggio più potente che Station Eleven consegna.

Lo fa senza far rumore, quasi di soppiatto, lasciandoci partecipare ad una ricostruzione lenta e partecipata ma mai sopra le righe.

Ed è forse questo che ci spaventa di più, sapere che, anche in condizioni impossibili, saremo noi gli artefici del nostro stesso destino.


Sviluppo Personaggi: 8

Complessità: 8

Originalità: 9

Autorialità: 9

Cast: 7,5

Intensità: 6++

Trama: 5,5

Coerenza: 6--

Profondità: 9

Impatto sulla serialità contemporanea: 3

Componente Drama: 7

Componente Comedy: 1

Contenuti Violenti: 3

Contenuti Sessuali: 0

Comparto tecnico: 6,5

Regia: 7

Intrattenimento: 4

Coinvolgimento emotivo: 7

Opening: 2

Soundtrack: 4

Produzione: HBO Max

Anno di uscita: 2021

Stagione di riferimento: 1


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