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True Detective 4: sprazzi della serie che un tempo idolatravamo

Ci voleva la regista e sceneggiatrice messicana Issa Lopez per rimettere al centro della scena True Detective.

La serie che 10 anni fa cambiava le carte in tavola nel mondo della serialità è stata vittima di sè stessa con una seconda e terza stagione approssimative e sottotono.

La grandezza della prima annata con Matthew McConaughey e Woody Harrelson sembrava solo un lontano ricordo.

La quarta stagione, con Jodie Foster mattatrice, aveva l'arduo compito di creare una discontinuità con le ultime stagioni, permettendoci di sentire nuovamente il profumo pungente di quelle atmosfere a noi tanto care.

Ci sarà riuscita?

La risposta è no ma a differenza delle stagioni precedenti è un no che non vuole sembrare nè una condanna nè una sentenza.

Issa Lopez è riuscita a creare qualcosa di molto importante e molto simile, in alcuni punti, a quello che ci aspetteremmo di trovare nel vero True Detective.

Non è riuscita a portare fino in fondo quella filosofia, quella forza, quella potenza narrativa che 10 anni fa aveva deflagrato il mondo della televisione contemporanea.

A lei va, dunque, un applauso per il coraggio e la messa in scena ma nulla più visto che, narrativamente, lo show ha vissuto alti e bassi, scendendo a patti con una storia ed una location che pretendevano calore e attenzione senza riuscire sempre a trasmetterlo.

La sensazione è che Issa Lopez abbia colto il punto, raccogliendo in pieno l'eredità della tanto sognata e ambita prima stagione senza, tuttavia, saperne sfruttare al massimo il potenziale.

Ancora una volta, a lei va un plauso ma senza mai sfiorare la possibilità di una standing ovation.

Nello scorrere le varie puntate è sembrato che alcuni temi, da quello più spirituale a quello più investigativo, mancassero della zampata finale. Al detective Navarro è sempre stata attribuita quella valenza più spirituale, appunto, ma non ne abbiamo poi mai veramente apprezzato i motivi, le reali combinazioni con gli accadimenti. Della Danvers, interpretata appunto dalla Foster, abbiamo intuito i drammi senza davvero entrare dentro la sua tragedia personale. Anche il rapporto fra le 2, nonostante un feeling ineccepibile è sembrato mancare di un vero collante se non quello che le univa dai tempi dell'omicidio-suicidio di cui erano state testimoni.

In fondo alla strada buia e tormentata delle 2 detective è arrivata una luce insperata e ricca di incertezze, quelle incertezze che solo il futuro, per sua natura può nascondere.

true detetective 4 recensione serialfiller

E di incertezze è piena questa pur bella stagione.

Dalla natura incerta del nostro giudizio (è piaciuta? non è piaciuta?).

A quella legata al caso di stagione (aveva un chè di esoterico? Rappresentava "solo" un delitto da multinazionale?).

Fino ad arrivare alla domanda delle domande: True Detective 4 ha qualcosa in comune con il True Detective che aveva stupito il mondo 10 anni fa?

La risposta stavolta è "si".

Un timido "si", magari poco convinto, ma comunque un "si" che ci permetterà di guardare con rinnovato entusiasmo un marchio di fabbrica che, un po' come avvenuto recentemente con Black Mirror, ha perso quella grinta e quello smalto dei bei tempi andati.

Torneranno?


Sceneggiatura:

Regia:

Cast:

Genere:

Complessità:

Originalità:

Autorialità:

Intensità/coinvolgimento emotivo:

Profondità:

Contenuti Violenti/Sessuali:

Intrattenimento:

Opening:

Soundtrack:

Produzione:

Anno di uscita:

Stagione di riferimento:

Voto complessivo:

37 visualizzazioni

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