Il peggior difetto di The Mandalorian è che è troppo bello.
"Ad averne di difetti cosi", direte voi.
E avreste ragione.
Chapter 13 segna un punto di non ritorno per la serie, una svolta attesa ma non per questo meno soprendente ed appagante.
La cosa brutta di The Mandalorian è proprio questa:
riesce sempre ad appagarti, riesce sempre ad essere convincente, riesce sempre ad intrattenere al massimo, riesce sempre ad aggiungere elementi alla storia e ad incastrarne altri con l'universo nel quale si innesta.
Il rischio è quello di abituarsi, abituarsi all'eccellenza.
E' un pò come quando, abituato a vivere in una mega villa con piscina sul tetto, vista sul mare, palestra in cantina, cucina di 40 metri quadri con isola che da sola sembra un bilocale, passi a vivere in un 4 locali con vista mare ma senza piscina e palestra. Sarà sempre uno spettacolo, vivrai sempre meglio del 99,99% della popolazione globale, ma la tua mente vagherà a quando avevi anche una piscina, una palestra e qualche decina di metri quadri in più ad accoglierti al risveglio.
La paura primordiale che ci assale guardando The Mandalorian è che si possa finire per abituarsi a tutto ciò, alla folgorante bellezza che ogni episodio ci offre.
Ma veniamo all'episodio che, come sempre, proverò a raccontarvi senza, di fatto, raccontarvelo.
Riassuntoni in giro per il web ne troverete una marea. Perchè aggiungermi a questo oceano? Sarei solo una piccola goccia. Meglio provare a fare salotto e raccontarvi il fremito che ho sentito in ogni fibra del mio corpo guardando questo gargantuesco episodio.
Chapter 13 rapppresenta uno di quei rari casi in cui il titolo in sè è già una vittoria, un trionfo di marketing ed una certezza per le attese dei fan.
Penso al brivido degli sceneggiatori quando, sorridenti e tronfi, hanno consegnato la partitura alla produzione con la scritta "The Jedi".
La forza scorre copiosa in loro.
Che siano benedetti.
Il peso specifico di quelle 2 parole, all'interno dell'universo Star Wars non è solo enorme ma è, probabilmente, tutto.
Star Wars senza la mitologia Jedi cosa sarebbe?
La parola Jedi, senza Star Wars, non esisterebbe affatto.
Parlare di Diego Armando Maradona senza citare Napoli, l'Argentina e la mano de Dios. Pensare all'Apartheid ignorando Nelson Mandela. Fare visita a Waterloo senza pensare a Napoleone Bonaparte.
Un titolo cosi, The Jedi, porta con sè tutte le aspettative di questo mondo.
I cimiteri della televisione sono lastricati di serie tv, personaggi, sceneggiatori crollati sotto il peso delle aspettative.
The Mandalorian rischia, sapendo benissimo di aver alzato la posta in palio, sapendo benissimo che dietro la staccionata ci sono milioni di fan armati di Kalashnikov pronti a sparare sentenze e scatenare l'inferno.
E cosi fu.
L'episodio più atteso arrivò.
Pioggia cadde ma sole splendette.
Un sole che da subito splenderà grazie allo scintillio di una spada laser, dalla luce bianca, color ghiaccio, imbracciata da Ahsoka Tano, personaggio amatissimo dai fan ma nuovo per i fan cinematografici e televisivi (fatta eccezione per quelli di Clone Wars).
Rosario Dawson è perfetta nell'incarnare questa eroina Jedi su cui tanti fiumi di inchiostro saranno versati da oggi in poi.
Con lei, grazie a lei, assistiamo ad una puntata epica, nel senso più puro del termine. Ed è forse questa una delle caratteristiche che è sempre mancata alla saga: l'epicità.
A ben vedere, anche nei momenti migliori, non abbiamo mai percepito delle sensazioni che ci portassero a pensare che le azioni dei personaggi fossero intrise di stoicismo, coraggio, eroismo nella sua essenza più alta e valorosa. C'è sempre stato un avvicinamento, un tendere all'epicità ma forse non abbiamo mai davvero vissuto una sensazione di questo tipo.
Restando nel campo seriale, Game of Thrones, pur con i suoi difetti, è stata una serie epica da cima a fondo. Quali sarebbero state le sorti di Jon Snow? Chi era il Night King? Il corvo a 3 occhi e Brann che legame avessero? Ecc ecc. Erano decine le situazioni in cui ogni personaggio poteva essere potenzialmente l'eroe della saga, l'uomo o la donna capace di ribaltarne le sorti.
In Star Wars, nonostante l'accumulo di decine di personaggi, misteri, pianeti, storyline, è forse mancato un pò quel senso di ansia per i nostri beniamini, pietà per i loro nemici, angoscia per quello che sarebbe accaduto.
L'ingresso di Ahsoka Tano porta con sè una, quasi inspiegabile, ondata di epicità.
Donna abile e misteriosa, fascino indiscutibile, storia misteriosa alle spalle, chiaro obiettivo davanti. Un personaggio potentissimo, una donna in missione, un simbolo di qualcosa che già conosciamo e di speranza di trovare qualcosa di nuovo e ugualmente eccezionale.
Basterebbe già questo per decreteare questa puntata la migliore della stagione, e forse della serie, e invece gli autori hanno deciso di espandere la forza ed esagerare.
Tra la ricerca all'ammiraglio Thrawn, la vendetta verso Morgan Elstein, la liberazione di una città, l'incontro attesissimo fra Djarin e il suo primo Jedi, accade anche altro.
Da oggi in poi l'hashtag #thechild avrà sempre meno successo.
Perchè?
Semplice!
Quei mattacchioni degli sceneggiatori hanno ben pensato di rivelarci il vero nome di quello che fino a ieri era conosciuto come "Baby Yoda", "The Child" o "Kid".
Sarà proprio Ahsoka Tano a rivelarlo.
Il colloquio mentale dei 2 e la conoscenza degli eventi passati del personaggio interpretato da Rosario Dawson, consentono lei di stupire il nostro amico Mandaloriano con quella che sarà una semplicissima e banalissima rivelazione tanto semplice e banale quanto destabilizzante.
Il piccoletto verde con "dei poteri" è Grogu.
Adesso fermiamoci un attimo.
Voi capite che dopo un anno trascorso a chiamarlo in modi differenti e oramai familiari, scoprire che quel piccoletto è "Grogu" fa strano.
Fa strano pensare che da oggi ci riferiremo a lui come Grogu e non più come The Child, Kid o Baby Yoda.
Nel frattempo milioni di T-Shirt son state vendute, migliaia di fan art hanno inondato il web, hashtag in trending topic permanente hanno stanziato sui social.
Uno dei misteri che rendevano cosi affascinante quel bambino testardo coi poteri è ora storia passata.
Grogu è tra noi.
Benvenuto Grogu.
Sto appositamente invadendo il post di questo nome per farmelo entrare in testa e devo ammettere che continua a suonare strano, poco familiare.
Ci abitueremo mai?
Come un cerchio perfetto, e senza volerlo neanchè un pò, mi rendo conto di aver iniziato questo post parlando di abitudine alla bellezza e di averlo (quasi) terminato ponendovi la suddetta domanda.
Bad Habits Die Hard cantavano i Rolling Stones.
The Mandalorian ci sta dimostrando che anche le buone abitudini sono dure a morire!
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