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Perry Mason: il prequel HBO tra noir e un superbo Matthew Rhys


Era il lontanissimo 1957 quando sulla CBS veniva trasmesso il primo episodio di una delle serie tv in bianco e nero più celebri di sempre. Raymond Burr interpretava Perry Mason.

Nei quasi 10 anni di messa in onda Perry Mason divenne sempre più saldamente un' immagine quasi enciclopedica, impersonando nell'immaginario collettivo la figura dell'avvocato per antonomasia.

Chi ricorda il volto rassicurante di Raymond Burr non farà fatica a rimembrare chi fosse e cosa significasse Perry Mason negli anni '60, '70,'80, quando l'eco di quella storica fiction era ancora molto forte.

Deve essere stato difficile da metabolizzare per quelle persone il Perry Mason che la HBO ci ha voluto riconsegnare in questo 2020.

Matthew Rhys (un superbo Matthew Rhys) è un giovane Perry Mason e i banchi dei palazzi di giustizia sono solo un lontano miraggio, sono solo l'emblema di quel che sarà.

Al timone del nuovo progetto Timothy Van Patten, nome poco noto ai più ma già coinvolto attivamente in progetti come The Sopranos, Game of Thrones, Black Mirror e Boardwalk Empire.

Ed è proprio da quest'ultimo (prodotto da Martin Scorsese) che sembra attingere più volentieri e più frequentemente soprattutto per quanto concerne la dettagliata e attenta ricostruzione storica, le scenografie e l'atmosfera noir.

Perry Mason si configura dunque come un prequel, ambientato poco dopo la prima guerra mondiale in un' America ferita dai tanti morti e dai tanti reduci psicologicamente segnati dalla grande guerra. E' anche un'America rurale, quasi bucolica ma proiettata a diventare la potenza economica che sarà.

Il nostro Perry Mason è un giovane veterano, un uomo che ha combattuto sul campo e che da quel campo di battaglia sembra non essere più tornato. Ha perso l'affetto dei suoi cari, ha subito una separazione dalla moglie, vede sporadicamente il suo figlioletto, vive in una fattoria desolata e mal curata, da solo ed in costante chiusura verso il mondo esterno.

Perry è però anche un uomo taciturno e orgoglioso, il quale cerca di sbarcare il lunario come detective privato, a caccia di prove su presunte scappatelle e crimini di poco conto. Al suo fianco il fidato Pete Strickland (Shea Wingham), altra vecchia conoscenza di Boardwalk Empire.

I 2 alternano le indagini a momenti di totale ubriachezza, stanchi di una vita grama e avara di soddisfazioni.

Se Pete trova conforto in amanti improvvisate e nella bottiglia, Perry pare essere un uomo alla costante ricerca di un motivo per vivere (o per morire).

Contrapporre la figura sicura, fiera, impettita del Perry Mason degli anni '60 a quella del Perry Mason curvo, lascivo e sfigato di Matthew Rhys è stata una delle carte vincenti che la HBO ha saputo giocare.

La scelta di Matthew Rhys (The Americans) ha pagato dividendi altissimi.

L'attore ha saputo donare al personaggio una fragilità intensa che gli ha permesso di essere credibile durante tutta la prima stagione, protagonista di un'evoluzione mai forzata dagli eventi e sempre carica di quel dramma interiore che Perry introiettava per poi sfogare a colpi di mazza da baseball o di bicchieri di whisky, di scopate violente e di rapporti silenti.

Un Perry Mason che non avremmo mai accostato al "Perry Mason classico" ma che risulta essere toalmente coerente col corso degli eventi.

Lo avremmo chiamato "romanzo di formazione", un tempo.


Matthew Rhys è solo la punta di diamante di un cast brillante dove spiccano la sorprendente Juliet Rylance (Della), la poliedrica e talentuosissima Tatiana Maslany (sister Alice) e lo spessore senza tempo di John Lithgow (E.B.)

La Maslany (Orphan Black) è riuscita a cambiare pelle per l'ennesima volta. E' suo il personaggio più misterioso, una donna santa, vera credente, vera believer che tuttavia si ritrova ad essere un burattino nelle mani di una fantomatica chiesa che ben presto si rivelerà solo una setta fondata per racimolare quanto più denaro possibile e adunare folle di credenti in attesa di miracoli e vita eterna. Sister Alice è stata allo stesso tempo il personaggio più intrigante e forse più deludente della prima stagione, vittima di un percorso più funzionale al racconto che allo sviluppo del personaggio in se. L'impressione è che il talento della Maslany avrebbe potuto essere utilizzato meglio.

Gran sopresa la Rylance che con la sua pacatezza ed il suo volto sempre sospeso tra fermezza e femminilità, è riuscita a fungere da anello di congiungimento tra il Perry affranto e alla deriva e quello determinato e "ripulito" dai propri fantasmi.

Su tutti, però, spicca Lithgow, straordinario nel dare peso drammatico ad un personaggio emblematico come E.B., signore di altri tempi, avvocato rispettato ma in declino, figlio di buone maniere, alto tasso culturale, galanteria e oramai fuori da un tempo marcio, ruvido, incessantemente corrotto dall'avidità di politici, procuratori, poliziotti e gente comune troppo distratta per dare credito a persone per bene come lui.

La sua storyline è sicuramente la sottotrama più potente e meglio rappresentata. Senza la bravura di questo straordinario attore, tale storia non avrebbe avuto lo stesso impatto.

Menzione d'onore a Gaily Rankin (Emily Dodson), personaggio fondamentale attorno alla quale si articola tutta la storyline principale, quella che ai tempi del Mason classico si sarebbe chiamata "caso del giorno".

Perry Mason non sarebbe nella propria comfort zone senza un caso complicato da risolvere. La differenza è che il processo attorno al quale si ramifica tutto, si sviluppa lungo tutta la prima stagione. In piena aderenza con la contemporaneità, Van Patten sceglie la strada dell'orizzontalità, abbandonando l'artifizio del caso di puntata autoconclusivo e sempre slegato da una trama principale.

L'omicidio del piccolo Charlie Dodson, figlio di Emily e Matthew, scatenerà un susseguirsi di colpi di scena atti a screditare le figure genitoriali che vengono da subito imputate dell'infanticidio.

Intorno al processo ci verranno mostrate le grettezze di un popolo pronto ad inveire e giudicare senza alcuna prova bollente, la spietatezza di chi vorrebbe lucrare politicamente su quel caso e la barbarie con cui il corpo di polizia prova a ripulire scene del crimine e coscienze collettive per non sporcare il distintivo.

Sono temi lontani un secolo ma quanto mai attuali e, proprio per questo, ancora più desolanti perchè ci mostrano come i delitti dei figli (noi) siano spesso colpa dei padri (loro). La società odierna è figlia di quei tempi, quello che non sembra essere mai cambiato è l'animo umano, corrotto e corruttibile fino al midollo, nei secoli e nei secoli.

In tutto questo il Perry Mason di Matthew Rhys si esalta, addentrandosi in punta di piedi in un caso che scivola sulla sua pelle per rimanervi attaccato come sabbia dopo aver fatto un bagno nell'oceano.

La svolta, la trasformazione, l'evoluzione da loser indomito ad avvocato indomabile è costante ed è tutta nella determinazione, spesso passiva e incomprensibile a Perry stesso, di portare a galla la verità, di adempiere ad una missione salvifica nei confronti di chi altro non è che un agnello sacrificale sull'altare della velocità, dello scoop giornalistico, della sete di colpevolezza di un popolo pronto a sputare addosso alla croce di chi è accusato più che ad aprire gli occhi di fronte ad incongruenze e/o evidenze.

Ci sono dei momenti in cui si avverte palpalbile la sensazione che qualcosa di leggendario venga raccontato sotto i nostri occhi.

Increduli, durante il pilot, assistiamo alla raffigurazione di un Perry Mason che no, non è il Perry Mason che conoscevamo, il Perry Mason che volevamo.

Increduli ma festanti assistiamo alla mutazione genetica del Perry debole e ubriaco nel Perry complesso, iperstratificato ma sempre più simile all'avvocato che credevamo di conoscere, che credevamo di volere.

E' stata una prima stagione esaltante, come testimoniano le pagelle in fondo a questo post e come testimonia la posizione nella classifica delle migliori novità del 2020.

Perry Mason versione 2020, versione HBO, interpretato da Matthew Rhys è stato uno dei più grandi rischi che un'emittente potesse prendere.

Un rischio altissimo che ha ripagato totalmente la scommessa fatta da HBO.

Per nostra fortuna.

 

Trama: 8

Sviluppo Personaggi: 9

Complessità: 7,5

Originalità: 9

Cast: 10

Impatto sulla serialità contemporanea: 7

Comparto tecnico: 7

Regia: 8

Intrattenimento: 6

Coinvolgimento emotivo: 8

Soundtrack: 3

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