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The Crown - Morta una Lady Diana non se ne fa un'altra

La sesta stagione di The Crown sarà, come è noto, anche l'ultima.

Netflix ha scelto di suddividere l'ultima stagione in 2 parti, la prima, composta da 4 episodi, rilasciata il 17 Novembre, e la seconda che verrà rilasciata a Dicembre, in particolare il giorno 14 Dicembre, a quasi un mese di distanza dalla messa in onda della prima parte.

Con The Crown se ne andrà una delle serie più eleganti, rilevanti e discusse del decennio. Una serie da vecchia cara Golden Age ma in onda nell'epoca del binge watching e dello streaming proprio sulla piattaforma che quella modalità di fruizione la inventò, di sana pianta meno di un decennio fa.

Da allora è cambiato pressochè tutto nel modo di produrre e guardare le serie tv. The Crown, che si imperniava narrativamente sul concetto di immutabilità (quella della Corona, appunto), è riuscita a rappresentare un unicum ed un paradigma per chiunque si approcciasse alla serialità in questa nuova era. Si poteva dare in pasto al pubblico uno show granitico e qualitativamente imponente senza scalfire il nuovo modo di fare le cose. Rilasci di intere stagioni, sforzi produttivi enormi, cast pazzeschi e marketing spintissimo non si contrapponevano, in The Crown, alla voglia di regalare al pubblico un prodotto ben scritto, ben pensato, ben diretto e ben interpretato.

Il successo di The Crown è stato prevalentemente legato a questo ma mai essa sarebbe diventata quella che è diventata se al centro della scena non vi fosse la più ingombrante, nota e chiacchierata famiglia dell'ultimo secolo di Storia, quella famiglia reale britannica da tempo preda di gossip e critiche feroci che la vedrebbero un manifesto di scarsa modernità e ipocrisia.

Nello scorrere del tempo e nel mutare dei tempi stessi, anche i Windsor hanno dovuto scendere a patti con la contemporaneità.

Se dovessimo indicare un punto di rottura in cui il big bang tra l'incrollabile Fede nella Famiglia Reale da parte dei suoi sudditi ed il dubbio che essa non fosse più necessaria, quel punto combacerebbe con l'arrivo a palazzo di quella che sarebbe diventata la principessa del Galles, consorte del futuro (e attuale) re del Regno Unito: Lady Diana Spencer.

La quinta stagione (qui la recensione) era stata quasi tutta per lei. La prima parte di sesta stagione sembra essere addirittura uno spinoff incentrato sulla parte finale della sua vita. In un modo o nell'altro, Lady Diana ha catalizzato la vita di palazzo e spostato gli equlibri generali introducendo umiltà, semplicità, normalità all'interno di un mondo fatto di costumi, usi, tradizioni, solennità e inamovibili certezze. Nel bene e nel male con Lady Diana il popolo è entrato a Palazzo senza che, però, il Palazzo riuscisse ad entrare nel cuore del popolo se non attraverso la figura della principessa triste.

Una donna amatissima fuori, molto meno dentro.

Peter Morgan si concentra su di lei, offrendoci una visione come sempre verosimile di quello che è successo dietro le quinte della Storia, una Storia a noi cara, a noi molto vicina, come vicina era la sua protagonista.

The Crown è presente all'interno della Hall of Fame 2023. Qui trovate la sezione ad hoc con tutti i sondaggi del caso.

Votate, votate, votate! Si stan chiudendo le porte!

The Crown 6

Occhio e croce mi par di capire che il sentimento generale su questa prima parte di stagione finale sia molto negativo da parte di pubblico e critica. Una reazione molto tiepida ha accompagnato i primi 4 episodi del lungo epilogo di The Crown.

In parte, condivido questo "sentiment" in quanto, nonostante il mio voto resti altissimo, ho denotato una leggera flessione nella qualità dell'approfondimento riservato ai personaggi. Mi è sembrato come se l'avvento di paparazzi, tabloid, fake news e gossip avesse spento la luce su tutto quello che ruotava, in quegli anni, intorno alla vita dei reali d'Inghilterra. Quattro episodi Diana-centrici in cui Filippo sparisce letteralmente dalla scena, Margaret non compare forse mai, la Regina è posta di lato alla principessa del Galles quasi come se i ruoli, mediaticamente almeno, fossero invertiti. Il solo Carlo regge il confronto, partecipa, è presente, attira a se minuti e attenzione. Il resto è Diana, con Dodi a farle da ottimo sparring partner.

E' una scelta molto anomala per The Crown, sempre capace di essere collegiale nel racconto e ampia nella profondità della sua analisi. A perderne è il racconto stesso, molto meno solenne e curioso nel suo scavare a fondo nella psiche e nelle abitudini dei regnanti. Lady Diana travolge tutto, fagocita tutti, ingloba ogni storyline facendola convergere a sè.

A ben pensare, però, quanto avvenuto in questi 4 episodi non rappresenta forse quel che avvenne in quegli anni all'interno della Famiglia Reale e della vita sociale, politica e culturale del Regno Unito e del mondo intero?

Non fu Lady D. l'unica persona degna di attenzione da parte di noi tutti?

Non erano tutti su Lady Diana i riflettori accesi?

Per chi se lo ricordasse, quegli anni che precedettero il tremendo schianto nel tunnel de L'Almà, erano tutto un susseguirsi di scandali che ruotavano intorno alla Principessa del Galles accompagnati, in parallelo, da sperticati elogi e scroscianti applausi per il suo modo di essere e la sua grande attenzione verso gli ultimi ed i bisognosi. Una donna ricca di contrasti che aveva sfidato le leggi scritte e non scritte della Corona, attirando a se l'invidia dei suoi pari grado e l'amore di milioni e milioni di persone.

Ed è forse questo il vero intento di questi 4 episodi, ovvero dimostrare a chi c'era e chi non c'era in quegli anni che di fronte a Lady Diana ogni altra persona al mondo spariva, veniva eclissata totalmente, anche la Regina stessa. Non a caso gli scatti rubati con Dody venivano venduti per centinaia di miglia di dollari e una sua presenza su un campo minato bastava per far accendere le luci su quell'argomento, su quella specifica tragedia.

Diana era la sublimazione, prima ancora che questo termine esistesse nell'era dei social, del concetto di influencer.

La sua morte fece piombare un intera nazione nel lutto, il mondo intero nella disperazione. A mia memoria, oggi che mi avvicino alla soglia dei 40 anni, non ricordo un evento percepito cosi densamente e pienamente con dolore dalle persone comuni e non nel mondo per un personaggio famoso.

E allora giusto è stato concentrarsi su di lei, dare spazio ad una Elizabeth Debicki follemente perfetta nel ruolo di Diana Spencer.

Bella l'evoluzione del lutto di Carlo.

Bello il rifiuto verso Dodi.

Meno belle altre cose.

Meno The Crown in tanti aspetti.

Il focus su Diana, in fondo, giustifica tutto.

Morta una Lady Diana, non se ne fa un'altra.

E questo, anche Carlo e la regina lo sapevano.

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