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Bodyguard: Richard Madden in un adrenalinico action made in UK

Quando parliamo di serie tv vige un certo detto, non originalissimo a dir la verità, secondo cui "English do it better".

E' impressionante vedere il numero di serie tv originali che popolano gli schermi internazionali, ed è altrettanto impressionante notare come le trovate più geniali e brillanti vengano quasi sempre dal regno della regina Elisabetta II (con la sovrana ella stessa, suo malgrado, protagonista di quel The Crown di cui tutti andiamo obiettivamente pazzi da qualche anno).

Nel 2018 avevamo visto Collateral primeggiare nelle prime fasi dell'anno e, mentre tutti eravamo in attesa della nuova stagione del Doctor Who, una nuova serie mserie esplosiva faceva capolino sullo scenario seriale del popolo dei bus a 2 piani e del Big Ben. Una serie molto adrenalinica che avremmo potuto posizionare sul catalogo e mettere da parte, per poi raccontarla ai nipotini.

Abituati come eravamo ad i vari Sherlock, Doctor Who, Luther, Broadchurch, Utopia e cosi via sentivamo che anche in un 2018 che sembrava fin lì abbastanza scialbo, per i prodotti UK, qualcosa potesse arrivare prima o poi.

Non ci sbagliavamo.

Ed ecco che fresca come acqua nel deserto, dissetante e pura arrivò la nuova creatura di BBC: Bodyguard.

Un pilot densissimo dove la tensione si taglia con un coltello di quelli grandi e affilati e dove bastano davvero pochi minuti per capire che quella serie non la molleremo più.

Sono in tanti quelli che in un modo o nell'altro sanno girare, sceneggiare e dirigere un bel thriller, qualche bella scena, una storia convincente e bei personaggi. Gangs of London (qui trovate la recensione) è un recentissimo esempio di questa sfilza di bei prodottini ben confezionati e diretti.

In pochi riescono però a costruire degnamente la tensione.

La differenza tra un buon prodotto ed un prodotto di elitè è forse racchiudibile in questa minuscola ed impercettibile differenza.

Nei primi 15-20 minuti di Bodyguard siamo immersi nel racconto. Nessun effetto speciale, nessuna trama pazzesca, nessuna trovata scoppiettante. Rendersi conto che dopo decine di minuti senza che ci sia stato bisogno di clamorosi colpi di scena, bombe, fughe ed escamotage vari, siamo ancora lì fissi con lo sguardo al monitor o alla tv, è qualcosa di esaltante per uno spettatore.

Il set è unico, la location è stretta e scomoda, le immagini quasi sempre fisse, ogni tanto si concedono un campo e controcampo, i dialoghi semplici ma incisivi, le musiche non rivoluzionarie eppure siamo li con le unghie che afferrano il cuscino, gli occhi spalancati ed il cuore in gola.

Stiamo godendo di una costruzione della tensione magistrale.

Temiamo continuamente il peggio sperando incessantemente in un lieto fine.

15 minuti e siamo già parte della storia, siamo già accanto al protagonista pur non conoscendo assolutamente nulla della sua vita e della sua personalità..

Gli appassionati di Game Of Thrones esulteranno alla notizia che ad interpretare il protagonista David Budd vi è l'indimenticato ed indimenticabile Rob Snow ovvero Richard Madden.

Un po' come accaduto con Sandra Oh in Killing Eve (qui la recensione del finale) c'era curiosità nel vedere un personaggio, cosi legato ad una certa figura di rilievo nel mondo seriale, cimentarsi in un altro ruolo. Richard Madden è perfetto. Solido e fragile allo stesso tempo. La sua apparente impassibilità nei momenti di massima tensione è una maschera per un uomo in difficoltà nel privato, affetto da stress post traumatico in seguito a ripetute missioni in medio oriente nel post 11 Settembre. Ed è grazie a questo sfondo e grazie alla convergenza tra il vissuto del protagonista e gli eventi narrati che la serie può permettersi di aprire il proprio sguardo verso temi molto più complessi rispetto al fulcro dell'azione. Vengono messi sul piatto, in maniera solo apparentemente superficiale, temi sempre più dirimenti e poco sfuggibili all'attenzione dei governi e dei comitati di etica, come la protezione dei nostri dati personali in un'epoca in cui per sventare attacchi terroristici e infiltrazioni è forse necessario possedere informazioni a 360° su ognuno di noi e per 24 ore al giorno. Cosa fare? Preservare chi siamo e il nostro privato o demandare tutto alla centralità di uno stato sempre meno civile e sempre più stato di polizia? In questo 1984 di Orwell resta e resterà sempre dietro l'angolo a fare da monito a ciò che siamo e ciò che potremmo diventare se le cose prendessero una malaugurata piega. Da questo primo livello di analisi si passa via via ad altri livelli di approfondimento politico e sociale.

Cosa fare nei confronti del terrore e del terrorismo?

Continuare a lottare ad armi pari provando a distruggere il terrorismo o fermarsi ad analizzare le cause di questa ascesa? Nel primo caso si incorrerà in una spirale di violenza e odio che non potrà che generare altra violenza e odio magari mitigando qua e la qualche minaccia ma perdendo a lungo termine la partita più importante. Nel secondo caso si rischierebbe di apparire deboli ma ci si troverebbe di fronte alla inevitabile consapevolezza di essere stati noi, il potente Occidente, causa del nostro male con ingerenze, attacchi e bombardamenti che non hanno fatto altro che creare terreno fertile per gli estremismi. Bodyguard è una serie che regala momenti di azione e thriller esaltanti ma che non si ferma a questo, non si ferma all'intrattenimento, virando verso domande molto complesse e di impossibile risposta. Lo fa attraverso un protagonista iperstratificato e complicato e una serie di situazioni variegate che mettono in luce tutte le contraddizioni sia dei personaggi che della nostra società sempre più fragile. Bodyguard ha fatto registrare il record di ascolti per un programma tv in UK dal 2001 ad oggi. E' diventata fenomeno mediatico da quelle parti, riuscendo ben presto a diventare una serie molto seguita in tutto il mondo anche grazie all'approdo sul catalogo Netflix. Nonostante l'ottimo biglietto da visita e la durata molto limitata, la serie con Richard Madden non è riuscita a ripetere a livello worldwide quanto raccolto, in termine di ascolti, in UK.

Poco male per noi appassionati, capaci di andare oltre ascolti e visualizzazioni, Bodyguard è una serie di assoluto livello che non va perduta, non va dimenticata ma va decisamente recuperata.

Daltronde, English Do it Better!

Anche in questo caso.



 

Sviluppo Personaggi: 7,5

Complessità: 6+

Originalità: 7

Autorialità: 6,5

Cast: 7

Intensità: 9

Trama: 6,5

Coerenza: 6+

Profondità: 7

Impatto sulla serialità contemporanea: 2

Componente Drama: 9

Componente Comedy: 1

Contenuti Violenti: 6

Contenuti Sessuali: 1

Comparto tecnico: 6,5

Regia: 7

Intrattenimento: 6+

Coinvolgimento emotivo: 9

Opening: 2

Soundtrack: 3

Produzione: BBC One

Anno di uscita: 2018

Stagione di riferimento: 1

35 visualizzazioni

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