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Il finale di Shogun chiarisce l'anima dello show consegnandola all'eternità

Nel condividere, a mezzo social ed ovviamente su questo blog, la classifica LIVE 2024, mi son trovato spesso nel fuoco incrociato di commenti negativi di utenti che, legittimamente, si chiedevano come potesse Shogun non essere al primo posto della speciale classifica che ogni anno vi condivido.

Posto che la prima posizione di Ripley credo che non sarà messa in discussione per tutto l'anno a meno che non arrivi una nuova Better Call Saul o una nuova Succession, capisco il motivo di tanto fermento intorno alla serie storica di FX ambientata in Giappone.

Molti di quei detrattori, però, sembrano aver tirato il freno a mano dell'entusiasmo alla luce di un finale che ha mortificato coloro i quali credevano di essere di fronte ad una Vikings o addirittura ad una nuova Game of Thrones salvo constatare che, arrivati al decimo ed ultimo episodio, la serie non avesse tirato fuori neppure un episodio incentrato su una battaglia o uno scontro corpo a corpo, ridimensionando quegli illustri paragoni.

Paragoni a parte, è bene parlare di un finale e di una stagione, che ricordiamo essere autoconclusiva, che meritano solo e soltanto lodi ed applausi, fino in fondo.

Applausi che meritano anche altre serie tv (e altre no) che recentemente ho recensito e che trovate in questa sezione.

Recensione Shogun serie tv

Shogun, a conti fatti, non è stata la serie che in molti prefiguravano a valle dei primissimi episodi. In tantissimi hanno pensato che ci saremmo trovati di fronte ad una serie vogliosa di sguainare le spade e mostrarci battaglie feroci in campo aperto.

Cosi non è stato.

E meno male mi verrebbe da dire visto che l'unica battaglia che si palesa, quella finale, non viene mai mostrata e a giudicare dal flash-forward di 30 secondi che ci viene condiviso, non sarebbe stata una CGI da ricordare quella messa in campo dagli autori.

What if a parte, Shogun ha dimostrato di essere una serie diversa, se vogliamo unica nel suo genere il cui intento non era quello di mostrarci morti dilaniati sul campo, teste mozzate o occupazioni territoriali ma quello di farci scoprire la bellezza, la dignità, le usanze e le convinzioni di un popolo intero, quello giapponese.

Non è casuale che questo intento si accompagni ad un protagonista assoluto sulla carta che protagonista, invece, non è stato.

John Blackthorne, l'Anjin, lo Yatamoto, lo straniero venuto da lontano, il barbaro, l'eretico, si è rivelato essere un gigantesco specchio per le allodole per noi spettatori. Alla fine dei giochi, infatti, l'uomo non è sembrato altro che una marionetta nelle mani di Toranaga, rivelando un'importanza molto marginale nell'economia della storia. La sua figura non è stata nè decisiva, nè strategica ai fini del raggiungimento dell'obiettivo finale di Toranaga. E allora che razza di protagonista è il personaggio interpretato da Cosmo Jarvis?

Uno funzionale all'esperienza immersiva dello spettatore occidentale in un mondo per lui cosi distante. Da notare, infatti, come l'Anjin venga gettato, di volta in volta, in situazioni a lui tanto estranee quanto lo sarebbero state per chiunque di noi. Quel suo essere costantemente sorpreso, sballottato a destra e a manca, il suo dover costantemente apprendere cose nuove, adeguarsi ad usanze mai viste prima, provando a dosare la sua irruenza in favore di una compostezza granitica di tutti i suoi interlocutori lo hanno reso il nostro ambasciatore silente, il nostro uomo all'Havana.

E' grazie alla sua presenza che abbiamo imparato a conoscere ogni significato dietro gesti, convenzioni, silenzi e parole dei veri protagonisti dello show. Da Toranaga a Mariko, passando per Ishido e Yabushige.

Senza l'Anjin non saremmo riusciti a decifrare a dovere quanto il codice morale, etico, storico necessario ad apprezzare al massimo le storie nella Storia (rigorosamente con la "S" maiuscola) messe in scena dagli autori.

E' grazie a lui se arriviamo a comprendere meglio le scelte di Mariko, i tanti seppuku che ci vengono proposti, l'onore ed il disonore che accompagnano i momenti salienti di personaggi principali e secondari.

Recensione Shogun serie tv

Sono 4 i personaggi che più di altri ci raccontano di quel Giappone e di quella lotta intestina destinata a fare la Storia (ancora una volta rigorosamente con la "S" maiuscola).

Il viscido Ishido simboleggia quel Giappone che sfida quei codici morali secolari ma lo fa esclusivamente per proprio tornaconto.

Yabushige lo imita senza andare quasi mai fino in fondo, spinto dalla codardia più che dalla sete di potere.

Toranaga è il padre nobile del suo clan ma anche, in un certo senso del Giappone tutto, custode di quei valori e tradizioni sui quali il paese del Sol Levante si regge. I suoi sotterfugi, spesso dolorosi per lui in prima persona più che per gli altri, sembrano sempre mirati ad un "greater good". Sono tre i grandi sacrifici che egli compie, privando le tre persone più care della loro stessa vita. Quell'immolarsi di poche ma fondamentali persone, gli consente di evitare migliaia di morti e di eliminare ferite collettive ancor prima che una goccia di sangue cadesse a terra.

E poi c'è Mariko, vera mattatrice di questo show. Il nono episodio, interamente incentrato sulla sua figura, resta il più memorabile cosi come memorabile resta la sua inflessibile grazia, il suo intimo dolore, lenito solo dall'incontro con il barbaro venuto da lontano per sconfiggere i cristiani d'occidente su cui la stessa Mariko aveva puntato ogni singola speranza spirituale.

Questi 4 meravigliosi personaggi sono solo la punta dell'iceberg di una collezione di personaggi che, anche in poche scene, hanno saputo dire molto più di quello che sarebbe stato lecito aspettarsi.

Shogun è stata un delicato affresco sul Giappone e sui suoi abitanti, un percorso accidentato ma ricco di eleganza, un viaggio verso un mondo a noi tanto lontano quanto ricco di fascino.

Ne si esce più pieni, appagati e arricchiti da questa miniserie, proprio come un John Blackthorne salpato per farsi beffe dei portoghesi e finito per rispettare, amare e persino utilizzare quelle usanze che spesso gli facevano strabuzzare gli occhi.

Shogun non è stata la serie dalle mille battaglie ma uno show che la sua grande guerra l'ha stravinta, quella con il pubblico e con la critica, per una volta uniti in un generale inchino a questa grandissime serie tv.


 

Sceneggiatura: 8

Regia: 7

Cast: 7

Genere: Drama

Complessità: 8

Originalità: 8

Autorialità: 9.5

Intensità/coinvolgimento emotivo: 9

Profondità: 9

Contenuti Violenti/Sessuali: 6

Intrattenimento: 6

Opening: 7

Soundtrack: 7

Produzione: FX

Anno di uscita: 2024

Stagione di riferimento: 1

Voto complessivo: 8,5

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