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We Are Lady Parts è un inno (comico) all'emancipazione

Piccole ma grandi serie crescono?


L'inclusività trattata con originalità?


Musica Rock in sottofondo?


We Are Lady Parts è la serie che stavate aspettando anche se forse non lo sapevate.

5 donne, 5 storie che si intrecciano al cospetto della Dea Musica e della voglia di autodeterminarsi.

La serie britannica è finita di diritto fra le mie favorite del 2021 ed il motivo è semplice. E' stata divertente e leggera ma al contempo ha saputo anche regalarmi qualche pillola di riflessione da ingerire dopo i pasti senza alcun effetto collaterale.

Quanto amo le serie britanniche. Sarà che in Great Britain si mangia male e piove sempre ma quella terra è piena di autori brillanti.

Nida Manzoor è una di queste.

Autrice pressochè esordiente vista la sua piccola partecipazione a Doctor Who nel 2020, Nida ha prodotto, ideato e diretto i 6 episodi di We Are Lady Parts, serie minuscola e di minutaggio ridottissimo (25 minuti ad episodio) che, come il nostro Zerocalcare ci insegna, ha lasciato comunque un bel segno nel 2021.

Vi dirà poco o forse niente questo titolo poichè, ahinoi, inedito in Italia ma se dovesse capitarvi l'occasione di recuperarlo non fatevela scappare.

In un'epoca in cui è cool parlare al femminile, gettarci in pasto storie di inclusività, annichilirci con la storia dell'unicità, We Are Lady Parts riesce ad esserlo davvero e non per esigenze di business.

A differenza di tante altre serie che forzano il genderswap e si coprono di rosa in un pink washing a volte ridicolo, la serie britannica riesce davvero a portarci in dote 5 storie potenti su 5 donne fragili ed imperfette che oltre a sentirsi fuori luogo hanno a che fare con un mantello invisibile che ogni giorno copre la loro femminilità ed il loro talento.

Amina, Samira, Bisma, Momtaz e Ayesha sono 5 donne fortissime che ogni giorno devono scontrarsi con i retaggi culturali associati al loro micromondo ed in particolare alla loro religione, quella musulmana, poco propensa ad aprirsi verso la contemporaneità.

Fra matrimoni combinati, lutti familiari, burqa e situazioni poco digeribili per noi occidentali, le ragazze provano a farsi strada al ritmo di chitarre elettriche e batteria.

Amina è l'outsider goffo e comico che funge da grimaldello per mostrarci la non facile transizione da donna predestinata ad essere una moglie ed una madre sopra ogni altra cosa, a diventare una donna, un essere umano unico e inequiparabile a 360°.

Il racconto di We Are Lady Parts è a suo modo semplice ma mai ordinario.

Amina deve sposarsi. Deve trovare un uomo con cui legarsi e metter su famiglia. Amina non deve deludere genitori, amiche, la comunità di cui fa parte.

Amina, però, non vorrebbe. E' una ragazza troppo curiosa, intelligente e simpatica per restarsene li ferma in attesa che qualcuno le metta una mano sulla spalla e la accompagni verso un percorso prestabilito.

Sul suo cammino, in maniera molto fortunosa, incontra le "We Are Lady Parts", gruppo heavy rock tutto al femminile che rinnega ogni conformazione e vive lontano da social media e mondanità. Sarà la musica a parlare, saranno i testi graffianti di Saira a dare a tutte loro il biglietto di andata e ritorno verso la libertà e l'emancipazione.

Il percorso, non privo di ostacoli, è contornato da gag e situazioni grottesche che strappano più di una risata. Questa patina comica non impedisce alla serie di gettare il cuore oltre l'ostacolo e raccontarci molto bene le difficoltà di queste giovani donne ad emergere.

We Are Lady Parts è un potentissimo racconto sull'inclusività, sull'unicità, sul femminismo.

Lo è davvero.

Lo è senza avere la necessità di esserlo.

A differenza di tante altre serie più pubblicizzate, più tweetate, più idolatrate.

Lo show di Nido Manzoor è anarchico, libero, forte e divertente e ci racconta straordinariamente l'incredibile mondo dietro un burqa e la meravigliosa grinta di 5 donne coraggiose e belle nella loro insensata normalità.


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